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Antiacidi, antisecretori, citoprotettori contro dispepsia e iperacidità gastrica

Diversi sono i disturbi e le patologie a carico dello stomaco, causati da uno squilibrio tra fattori gastroprotettivi (lo strato di muco che ripara l’epitelio delle pareti gastriche) e gastrolesivi (stimolazione dei terminali nervosi da parte di acido cloridrico ed enzimi digestivi). Questo sbilanciamento può essere dovuto a stress prolungato, all’impiego di alcuni medicinali, soprattutto antinfiammatori, al fumo di sigaretta, che aumenta la secrezione acida gastrica, all’infezione da Helicobacter pylori, un batterio che, quando colonizza la mucosa gastrica, determina una condizione di infiammazione. Si avvertono quindi dispepsia, cioè difficoltà nella digestione, sensazioni di bruciore e dolore alla bocca dello stomaco, pesantezza dopo i pasti, eruttazioni. Può presentarsi un’esofagite da reflusso e, nei casi più gravi, si arriva alla formazione di ulcere gastriche e/o duodenali, con erosione della parete gastrica.

Tra i farmaci utilizzati per trattare la gastrite si ricordano gli antiacidi, che neutralizzano l’acidità gastrica. Si tratta di molecole di natura basica, come bicarbonati, carbonati, idrossidi, in particolare di alluminio e di magnesio. Poiché i sali di alluminio hanno un effetto costipante e quelli di magnesio lassativo, esistono antiacidi che contengono entrambi per evitare spiacevoli effetti collaterali. L’antiacido è un farmaco puramente sintomatico, da prendere al bisogno, e ha una durata d’azione limitata alla sua permanenza nello stomaco, motivo per cui l’effetto viene meno dopo 1-2 ore dall’assunzione.

Per trattare disturbi più severi si può ricorrere a farmaci antisecretori, quali ranitidina e famotidina. Sono usati in caso di ulcere gastroduodenali, nel reflusso gastroesofageo, nella prevenzione dell’ulcera iatrogena, provocata cioè da farmaci, e nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori, associati ad antibatterici. Tra gli antisecretori, ancora più efficaci e potenti sono omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, esomeprazolo. Si possono assumere 20-30 minuti prima della colazione o alla sera prima di coricarsi e l’effetto dura 24 ore. Si tratta di farmaci ben tollerati, la terapia è di solito breve e gli effetti collaterali, non frequenti, consistono per lo più in disturbi gastroenterici. In generale, tutti i farmaci che innalzano il pH gastrico possono interferire con l’assorbimento di altri medicinali, per cui la somministrazione andrebbe dissociata nel tempo, e predisporre al rischio di infezioni gastrointestinali. Infatti, la funzione dell’acidità del succo gastrico, oltre a favorire la digestione, è anche quella di abbattere la carica microbica che introduciamo con gli alimenti. In seguito all’uso prolungato di gastroprotettori è stato inoltre osservato un rischio aumentato di fratture ossee a causa di un malassorbimento del calcio e un incremento della carenza di ferro e vitamina B12 derivante da protratta ipoacidità gastrica.

Esistono infine farmaci in grado di aumentare la sintesi endogena di ioni bicarbonato, di natura basica, e di muco, dall’azione protettiva sulle cellule della parete dello stomaco. Tra questi medicinali, si citano il misoprostolo, controindicato in gravidanza per il rischio di aborto; il sucralfato, che può provocare stipsi dal momento che contiene alluminio; i derivati del bismuto, che possono conferire una colorazione scura alla lingua e alle feci; gli alginati, che al pH gastrico formano gel altamente viscosi dall’azione protettiva sulla mucosa e possono essere associati con simeticone, una sostanza antischiumogena che riduce il gonfiore.

In tutti i casi sopra esposti medico curante e farmacista sono sempre disponibili ad offrire il miglior supporto alla comprensione e all’approccio alle problematiche.

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Disturbi del ciclo mestruale, in che modo alleviare i sintomi?

Per molte donne in età fertile la primavera, così come l’autunno, rappresenta una stagione difficile per quanto riguarda il ciclo mestruale. Soprattutto coloro che già abitualmente soffrono della sindrome premestruale vedranno accentuarsi il dolore addominale, l’irritabilità e l’insonnia. Fortunatamente la natura e la chimica farmaceutica forniscono diversi rimedi utili per attenuare la fastidiosa sintomatologia che accompagna il ciclo femminile.

