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Metamizolo: l’Ema raccomanda misure per ridurre rischio di agranulocitosi

L’Agenzia europea per i medicinali ha suggerito di aggiornare le informazioni sul prodotto per aumentare la consapevolezza del rischio noto di agranulocitosi e facilitarne la diagnosi precoce.

Il 6 settembre 2024 l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha esaminato i dati disponibili sul rischio di agranulocitosi associato all’uso di farmaci contenenti metamizolo, analgesico utilizzato per il trattamento del dolore da moderato a severo e della febbre. L’agranulocitosi è un effetto collaterale già noto che comporta una diminuzione improvvisa e marcata dei granulociti, un tipo di globuli bianchi, e può portare a infezioni gravi o persino fatali.

Rischio di agranulocitosi non correlato alla dose di metamizolo utilizzata

Il Prac ha sottolineato che l’agranulocitosi può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento o poco dopo l’interruzione del farmaco, anche in persone che hanno utilizzato il metamizolo in precedenza senza problemi. L’effetto collaterale non è correlato alla dose di metamizolo utilizzata. Il comitato ha raccomandato che il metamizolo non debba essere utilizzato in pazienti ad aumentato rischio o suscettibili di agranulocitosi, come coloro che hanno precedentemente manifestato agranulocitosi causata da metamizolo o farmaci simili, che presentano problemi al midollo osseo o condizioni che influenzano la produzione o il funzionamento delle cellule del sangue. È utile ricordare che il consiglio del farmacista non sostituisce il consulto del medico curante, qualora la problematica presentata dovesse perdurare. In tal caso, è necessario contattare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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