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Bere molta acqua ma sentirsi assetati: quando consultare un medico

La sensazione di sete è un meccanismo fisiologico che regola l’equilibrio idrico dell’organismo. Tuttavia, quando il bisogno di bere diventa costante e insaziabile, potrebbe indicare la presenza di condizioni mediche sottostanti. Tra le cause più comuni vi sono il diabete mellito – che altera la capacità del corpo di gestire gli zuccheri –, e il diabete insipido, patologia rara legata alla regolazione dei liquidi. Anche disidratazione, assunzione di farmaci diuretici o diete ricche di sodio possono contribuire a tale sintomo.

Quando la sete eccessiva diventa un campanello d’allarme

Se il bisogno di bere persiste nonostante un’adeguata idratazione, è opportuno valutare la presenza di altri segnali correlati. Perdita di peso immotivata, affaticamento o minzione frequente potrebbero suggerire la necessità di approfondimenti diagnostici. In tali casi, è consigliabile rivolgersi a un medico per escludere patologie come iperglicemia, squilibri elettrolitici o disfunzioni renali. Gli esperti sottolineano di non sottovalutare il sintomo, soprattutto se associato a ulteriori anomalie.

L’approccio diagnostico e la gestione del sintomo

Un’anamnesi accurata e esami mirati, come analisi del sangue e delle urine, possono aiutare a identificare la causa della sete eccessiva. In base alla diagnosi, il trattamento potrà variare: dalla modifica dello stile di vita alla terapia farmacologica. In assenza di condizioni patologiche, potrebbe essere sufficiente regolare l’apporto idrico o ridurre il consumo di alimenti salati. Il farmacista può svolgere un ruolo chiave nel consigliare soluzioni temporanee e nell’indirizzare il paziente verso un consulto specialistico quando necessario.

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Agevolazioni fiscali per le spese sanitarie nella dichiarazione 2025

Le spese sanitarie sostenute nell’anno d’imposta possono essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi, con benefici fiscali per i contribuenti. È importante conoscere le regole per accedere alle agevolazioni, evitando errori che potrebbero compromettere il diritto alla detrazione.

Quali spese sanitarie sono detraibili?

Le spese sanitarie detraibili includono prestazioni mediche generiche, acquisto di farmaci con o senza prescrizione, visite specialistiche, analisi diagnostiche, interventi chirurgici e ricoveri. Sono compresi anche dispositivi medici, protesi e ausili per persone con disabilità. La detrazione è calcolata al 19% sull’importo che supera la franchigia di € 129,11. Per i farmaci, è necessario che lo scontrino riporti il codice fiscale del contribuente, la natura del prodotto (es. “medicinale”) e il codice Aic (Autorizzazione all’immissione in commercio). Le spese veterinarie per animali da compagnia sono detraibili entro un limite massimo di € 550, sempre con franchigia di € 129,11.

Documentazione necessaria e pagamenti tracciabili

Come dimostrare le spese sostenute? Dal 2020, per fruire della detrazione, le spese sanitarie devono essere pagate con metodi tracciabili (bonifico, carta di credito, Pos), tranne per l’acquisto di farmaci e dispositivi medici. È fondamentale conservare fatture, ricevute fiscali e scontrini “parlanti”, che riportino i dati richiesti dalla legge. Per le prestazioni rese da strutture pubbliche o private accreditate, non è obbligatorio il pagamento tracciato. In caso di spese all’estero, la documentazione deve essere tradotta in italiano se redatta in lingue diverse da inglese, francese, tedesco o spagnolo.

Agevolazioni per persone con disabilità e patologie croniche

I portatori di handicap hanno diritto a detrazioni aggiuntive per sussidi tecnici, veicoli adattati e spese di assistenza specifica. Le patologie croniche che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario permettono di detrarre le spese correlate anche per familiari non a carico, entro un limite di € 6.197,48 annui. Per i veicoli acquistati da persone con disabilità, la detrazione del 19% si applica su un massimo di € 18.075,99 in 4 anni. È possibile rateizzare il beneficio in quote annuali.

Le informazioni fornite hanno scopo divulgativo e non sostituiscono il parere del medico o del farmacista. In caso di sintomi persistenti o dubbi, consultare sempre un professionista sanitario. Per questioni fiscali specifiche, è consigliabile rivolgersi a un commercialista o all’Agenzia delle entrate.

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Melanoma e altri tumori della pelle in crescita: le preoccupazioni dei dermatologi

Il melanoma, un tumore cutaneo particolarmente aggressivo, insieme ad altre forme di cancro della pelle come il basalioma e il carcinoma spino-cellulare, è una delle principali sfide dermatologiche in Italia. Nel 2020 sono stati diagnosticati 14.900 nuovi casi di melanoma, una cifra che, secondo le stime, salirà a oltre 17mila entro il 2025, con un aumento annuo del 5%.

