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Congiuntivite: sintomi, cause, terapie, prevenzione

Aumento della lacrimazione, secrezioni purulente, dolore, bruciore, prurito, intolleranza alla luce e, soprattutto, rossore sono tra le manifestazioni principali della congiuntivite, l’infiammazione della membrana che riveste e protegge la parte anteriore del bulbo oculare e l’interno delle palpebre. Le cause di questo disturbo, particolarmente frequente nella stagione estiva, sono numerose e possono essere di natura infettiva, allergica o irritativa.

Le infezioni alla congiuntiva sono provocate generalmente da batteri o virus e di solito si risolvono in maniera spontanea. Occorre avere l’accortezza di tenere le palpebre ben pulite utilizzando garze sterili imbevute di soluzione fisiologica o acqua borica, dall’azione disinfettante, con cui può essere utile effettuare impacchi o bagni oculari. Nel caso in cui l’infezione fosse di origine batterica, sono d’aiuto colliri a base di antibiotici, spesso combinati con anestetici per ridurre l’eventuale dolore associato: il farmacista saprà consigliare il prodotto più indicato.

Donano sollievo all’occhio irritato anche le lacrime artificiali che contengono sostanze idratanti, come l’acido ialuronico, e acque distillate estratte da piante dall’azione lenitiva e rinfrescante, per esempio camomilla, malva, eufrasia, amamelide, aloe. Controindicata è l’automedicazione con colliri contenenti cortisonici, che potrebbero peggiorare il quadro di una congiuntivite virale. Nell’applicazione del collirio è necessario stare attenti a non toccare le ciglia e la superficie delle palpebre con il beccuccio del flacone, per preservare la sterilità del prodotto. Se i sintomi persistessero per più di 10-15 giorni, si raccomanda di rivolgersi allo specialista in oftalmologia che, dopo aver effettuato una diagnosi differenziale, potrà prescrivere farmaci antibatterici o antivirali.

Primavera ed estate sono i periodi nei quali i soggetti predisposti rischiano maggiormente di andare incontro a congiuntiviti allergiche. Non soltanto i pollini, ma anche altre sostanze allergizzanti possono scatenarle: si pensi al pelo degli animali o agli acari della polvere.

In questi ultimi casi gli individui sensibili possono essere colpiti da congiuntivite in qualsiasi momento dell’anno. L’infiammazione della congiuntiva di natura allergica può pure essere provocata dal contatto diretto con sostanze chimiche utilizzate nella formulazione di cosmetici, come creme specifiche per il contorno occhi, o da principi attivi ed eccipienti contenuti nei colliri. Per attenuare la sintomatologia di una congiuntivite allergica si può ricorrere ad antistaminici, cortisonici o altri antinfiammatori, da usare localmente o da assumere per bocca se comparissero altri segni di reazione allergica, quali starnuti, rinorrea, eruzioni cutanee.

La congiuntivite irritativa è causata dal contatto con sostanze chimiche, quali acidi o basi presenti ad esempio negli shampoo o nell’acqua delle piscine, da fumi e polveri, dall’ingresso di corpi estranei nell’occhio, dalle radiazioni luminose. L’unica forma di prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione agli agenti nocivi.

Indipendentemente dall’agente causale, buone norme igieniche sono quelle di non grattare l’occhio se si avverte prurito, di non frequentare gli ambienti in cui siano presenti allergeni e di detergere gli occhi al rientro a casa, di indossare occhiali dalle lenti scure e dispositivi di protezione individuale nell’eventualità di un’esposizione professionale.

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Conservazione dei farmaci, d’estate medicinali lontani da caldo e umidità

Diverse condizioni tipiche della stagione estiva possono alterare le caratteristiche dei farmaci, se non correttamente conservati. La prima questione da tenere in considerazione è l’elevata temperatura. Come raccomanda l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), se sul foglietto illustrativo non è precisata una temperatura specifica per la conservazione del medicinale, questo può essere conservato in luogo fresco e asciutto, ma non al di sopra dei 25° C. «Se per una o due giornate il farmaco è esposto a temperature superiori – precisa l’Aifa – la qualità non viene pregiudicata, ma oltre questo termine la data di scadenza si riduce considerevolmente. Se la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, non rispettarla potrebbe addirittura rendere i farmaci dannosi per la salute, in particolare farmaci d’emergenza come antibiotici, farmaci adrenergici, insulina, analgesici, sedativi». È quindi buona norma anzitutto tenere sempre i medicinali nella propria confezione originale assieme al foglietto illustrativo. In tal modo sarà possibile verificarne la temperatura di conservazione e anche la data di scadenza resterà sempre ben visibile. D’estate, inoltre, l’Aifa suggerisce, quando possibile, di prediligere le formulazioni solide a quelle liquide, perché meno suscettibili alle alte temperature.

