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L’eccessivo consumo di sale: un rischio per la salute cardiovascolare

Il sale, o cloruro di sodio, è un ingrediente usato nella preparazione e conservazione degli alimenti. Il suo consumo eccessivo può avere ripercussioni negative sulla salute, in particolare sul sistema cardiovascolare. L’assunzione di elevate quantità di sale è associata a un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, condizione caratterizzata da una pressione sanguigna costantemente elevata.

Ipertensione arteriosa e le complicanze

L’ipertensione arteriosa può danneggiare le arterie e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari, principalmente infarto del miocardio e ictus. L’eccesso di sale può portare a ritenzione idrica, causando gonfiore e ulteriore aumento della pressione sanguigna. Nel lungo termine, l’elevata assunzione di sale può anche compromettere la funzionalità renale, poiché i reni svolgono un ruolo nella regolazione dell’equilibrio idrico e salino dell’organismo.

Ridurre il consumo di sale per la salute cardiovascolare

Per prevenire le conseguenze negative dell’eccesso di sale, è consigliabile limitare il consumo di alimenti processati e confezionati, che contengono elevate quantità di sale. Durante la preparazione dei pasti è possibile sostituire il sale con erbe aromatiche e spezie per insaporire i piatti senza aumentare l’apporto di sodio. Leggere attentamente le etichette nutrizionali degli alimenti può aiutare a identificare quelli con un minor contenuto di sale. Il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare il medico curante o il medico specialista di riferimento per una valutazione approfondita e un’adeguata gestione delle condizioni di salute.

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Quando un farmaco non si trova: le soluzioni per garantire la continuità terapeutica

Quando un farmaco prescritto dal medico non è reperibile in farmacia, il paziente può trovarsi in difficoltà. Esistono però soluzioni per garantire la continuità terapeutica, a seconda che il farmaco sia “carente” o “indisponibile”. Sebbene le due condizioni abbiano dei risultati analoghi – ovvero l’assenza del farmaco in farmacia – le origini del problema sono diverse.

Carenza vs indisponibilità: come distinguerle

Un farmaco è considerato carente quando l’azienda titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio (Aic) non riesce ad assicurarne la fornitura su tutto il territorio nazionale. Le cause possono essere molteplici, dalla mancanza di materie prime a problemi produttivi o scelte commerciali.

L’indisponibilità, invece, è dovuta a disfunzioni nella distribuzione locale del farmaco, che quindi manca solo in alcune farmacie o depositi regionali pur essendo disponibile presso il produttore. Per capire se un farmaco introvabile è carente o indisponibile, basta consultare l’elenco dei farmaci carenti pubblicato e aggiornato sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Le soluzioni in caso di carenza

Se il farmaco risulta nell’elenco dei carenti, l’Aifa fornisce indicazioni su come sopperire alla mancanza. Spesso esistono medicinali equivalenti o alternative terapeutiche disponibili in Italia, che il farmacista può dispensare o il medico può prescrivere. Nei casi più critici, il medico può richiedere, tramite le strutture sanitarie territoriali, l’autorizzazione ad importare dall’estero un farmaco analogo a quello carente. L’importazione può essere effettuata anche dalla stessa azienda titolare dell’Aic, sempre previa autorizzazione dell’Aifa. I farmaci importati per carenza vengono poi distribuiti al paziente dalle farmacie ospedaliere o di Asl.

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I danni del fumo attivo e passivo: conoscerli per prevenirli

Il fumo di sigaretta è uno dei più gravi problemi di salute pubblica a livello globale. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il tabagismo è responsabile di milioni di decessi oclogni anno e di numerose patologie che colpiscono diversi organi e apparati del corpo umano. Il fumo attivo, ovvero l’inalazione diretta del fumo di sigaretta da parte del fumatore, è la forma più dannosa di esposizione al tabacco.

Gli effetti del fumo attivo sulla salute.

Il fumo attivo è associato a un aumentato rischio di sviluppare diverse patologie: cancro al polmone, cancro alla laringe, cancro alla bocca, cancro all’esofago e cancro alla vescica. Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Si menzionano l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale, come le malattie respiratorie croniche: broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) ed enfisema polmonare.