Per il benessere sia fisico che psichico, si suggerisce a tutte di praticare attività fisica con regolarità. Anche ginnastiche dolci come lo yoga, il pilates e il qi gong sono di grande aiuto poiché, oltre a rilassare la muscolatura contratta e ridurre in questo modo alcuni dolori localizzati, hanno un effetto distensivo e dunque benefico sull’umore.

Se prevale uno stato ansioso e si ha difficoltà a prendere sonno, è bene escludere dalla dieta gli alimenti contenenti caffeina, come caffè, tè, cacao, e le bevande energizzanti. Oltre a numerose piante che facilitano l’addormentamento e promuovono un sonno ristoratore, quali valeriana, tiglio, camomilla, griffonia, ve ne sono alcune dall’azione antidepressiva, come passiflora, biancospino, lavanda, melissa, iperico. Quest’ultimo è controindicato se si assume un estroprogestinico per prevenire gravidanze indesiderate, poiché può interferire col suo assorbimento, riducendone l’efficacia anticoncezionale.

Vitamine del gruppo B e magnesio sono indicati sia per il tono dell’umore, che per il riposo notturno, che per la tensione mammaria. I frutti essiccati dell’agnocasto contengono un pool di molecole che, in sinergia, regolarizzano il ciclo mestruale e riducono la mastodinia.

Per mitigare gli spasmi, possono essere d’aiuto integratori a base di finocchio, che contrasta anche il gonfiore addominale provocato da un eccesso di gas. Per la ritenzione idrica e la stasi linfatica sono utili invece la linfa della betulla, dall’azione diuretica, la centella asiatica, che supporta il microcircolo e attenua la sensazione di gambe pesanti, la pilosella, drenante e depurativa. Occorre ricordarsi di bere tanta acqua, almeno 2 litri al giorno, preferibilmente con un basso contenuto di sodio.

Se il dolore fosse molto intenso e i rimedi naturali non si dimostrassero sufficienti, si può ricorrere ai farmaci antinfiammatori non steroidei, molti dei quali acquistabili senza l’obbligo di presentare la prescrizione del medico. Per alleviare cefalea e dolori pelvici si possono assumere medicinali a base di ibuprofene, naprossene, ketoprofene, acido acetilsalicilico. Questi hanno un’azione antidolorifica maggiore rispetto al paracetamolo, ma possono provocare gastralgia. Per questo motivo se ne consiglia sempre l’assunzione a stomaco pieno.

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Gambe gonfie: come rimediare con alimentazione appropriata, integratori e movimento

Con i primi caldi sono molte le persone che arrivano a sera con gonfiore a caviglie e polpacci, indolenzimento ai piedi, sensazione di gambe pesanti e affaticate, crampi muscolari, estremità fredde. Il gonfiore degli arti inferiori e gli altri segni caratteristici che lo accompagnano non rappresentano un problema meramente estetico, ma sono un fastidio doloroso nella maggior parte dei casi. La causa principale è la ritenzione di liquidi e l’accumulo risulta più evidente a livello degli arti inferiori perché maggiormente soggetti alla forza di gravità rispetto ad altre parti del corpo. In particolare, il sangue ristagna nei capillari sanguigni e la linfa nei capillari linfatici. La presenza in eccesso di liquido interstiziale, cioè del fluido presente tra le cellule di un tessuto, determina i cosiddetti edemi, motivo del gonfiore.

Il termine “microcircolazione” fa riferimento alla ramificazione del torrente circolatorio in vasellini. I vasi di piccolo calibro svolgono un ruolo fondamentale nel trasportare ai tessuti, col sangue, molecole vitali come ossigeno, sostanze nutritive, ormoni. La funzionalità del microcircolo diminuisce con l’età in maniera fisiologica, ma il processo può essere sostenuto e accelerato da diversi fattori, tra cui l’abuso di alcol, l’abitudine al fumo, l’elevato consumo di sale, il peso in eccesso, l’assunzione di alcune classi di medicinali, tra cui i contraccettivi ormonali, i farmaci cortisonici e i calcio-antagonisti, impiegati nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Anche patologie come l’insufficienza renale, il diabete, le malattie cardiovascolari possono peggiorare il quadro.

