L’inquinamento dell’aria negli ambienti interni è una preoccupazione per la salute umana, soprattutto in caso di esposizione prolungata come nel caso di donne, bambini, anziani e malati cronici, che trascorrono la maggior parte del loro tempo in ambienti chiusi. Un gruppo interdisciplinare di esperti si è riunito per valutare le evidenze e discutere i principali fattori di rischio riguardanti l’aria interna e l’impatto sulla salute umana, nonché le sfide relative alle strategie preventive per ridurre l’inquinamento. È quanto emerso nello studio dal titolo “The impact of indoor air pollution on children’s health and well-being: the experts’ consensus”, pubblicato sulla rivista scientifica Italian Journal of Pediatrics.
I principali fattori di rischio per la qualità dell’aria
Gli esperti hanno evidenziato come principali fattori di rischio per la qualità dell’aria interna la scarsa ventilazione, le condizioni climatiche, le sostanze chimiche e lo status socio-economico. Una ventilazione inadeguata può portare a livelli di particolato fine 100 volte superiori ai livelli accettabili, con conseguenti malattie respiratorie come asma e allergie. Temperature e umidità possono influenzare la qualità dell’aria interna e aumentare il rischio di contaminazione virale, batterica e fungina.
Gli ambienti interni presentano una grande quantità di materiali potenzialmente pericolosi
Negli ambienti interni è presente una grande quantità di materiali, con additivi in vernici, colle, tessuti, rivestimenti, arredi, apparecchiature elettroniche. Tra le sostanze pericolose, gli interferenti endocrini sono particolarmente dannosi per bambini e donne incinte, in quanto legati a disturbi riproduttivi e dello sviluppo. Inoltre, un basso status socio-economico, con dispositivi abitativi obsoleti e inadeguati, può rappresentare una delle principali fonti di inquinamento anche nei paesi ad alto reddito.
Esposizione può verificarsi in diversi scenari e contesti
L’inquinamento indoor è responsabile di milioni di morti premature ogni anno a livello globale. Nei bambini, l’esposizione può verificarsi in diversi scenari e contesti, non solo a casa ma anche in asili e scuole primarie. Può quasi raddoppiare il rischio di infezioni delle basse vie respiratorie ed è responsabile di un aumentato rischio di malattie non trasmissibili, tra cui ictus, cardiopatia ischemica, broncopneumopatia cronica ostruttiva e cancro ai polmoni. Inoltre, può contribuire ad aggravare le infezioni trasmesse per via aerea, come evidenziato durante la pandemia di Covid-19.
L’inquinamento indoor può costituire un fattore di rischio anche prima della nascita
L’esposizione pre e post-natale all’inquinamento atmosferico può influenzare negativamente lo sviluppo neurologico, portare a risultati peggiori nei test cognitivi e allo sviluppo di disturbi comportamentali come i disturbi dello spettro autistico e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. È stato evidenziato anche un legame con basso peso alla nascita e ridotta funzione polmonare respiratoria.
Le strategie degli esperti
Gli esperti hanno identificato strategie che possono essere rafforzate per ridurre l’inquinamento interno e prevenirne le conseguenze negative sulla salute a livello nazionale e locale. Tra queste, la pubblicazione di aggiornamenti periodici sui livelli di inquinamento indoor, l’integrazione delle reti sanitarie locali, la creazione di una task force nazionale permanente per la sorveglianza epidemiologica, l’organizzazione di esperienze formative, la pianificazione di interventi preventivi e correttivi, il coinvolgimento di medici sentinella, la formazione universitaria e l’informazione e sensibilizzazione della popolazione attraverso medici di famiglia e pediatri. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.