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Bere poca acqua (o non bere) porta al consumo di bevande caloriche

Con la stagione estiva alle porte e con le prime ondate di calore, garantire il giusto reintegro di liquidi e sali minerali consente all’organismo di preservare le proprie funzionalità, evitare i sintomi della disidratazione ed affrontare con le giuste energie le giornate soleggiate.  Un recente studio pubblicato, tuttavia, ha dimostrato che non bevendo acqua si è più portati a dissetarsi con bevande dall’alto tenore calorico. In particolare, la ricerca ha esaminato il modo in cui l’acqua potabile è stata associata con la quantità di calorie che i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti consumano da bevande zuccherate, comprese bevande gassate, bevande alla frutta e bevande sportive.

Tra gli 8.400 partecipanti a un’indagine rappresentativa a livello nazionale (età 2-5, 6-11 e 12-19 anni), circa un quinto ha riferito di non assumere acqua in un dato giorno. Dopo aver considerato i fattori sociodemografici, nessun apporto di acqua è stato associato con l’assunzione di 93 calorie e il 4,5% in più di calorie da bevande zuccherate tra i partecipanti di età compresa tra 2 e 19. L’entità di tale apporto calorico variava per età e gruppi. Per esempio, i bambini che non bevevano acqua consumavano 122 calorie in più dalle bevande zuccherate. I dati dello studio non consentono inferenze sulla causalità, ma i ricercatori riportano che i risultati dimostrano che bambini, adolescenti e giovani adulti dovrebbero bere acqua ogni giorno per evitare di consumare calorie e zucchero in eccesso.

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Inquinamento atmosferico, studio: «Possibile ruolo nello sviluppo di malattie cardiometaboliche»

L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale al mondo e causa più di nove milioni di morti all’anno. Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Investigation mostra che l’inquinamento atmosferico può svolgere un ruolo nello sviluppo di malattie cardiometaboliche, come il diabete. Gli stessi studiosi sottolineano che gli effetti osservati erano reversibili con la cessazione dell’esposizione.

Nello studio pubblicato, i ricercatori hanno scoperto che l’inquinamento atmosferico era un “fattore di rischio per un fattore di rischio” che ha contribuito allo sviluppo di condizioni comuni ad altri problemi fatali come infarto e ictus. Analogamente a come una dieta malsana e la mancanza di esercizio fisico possono portare a malattie, anche l’esposizione all’inquinamento atmosferico potrebbe essere aggiunta a questo elenco di fattori di rischio.

Queste particelle sono state fortemente collegate a fattori di rischio per la malattia. Ad esempio, gli effetti cardiovascolari dell’inquinamento atmosferico possono causare infarto e ictus. Il team di ricerca ha dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico può aumentare la probabilità degli stessi fattori di rischio che portano a malattie cardiache, come la resistenza all’insulina e il diabete di tipo 2.

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Mal di gola e raffreddore, i consigli per la prevenzione

Con l’ingresso nella stagione autunnale ci si avvicina anche al picco di freddo tipicamente previsto nella maggior parte delle località italiane. A causa dell’abbassamento delle temperature, tuttavia, è più facile essere esposti a mal di gola e raffreddore che se non presi per tempo potrebbero costituire un fastidio di non facile risoluzione. Ciò soprattutto in presenza di eventuali complicazioni o problemi di salute già presenti. Circa 6 milioni di italiani saranno colpiti da influenza. Mentre, 8 milioni contagiati da virus parainfluenzali. Nell’ottica di prevenzione, Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica, ha diramato una serie di consigli utili ad evitare mal di gola e raffreddore.

A fornire informazioni in merito è Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute presso l’Università degli studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi. Nel dettaglio, l’esperto sottolinea che «un consiglio semplice quanto valido per evitare mal di gola e raffreddore è senz’altro quello di proteggere sempre gola e naso quando ci si trova all’esterno, soprattutto in caso di sbalzi di temperatura, e in luoghi caldo-umidi e affollati, come negozi, locali e mezzi pubblici». Dunque, «ricordarsi – suggerisce Pregliasco – di lavare spesso le mani e vestirsi a cipolla, proprio per adattarsi velocemente a sbalzi repentini di temperatura».

«Anche il fumo andrebbe abolito – puntualizza l’esperto -. Tra le numerose controindicazioni del fumo per la nostra salute, va ricordato che la sigaretta ha un’azione irritante diretta sulle alte vie respiratorie, rendendole più facilmente vulnerabili e soggette all’insorgenza di infiammazioni». E ancora, «oltre agli sbalzi di temperatura, che mettono a dura prova il meccanismo di difesa delle mucose nasali dall’attacco dei virus presenti nell’aria, anche l’affollamento di mezzi pubblici e negozi rappresenta un potenziale pericolo per la nostra salute. Il classico mal di gola, infatti, è legato alla faringite ovvero a un’infiammazione che per lo più ha origine virale».