Farmaci speciali.

Ci sono categorie di farmaci alle quali d’estate bisogna fare ancora più attenzione. Tra questi, si possono menzionare quelli per la cura del diabete o le malattie cardiache. I farmaci a base di insulina vanno conservati in frigorifero. «Un’alterazione di una dose di un farmaco fondamentale, come l’insulina o la nitroglicerina – sostiene l’Aifa – può essere rischiosa. Piccole modificazioni in farmaci come antiepilettici e anticoagulanti possono fare la differenza». Anche i farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali che contengono ormoni vanno conservati al fresco, evitando di sottoporli a sbalzi di temperatura. Un accorgimento particolare è inoltre fondamentale per la conservazione di strisce per test diagnostici, come quelle utilizzate per il glucometro o i test per la gravidanza o l’ovulazione: essendo estremamente sensibili all’umidità, è importante riporli in luogo asciutto e non eccessivamente caldo.

Attenzione anche al trasporto.

Spesso d’estate occorre portare i farmaci in viaggio, esponendoli così a sbalzai di temperatura o a eccessivo calore. Per evitare di alterarli, è bene non esporli al sole, trasportandoli in un contenitore termico. In auto, si raccomanda di riporli nell’abitacolo e non nel bagagliaio, mentre in caso di viaggi in aereo, è importante tenere i medicinali nel bagaglio a mano, portando anche le prescrizioni se si tratta di farmaci salvavita. Se, nonostante aver adottato tutti gli accorgimenti del caso, un farmaco dovesse presentare un aspetto anomalo e avere colore, odore o consistenza diversi dal solito, non assumerlo senza prima aver consultato il medico o il farmacista. Si raccomanda, infine, di non mischiare blister di farmaci diversi mettendoli in una sola scatola onde evitare confusione ed errori accidentali nell’assunzione e per avere sempre la confezione e il foglietto illustrativo abbinati al farmaco giusto.

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Gonfiore addominale, errori alimentari primi responsabili della pancia gonfia

Il gonfiore addominale è un disturbo causato in genere da problemi di meteorismo. «Il termine meteorismo – spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss) – è usato per indicare l’eccessiva presenza di gas nel tratto gastrointestinale. Si manifesta con gonfiore addominale, un disturbo molto diffuso nella popolazione di tutte le età. Si tratta di una fastidiosa sensazione di pienezza e tensione, estesa a tutto l’addome o circoscritta a una parte di esso, a volte associata a un aumento visibile della circonferenza addominale». Il gas viene prodotto nel tratto gastrointestinale in modo naturale durante la digestione. Può anche derivare dall’ingestione di aria mentre si mangia e dalla fermentazione di alcuni alimenti da parte dei batteri buoni presenti nella flora batterica intestinale. Se il gas si forma in eccesso e resta intrappolato nell’addome, questo aumenta di volume. Responsabile di gonfiori frequenti è principalmente un’alimentazione scorretta, per cui l’Iss fa notare che «semplici variazioni nella dieta e l’adozione di uno stile di vita corretto, normalmente consentono di tenere i disturbi sotto controllo».

Attenzione a fibre e zuccheri semplici.

Prima di esaminare gli errori dietetici più comuni, occorre precisare che esistono condizioni, non necessariamente legate alla dieta, che provocano gli stessi sintomi tipici del meteorismo o li acuiscono. «Diversi studi – precisa a riguardo l’Iss – dimostrano che anche quantità normali di gas possono provocare fastidio e disturbi addominali nelle persone che presentano una sensibilità al dolore e ai movimenti intestinali superiore alla media. È il caso, ad esempio, di chi soffre di ansia o della sindrome dell’intestino irritabile». Tornando, invece, all’alimentazione, a provocare meteorismo sono spesso eccessi alimentari, fumo o l’uso di gomme da masticare. Esistono poi cibi che contengono gas o ne favoriscono la formazione. Tra questi rientrano gli alimenti che contengono fibre insolubili o alcuni tipi di zuccheri (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili), che non vengono facilmente assorbiti nell’intestino tenue e arrivano quasi inalterati al colon, dove subiscono processi di fermentazione da parte della flora batterica intestinale che li decompone producendo gas. I cibi che più facilmente provocano gonfiore all’addome includono: legumi, varietà di frutta e verdura ricche di fibra, cereali integrali, dolciumi e alimenti con zuccheri semplici. Anche le bevande frizzanti possono aumentare il volume di gas dello stomaco perché addizionate di anidrite carbonica.