Pericoli del fumo passivo

Il fumo passivo, ovvero l’inalazione involontaria del fumo di sigaretta prodotto da altri fumatori, è un rischio per la salute dei non fumatori. L’esposizione al fumo passivo aumenta il rischio di sviluppare cancro al polmone, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie, soprattutto nei bambini e nelle persone con patologie preesistenti. Il fumo passivo può causare irritazione agli occhi, al naso e alla gola, e può scatenare o peggiorare l’asma e altre condizioni respiratorie.

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Ritorno a scuola: i consigli per una routine equilibrata e produttiva

Riprendere i ritmi e le abitudini scolastiche richiede un periodo di adattamento, durante il quale è necessario adottare uno stile di vita equilibrato e regolare. Mantenere una routine ben strutturata può favorire la concentrazione, migliorare il rendimento scolastico e contribuire al benessere generale degli studenti.

Sonno regolare e di qualità

Gli studenti dovrebbero cercare di andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, anche durante i weekend, per regolare il proprio orologio biologico. È consigliabile evitare l’uso di dispositivi elettronici almeno un’ora prima di coricarsi, poiché la luce blu emessa dai devices può interferire con la produzione di melatonina, ormone del sonno. Dormire a sufficienza, tra le 7 e le 9 ore a notte, è essenziale per affrontare con energia e lucidità le sfide quotidiane.

Alimentazione sana e attività fisica

Gli studenti dovrebbero consumare pasti bilanciati, ricchi di frutta, verdura, proteine magre e carboidrati complessi, evitando cibi processati e zuccherati. Fare colazione ogni mattina è particolarmente importante per fornire al corpo e alla mente l’energia necessaria ad affrontare la giornata. Praticare regolarmente attività fisica, anche solo 30 minuti al giorno, può contribuire a migliorare la concentrazione, ridurre lo stress e favorire un sonno di qualità.

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Sindrome feto-alcolica: l’importanza di evitare l’alcol in gravidanza

L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha avviato un’iniziativa volta a sensibilizzare le future mamme e l’intera società sull’importanza di evitare completamente il consumo di alcol durante la gravidanza. Nonostante sia noto che l’assunzione di bevande alcoliche possa compromettere la salute del nascituro, una percentuale non trascurabile di donne in attesa continua a bere, esponendo il feto a gravi rischi. Secondo i dati più recenti del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, relativi al triennio 2019-2022, lo 0,2% delle future mamme rientra nella categoria delle bevitrici croniche, mentre quasi il 6% è classificato come bevitrice sociale, ovvero consuma alcol saltuariamente durante incontri e uscite con amici e colleghi.

Astensione dall’alcol durante la gestazione è fondamentale

In occasione della Giornata mondiale della lotta alla sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati, che si celebra il 9 settembre, l’Iss ha lanciato la campagna “Zero alcol in gravidanza”. Il messaggio chiave è che non esiste una quantità sicura di alcol durante la gestazione e che l’unica scelta possibile per tutelare la salute del bambino è astenersi completamente dal consumo di bevande alcoliche. La campagna coinvolge anche i futuri papà, sottolineando il loro ruolo di supporto in questo percorso.

Il progetto biennale dell’Iss per i disturbi dello spettro feto-alcolico

Parallelamente alla campagna di sensibilizzazione, l’Iss ha avviato un progetto biennale che si articola in tre obiettivi principali: monitorare il consumo di alcol in gravidanza, formare gli operatori socio-sanitari e sensibilizzare sui rischi connessi all’esposizione fetale all’alcol. Il progetto prevede un’attività di laboratorio per acquisire informazioni sul consumo di alcol e l’eventuale uso concomitante di altre sostanze psicotrope nelle giovani donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Saranno organizzati corsi di formazione a distanza per gli operatori socio-sanitari, al fine di aumentare la loro capacità di intercettare precocemente i rischi legati al consumo di alcol in gravidanza. L’attività di sensibilizzazione sarà rivolta anche agli studenti delle ultime classi delle scuole secondarie di secondo grado, attraverso i social media e interventi nelle scuole stesse.