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Ulipristal acetato 5mg (Esmya), le autorità: «Può causare danni al fegato»

«Ulipristal acetato da 5 mg (Esmya e medicinali generici), utilizzato per il trattamento dei sintomi dei fibromi uterini, può causare danni al fegato, compresa la necessità di trapianto di fegato». È quanto fa sapere l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha diramanto i risultati di una revisione sulla sicurezza di tale medicinale portata a termine dal Comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac).

Le autorità europee hanno «valutato tutte le prove disponibili, inclusi i casi segnalati di grave danno epatico». Ciò consultando anche «pazienti e degli operatori sanitari, compresi esperti in ginecologia».

Ne consegue che, alla luce delle evidenze, e «poiché non è stato possibile identificare quali pazienti fossero maggiormente a rischio, o le misure che potessero ridurre il rischio, il Prac ha concluso che i rischi di questi medicinali superano i loro benefici e che essi non devono essere commercializzati nell’Ue».

Le agenzie sottolineano inoltre che «Ulipristal acetato è anche autorizzato come medicinale monodose per la contraccezione d’emergenza».

Questa raccomandazione, tuttavia, «non influisce sui medicinali contenenti ulipristal acetato a dose singola (ellaOne e altri nomi commerciali) utilizzati come contraccettivi di emergenza e non vi è alcuna preoccupazione per il danno epatico con questi medicinali».

Maggiori informazioni su cosa fare in caso di somministrazione di questo farmaco possono essere reperite contattando il proprio medico curante o lo specialista: entrambi sapranno fornire i chiarimenti necessari e suggerire la migliore soluzione.

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Gel igienizzanti e lavaggi frequenti, come proteggere le mani dalle irritazioni?

Il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità ci rammentano costantemente che uno degli strumenti più efficaci per la prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2 sia la corretta e frequente igiene delle mani, mezzo di interazione con l’ambiente esterno tramite cui veniamo a contatto con persone, animali, telefoni, maniglie, chiavi, monete e banconote, per citare soltanto alcune delle possibili fonti di contaminazione. Tenendo conto che non solo il coronavirus ma anche altri microrganismi patogeni possono essere trasmessi attraverso le mani, toccando bocca, naso e occhi, è importante più che mai lavarle accuratamente oppure, in assenza di acqua e sapone, igienizzarle con appositi prodotti in forma di gel, soluzioni spray, salviette impregnate di disinfettanti a base di alcol o cloro. Sia i saponi usati ripetutamente che gli agenti virucidi sono però particolarmente aggressivi nei confronti della cute delle mani, che nei prossimi mesi sarà esposta anche all’attacco di freddo e vento, senza dimenticare l’inquinamento sempre presente nelle città.

Il dorso delle mani appare quindi secco, ruvido al tatto, con la pelle desquamata e dal colorito spento. Il palmo e la cute che circonda le unghie sono invece più facilmente colpiti dalle fastidiose ragadi. Va ricordato che la pelle delle mani è priva di ghiandole sebacee ed è protetta da un sottile film idrolipidico. Questa pellicola viene meno con l’impiego di sostanze sgrassanti, che facilitano irritazioni e screpolature. Per la detersione sono da preferire i saponi a pH neutro, meglio se arricchiti con oli nutrienti, come quelli di mandorle dolci, argan, cocco, jojoba, ricino. Occorre risciacquare le mani con cura con acqua non troppo calda per eliminare ogni residuo di sapone. Si consiglia l’utilizzo di asciugamani in fibre naturali, evitando gli strofinamenti e facendo attenzione a non lasciare tracce di umidità tra le dita per prevenire macerazioni. Quando si maneggiano detersivi per la pulizia della casa si suggerisce di usare sempre dei guanti protettivi.

Non bisogna dimenticare di portare con sé i guanti quando si esce nella stagione invernale e, durante tutto l’anno, di applicare un filtro solare adeguato al proprio fototipo per scongiurare la formazione di macchie cutanee.

Per trattare la secchezza esistono diverse formulazioni in crema dall’azione idratante e, per chi svolge lavori manuali, le cosiddette paste barriera idrorepellenti. Per il giorno sono più adatte emulsioni leggere dalla texture non untuosa, arricchite con glicerina, urea, acido ialuronico, pantenolo, vitamine E ed A. Se la pelle risultasse particolarmente infiammata, possono essere d’aiuto pomate a base di calendula, dall’azione lenitiva. Per attenuare il dolore e il bruciore provocati dalle ragadi risultano utili prodotti specifici in forma di spray, gel, cerotti, che proteggono i piccoli taglietti dal contatto con sostanze irritanti e promuovono la rimarginazione della cute. Per la notte sono disponibili cosmetici più corposi e maschere da applicare prima di coricarsi e da risciacquare al risveglio dopo aver indossato guanti in filo di cotone o al termine del tempo di posa indicato sulla confezione.