Mangiare lentamente e bere di più.

Il gonfiore è spesso provocato anche da alcune abitudini, di cui spesso non siamo consapevoli. Una di queste, molto diffusa, è il consumo dei pasti troppo veloce. Il disturbo può essere favorito anche dall’uso di cannucce per bere e dal parlare mentre si mangia. Anche l’assunzione di integratori di fibre contro la stipsi può contribuire alla produzione di gas intestinale, così come i dolcificanti artificiali contenuti in cibi e bevande dietetiche. Per combattere il problema, è utile tenere un diario alimentare che aiuti a collegare meglio il legame tra un determinato cibo e l’insorgere del gonfiore e ridurre quantità o frequenza di assunzione degli alimenti più ricchi di fibre insolubili, come: fagioli e altri legumi, cipolle, broccoli, cavoli, asparagi, pere, mele, pesche, prugne, farina integrale e segale. Aumentare invece il consumo di acqua, in quanto i liquidi facilitano il transito intestinale e di tisane a base di finocchio e anice a fine pasto, che limitano la fermentazione intestinale e promuovono l’espulsione del gas. Se il problema non migliora, consultare il medico per verificare eventuali problemi di salute.

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Sonno, lo stile di vita influenza la qualità del riposo notturno

«Quasi un Italiano su tre dorme un numero insufficiente di ore e uno su sette riporta una qualità insoddisfacente del proprio sonno». Questi dati emergono da uno studio condotto nel 2019 da ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dell’Università Bocconi e dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in collaborazione con Doxa. Si tratta quindi di un problema comune a molti. I disturbi del sonno sono approfonditi a livello scientifico dalla medicina del sonno, un ramo clinico che si impegna a studiare le motivazioni che impediscono al riposo notturno di essere davvero ristoratore. Dalle evidenze ottenute nel corso delle ricerche effettuate dagli specialisti sono state individuate delle regole basilari che ognuno può mettere in pratica per migliorare la qualità del sonno e ridurre insonnia e altri disturbi.

L’igiene del sonno ha basi scientifiche.

L’Associazione italiana medicina del sonno (Aims) promuove una serie di regole utili per una corretta “igiene del sonno”, un’espressione che indica una serie di comportamenti che, fisiologicamente, favoriscono una buona qualità del riposo notturno. Sono infatti diversi i comportamenti e le azioni nel corso della giornata e, soprattutto, nelle ore che precedono la notte, che influenzano in vario modo il sonno. «Spesso i soggetti sono scettici – osserva l’Aims – rispetto alla possibilità che i propri problemi di sonno possano realmente trarre vantaggio dall’osservazione delle norme indicate. Ciò deriva in parte dal fatto che molte di esse fanno parte, nel bagaglio culturale di tante persone, di una serie di comportamenti interiorizzati come banali, di scarso valore ai fini di un buon stato di salute o addirittura da sempre vissuti come inutili o trascurabili proibizioni». In realtà si tratta di accorgimenti promossi per le loro basi scientifiche. «Nella letteratura scientifica – spiega l’Associazione – è documentato che nella maggior parte delle insonnie, a prescindere dalla loro eziologia, le norme di igiene del sonno non sono rispettate e che tale mancata osservanza costituisce un fattore di cronicizzazione e/o peggioramento del disturbo. È altrettanto documentato che la correzione di comportamenti erronei e l’applicazione in modo sistematico delle norme di igiene del sonno, talvolta “risolve” l’insonnia e spesso contribuisce ad attenuarla».

Comportamenti, alimentazione e ambiente cambiano il sonno.