Diagnosi precoce fondamentale per un trattamento efficace

Nonostante la gravità di tali patologie, esiste un dato incoraggiante: se diagnosticati per tempo e gestiti in modo adeguato, i tumori della pelle, e in particolare il melanoma, nell’80% dei casi, possono essere trattati efficacemente con un semplice intervento di asportazione chirurgica. Tuttavia, i dermatologi italiani lanciano un allarme riguardo ai ritardi nella presa in carico dei pazienti con sospetto tumore cutaneo, dovuti all’aumento della domanda di visite specialistiche e alla progressiva riduzione delle risorse sanitarie.

L’importanza della prevenzione e dell’accesso tempestivo

Di fronte a numeri in costante aumento e a un sistema sanitario sotto pressione, diventa fondamentale intervenire con misure concrete di prevenzione, diagnosi precoce e accesso tempestivo alle cure dermatologiche. È necessario evitare allarmi ingiustificati e inutili ricorsi allo specialista, ma allo stesso tempo è indispensabile promuovere comportamenti corretti, come l’utilizzo di creme protettive adeguate e abiti schermanti, soprattutto per i soggetti a rischio.

Il ruolo della medicina generale

Il ruolo della medicina generale risulta centrale nell’orientamento della domanda assistenziale in dermatologia, e si evidenzia la necessità di potenziare ulteriormente i percorsi di formazione dei medici di medicina generale specificamente orientati sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per una valutazione approfondita e un’adeguata gestione della situazione clinica.

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Mal di stomaco post-prandiale: gli errori alimentari da evitare

Il mal di stomaco dopo i pasti è un disturbo frequente, spesso legato a comportamenti alimentari errati. Mangiare troppo velocemente, consumare porzioni eccessive o abbinare cibi difficili da digerire sono tra le principali cause di discomfort gastrico. La scelta di alimenti ad alto contenuto di grassi o speziati può rallentare la digestione, aumentando la sensazione di pesantezza. L’assunzione di bevande gassate o alcoliche durante i pasti può ulteriormente aggravare la sintomatologia.

L’importanza di una corretta educazione alimentare

Un approccio più consapevole all’alimentazione può ridurre i disturbi digestivi. Masticare lentamente favorisce la produzione di enzimi salivari, facilitando il processo digestivo. È consigliabile suddividere i pasti in porzioni moderate ed evitare lunghi periodi di digiuno seguiti da abbuffate. La preferenza per alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura, e la limitazione di cibi processati contribuiscono a mantenere un equilibrio gastrointestinale. L’idratazione svolge un ruolo purché si eviti di bere grandi quantità di liquidi durante i pasti.

Strategie preventive e ruolo dei farmacisti

I farmacisti possono svolgere un ruolo attivo nell’educazione del paziente, suggerendo modifiche allo stile di vita e, se necessario, consigliando soluzioni farmacologiche appropriate. In caso di sintomi persistenti, è tuttavia essenziale rivolgersi a un medico per escludere condizioni patologiche sottostanti. L’adozione di abitudini alimentari corrette è la prima linea di difesa contro i disturbi gastrici post-prandiali, con benefici non solo per la digestione ma anche per il benessere generale.

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Uso compulsivo degli schermi e salute mentale negli adolescenti: i risultati di uno studio

La crescente esposizione dei giovani a dispositivi digitali ha sollevato interrogativi sui possibili effetti negativi sul benessere psicologico. Una ricerca pubblicata su Jama e condotta da diversi ricercatori ha analizzato il legame tra modelli di utilizzo compulsivo degli schermi e manifestazioni di ideazione suicidaria, comportamenti autolesionisti e sintomi internalizzanti ed esternalizzanti. Lo studio ha coinvolto 4285 adolescenti statunitensi, con un’età media di 10 anni, seguiti per un periodo di quattro anni.

Traiettorie di utilizzo e rischi per la salute mentale

I risultati hanno evidenziato che il 31,3% dei partecipanti presentava una traiettoria crescente di utilizzo compulsivo dei social media, mentre il 24,6% mostrava un aumento dell’uso problematico del telefono. Rispetto a chi aveva un consumo moderato, i giovani con un impiego eccessivo o in crescita di tali dispositivi presentavano un rischio maggiore di sviluppare ideazione suicidaria o comportamenti autolesionisti. In particolare, un utilizzo elevato dei social media è stato associato a un rischio relativo di 2,39 per comportamenti suicidari, mentre l’uso crescente di videogiochi ha mostrato un impatto sui sintomi internalizzanti.