Il mal di testa è uno dei disturbi più comuni tra la popolazione italiana, sebbene la sua reale incidenza venga spesso sottovalutata. Secondo un’indagine condotta da Assosalute in collaborazione con Human Highway, il 90% degli intervistati dichiara di conoscere questo problema, ma tende a minimizzarne gli effetti in assenza di un’esperienza diretta. Il professor Piero Barbanti, neurologo dell’Anircef, evidenzia come la scarsa consapevolezza possa portare a diagnosi errate e, di conseguenza, a terapie inefficaci.
Le diverse forme di mal di testa e la loro diffusione
In Italia, la cefalea tensiva interessa circa il 45% della popolazione, mentre l’emicrania, più debilitante, colpisce il 25% degli italiani. Un dato rilevante è che un terzo dei pazienti emicranici manifesta almeno un episodio settimanale, con oltre cinque milioni di persone che affrontano quattro o più crisi al mese. Le donne risultano particolarmente esposte, con una prevalenza tre volte superiore rispetto agli uomini, che aumenta ulteriormente nelle forme croniche. L’indagine rivela inoltre che l’11% degli italiani soffre di mal di testa con cadenza settimanale, mentre il 70% lo considera un disturbo occasionale. Tuttavia, il professor Barbanti sottolinea come si tratti di una condizione che, nelle forme severe, può limitare fortemente la qualità della vita, influenzando scelte personali, sociali e lavorative.
Fattori scatenanti e strategie di gestione
Tra le cause principali del mal di testa emergono lo stress (49,9%), l’uso prolungato di dispositivi digitali (29,6%) e i cambiamenti stagionali o ormonali (20,7%). Le donne sono più soggette a episodi ricorrenti, mentre i giovani associano il disturbo all’ansia da prestazione e all’eccessivo utilizzo di schermi. Per alleviare i sintomi, il 56,8% degli italiani ricorre a farmaci di automedicazione, mentre il 16,1% preferisce rimedi naturali.
Il consulto con il medico curante
Solo una minoranza si rivolge a medici o farmacisti. Barbanti raccomanda uno stile di vita regolare, con sonno adeguato, alimentazione equilibrata e attività fisica, oltre a un uso consapevole dei farmaci da banco, da limitare a non più di quattro assunzioni mensili. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti. In caso di sintomi persistenti, è necessario rivolgersi a un medico o a uno specialista di riferimento.