I principali accorgimenti raccomandati dagli esperti rientrano in tre ambiti: quello comportamentale, quello alimentare e l’ambiente nel quale si dorme. Abitudini e scelte errate in queste aree hanno l’effetto di compromettere l'”orologio biologico” che regola i ritmi naturali dell’alternanza sonno-veglia. Per mantenere il buon funzionamento di questo “orologio”, la prima sana abitudine è quella di mantenere il più possibile costanti e regolari gli orari per coricarsi e svegliarsi. È poi importante non svolgere negli orari serali attività fisiche o intellettuali troppo impegnative. Per tale motivo è bene arredare la camera da letto con gli oggetti strettamente legati al sonno, evitando di aggiungere televisori, computer o altre distrazioni. La stanza deve essere correttamente oscurata e con una temperatura adeguata. Per quanto riguarda l’alimentazione, si sconsiglia di consumare la sera cibi o bevande contenenti sostanze stimolanti, come caffeina e cacao, e si raccomanda di evitare gli alcolici e gli alimenti iperproteici.

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Presentati i nuovi servizi online dell’Agenzia delle Entrate

Nell’ottica di ampliare i propri servizi digitali, l’Agenzia delle Entrate ha aggiunto tre nuove funzionalità all’area riservata del proprio sito Internet www.agenziaentrate.gov.it, rendendo alcune operazioni eseguibili direttamente online. Si tratta del servizio “consegna documenti e istanze” e dei servizi per la richiesta del certificato di attribuzione del codice fiscale e del certificato di attribuzione della partita Iva, nonché del servizio di compilazione della dichiarazione di successione. I nuovi servizi sono già disponibili e immediatamente fruibili senza bisogno di installare e configurare alcun software. L’accesso si effettua semplicemente tramite credenziali Spid, con la carta d’identità elettronica (Cie), la carta nazionale dei servizi (Cns) o, per chi ne è in possesso, con le proprie credenziali Fisconline/Entratel.

Online anche l’attribuzione di codice fiscale e partita Iva.

Il nuovo servizio di consegna documenti e istanze dell’Agenzia delle Entrate permette di inviare direttamente online alcune tipologie di documenti e istanze, senza più bisogno di recarsi fisicamente agli sportelli dell’Agenzia. Dopo la consegna, una volta completati i controlli sui file (antivirus e formato), la procedura genera e rende disponibile la ricevuta in area autenticata. «Inoltre – si precisa nella presentazione dei nuovi servizi – nella nuova area riservata è stata predisposta una funzionalità dedicata al rilascio dei certificati di attribuzione del codice fiscale e di attribuzione della partita Iva, documenti che fino a oggi erano rilasciati solo in ufficio. Il servizio è molto semplice e consente la rapida generazione, il download e l’eventuale stampa del certificato, in formato originale e in copia conforme».

Online anche successioni e volture catastali.

Il servizio “successione online” permette all’utente di caricare direttamente le informazioni degli immobili registrate nel Catasto e di inviare via web la dichiarazione e la domanda di volture catastali. La funzione è accessibile dall’area riservata del sito www.agenziaentrate.gov.it, in cui si attiva un percorso guidato che assiste l’utente nella compilazione corretta dei campi, segnalando eventuali errori, mentre una nuova funzionalità permette di importare i dati in possesso dell’Agenzia. «Viene inoltre offerto supporto alla compilazione – spiega l’Agenzia – tramite alcuni messaggi che segnalano in tempo reale l’inserimento di dati non corretti o documenti non conformi, sulla base delle informazioni in possesso del Fisco, per supportare il contribuente e aiutarlo a non commettere errori».

Area riservata personalizzabile.

L’area riservata del sito dell’Agenzia è stata oggetto di un restyling generale per renderla più semplice e fruibile da smartphone e tablet. I cittadini potranno personalizzarla, aggiungendo i servizi più utilizzati tra i preferiti e avvalersi di un nuovo motore di ricerca per trovarli più rapidamente. «Una volta effettuato l’accesso – aggiunge l’Agenzia – l’area riservata mostra una sezione “in primo piano” con le ultime novità fiscali più importanti e uno spazio in cui è possibile consultare eventuali notifiche personali, come le ricevute relative alla trasmissione di atti, le dichiarazioni, i versamenti e così via, oltre alla possibilità di impostare in brevissimo tempo le informazioni fondamentali del profilo utente (email o Pec, telefono ecc.). L’assistenza online resterà sempre attiva e a portata di mano, per aiutare l’utente a orientarsi tra i vari servizi online».