Per favorire il benessere della circolazione e prevenire la ritenzione idrica occorre bere quotidianamente almeno due litri di acqua. Semi oleosi e frutta a guscio, ricchi di vitamina E, proteggono dalle infiammazioni l’endotelio, il tessuto che riveste internamente vasi sanguigni e linfatici. I frutti rossi sono un toccasana per il circolo ematico: contengono sostanze utili per il mantenimento dell’elasticità e della tonicità delle pareti dei vasi e per la riduzione della permeabilità vasale, hanno proprietà antiossidanti, depurative e diuretiche. In farmacia sono reperibili supplementi dietetici in cui troviamo concentrate le sostanze attive sul microcircolo, come estratti di ippocastano, ginkgo biloba, vite rossa, rusco. Gli estratti vegetali possono rientrare anche nella formulazione di gel, da massaggiare sulle gambe partendo dalle caviglie per risalire verso le cosce. Per un gradevole effetto rinfrescante possono essere conservati in frigorifero. Per contrastare la ritenzione idrica vengono in aiuto drenanti contenenti estratti di betulla, tè verde, pilosella, ortosiphon, equiseto, verga d’oro, ananas. Disponibili in flaconi o in stick predosati, possono essere diluiti in un bicchiere d’acqua e bevuti al risveglio; alternativamente, l’assunzione può essere distribuita nell’arco della giornata, aggiungendo il contenuto di una bustina o di un tappo dosatore all’interno di una bottiglia da mezzo litro d’acqua.

Per il sistema circolatorio non c’è niente di migliore di una camminata. Sono sufficienti trenta minuti al giorno per godere dei benefici del movimento. La sedentarietà, così come la permanenza in piedi per lunghi periodi, contribuisce infatti al ristagno di liquidi, soprattutto a livello di piedi e caviglie. Per facilitare il ritorno del sangue al cuore durante le ore di riposo notturno si può dormire tenendo le gambe in posizione rialzata, appoggiandole su uno o due cuscini.

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Cistite, un disturbo fastidioso: prevenzione e trattamento

La cistite è un’infezione comune soprattutto tra le donne. È causata da batteri in prevalenza di origine fecale che attraverso l’uretra, più corta nel sesso femminile, raggiungono la vescica. I sintomi principali di questo fastidio, spesso ricorrente, sono lo stimolo ad urinare frequentemente, difficoltà ad espellere l’urina, bruciore alla minzione e talvolta dolore anche importante.

Col caldo la sintomatologia può peggiorare, in quanto si va più facilmente incontro a disidratazione. Quando si soffre di infiammazioni alla vescica urinaria, la prima regola è quella di bere molto per diluire la carica batterica.

Nonostante si tratti di un’infezione sostenuta da batteri, ad eccezione dei casi gravi con presenza di sangue nelle urine e febbre, l’utilizzo degli antibiotici è sconsigliato, anche per scongiurare il rischio di fenomeni di resistenza. Si ricorda che gli antibiotici per uso sistemico non sono farmaci di libera vendita, ma vanno prescritti dal medico che, in caso di necessità, saprà consigliare quello più adatto, sulla base dei risultati dell’esame di urocoltura.

Se il disturbo tende a recidivare, meglio agire d’anticipo prevenendo il problema, ricorrendo all’impiego di integratori contenenti sostanze in grado di impedire la colonizzazione delle pareti vescicali da parte dei microrganismi patogeni e di facilitare il distacco di quelli già adesi.

I principali prodotti sul mercato contengono estratti di cranberry o mirtillo rosso americano e semi di pompelmo, caratterizzati dalla presenza di sostanze ad azione antibatterica. Altri preparati sono a base di D-mannosio, uno zucchero che, senza essere assorbito, raggiunge la vescica e si lega ai batteri causa dell’infezione, favorendone l’eliminazione.

L’acetilcisteina è un mucolitico usato anche come rimedio per la tosse, che in caso di cistite agisce sciogliendo il biofilm con cui i germi aderiscono alla mucosa delle vie urinarie. Uva ursina, verga d’oro e betulla, con il loro effetto drenante, si ritrovano spesso in associazione nei prodotti per la cura della cistite.

Per quanto concerne lo stile di vita, per fronteggiare o prevenire episodi di cistite occorre curare l’igiene intima, preferendo detergenti delicati per non alterare flora microbica e pH vaginali. Da un punto di vista dietetico, si suggerisce di limitare il consumo di alcuni cibi irritanti, come insaccati, spezie, cioccolato, introducendo alimenti che stimolino un’evacuazione regolare. È bene quindi portare in tavola porzioni abbondanti di frutta e verdura. Può essere utile effettuare un ciclo di integrazione con probiotici. Evitare infine gli indumenti troppo stretti e utilizzare biancheria intima di cotone.

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In che modo garantire la regolarità del transito intestinale?

Non tutte le persone vanno di corpo regolarmente. Alcune possiedono un intestino più pigro e fanno fatica ad evacuare o avvertono una sensazione di svuotamento intestinale incompleto. Il disturbo può essere passeggero oppure cronicizzare. Nel primo caso può trattarsi della conseguenza di un intervento chirurgico che ha coinvolto l’apparato gastroenterico, così come di una variazione delle abitudini quando ci si trova lontani da casa per un viaggio. Il problema è più frequente nel sesso femminile e in età avanzata. Può anche accompagnare il periodo della gravidanza, interessare coloro che bevono poco o conducono una vita sedentaria, far seguito ad una terapia antibiotica. Il colon irritabile è spesso caratterizzato da alvo alterno. La stitichezza cronica si manifesta in patologie che hanno risvolti sulla motilità intestinale o che provocano infiammazioni della mucosa. È anche un frequente effetto collaterale di molti farmaci ed è comune in patologie croniche come il diabete e le malattie neurodegenerative. In ogni caso, la qualità di vita di chi soffre di stitichezza può risentirne negativamente.

Per risolvere il fastidio, a volte è sufficiente introdurre cambiamenti nello stile di vita, impegnandosi a praticare regolarmente attività fisica, idratandosi in maniera opportuna sia d’estate che d’inverno, consumando i pasti ogni giorno indicativamente agli stessi orari. Si consiglia di aumentare l’apporto di alimenti ricchi di fibre, come cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Se queste correzioni non bastassero per ristabilire un regolare transito intestinale, possono essere utili gli integratori alimentari contenenti macrogol, polietilenglicole o PEG oppure zuccheri come lattulosio, mannitolo e sorbitolo. Le sostanze citate sono considerate dei lassativi osmotici, che agiscono cioè richiamando liquidi nell’intestino. Questo rende le feci più morbide, facilitandone l’eliminazione. I lassativi osmotici possono essere assunti anche da bambini e anziani, in ogni caso con l’accortezza di bere in abbondanza.

I lassativi di massa sono a base di fibre solubili che, trattenendo l’acqua, aumentano il volume delle feci. Alcuni esempi sono lo psillio, la crusca, la gomma di guar, l’agar-agar. Anche questi lassativi possono essere impiegati nell’infanzia e nella terza età, oltre che durante la gravidanza. I cosiddetti lassativi di contatto, dato che promuovono la motilità intestinale con il rischio di provocare crampi dolorosi o peggiorare la stitichezza, non andrebbero usati per lunghi periodi. Cascara, senna, rabarbaro, frangula, olio di ricino agiscono con questo meccanismo, aumentando la contrazioni delle pareti intestinali e favorendo così l’avanzamento della massa fecale. I lassativi emollienti, come la paraffina liquida o olio di vaselina, invece lubrificano le feci e ne agevolano l’espulsione.

Esistono poi lassativi salini, a base di ioni magnesio, fosfato e solfato, nei confronti dei quali si può però sviluppare una tolleranza, che si traduce in un minore effetto lassativo nel tempo agli stessi dosaggi. Alcuni di questi sali sono lassativi decisamente forti, per cui l’uso andrebbe limitato alla preparazione di esami endoscopici e interventi di chirurgia. Oltre ai rimedi per bocca, si ricorda infine la possibilità di ricorrere all’impiego di supposte o microclismi di glicerolo. Per orientarvi nel mondo dei prodotti per regolarizzare l’evacuazione, i professionisti più indicati a cui chiedere consiglio rimangono il farmacista di fiducia e il vostro medico.