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“Mamma in salute”, l’app per gravidanza e maternità del ministro della Salute

È disponibile gratuitamente negli store Apple e Googleplay l’app “Mamma in salute”, presentata il 12 maggio in occasione della Festa della mamma da Giulia Grillo, ministro della Salute, con lo scopo di sostenere la donna durante la gravidanza e la maternità. Nello specifico, l’applicazione è composta da tre sezioni informative: quella relativa al periodo prima della gravidanza, gravidanza e parto, ed infine dopo il parto ed allattamento. Tali aree consentiranno di reperire consigli ed informazioni utili alla donna che ha in programma una gravidanza. L’applicazione, inoltre, dispone di un collegamento «con la mappa dei Centri per la procreazione medicalmente assistita, i riferimenti dei consultori familiari su tutto il territorio nazionale, cosa sono e dove si possono trovare le banche del latte, sono solo alcuni dei servizi a favore e a sostegno della maternità che il ministero mette a disposizione in un unico strumento».
In aggiunta a ciò, spiega il ministero, «con la mappa dei punti nascita sarà possibile localizzare le strutture assistenziali dove una donna può partorire, con informazioni dettagliate sul numero di culle, la presenza dell’unità di neonatologia e di terapia intensiva neonatale, il pronto soccorso pediatrico, il volume di parti effettuati nella struttura». Tali informazioni, evidenzia, «possono rappresentare un utile supporto alla donna per l’esercizio di scelta consapevole di dove partorire». L’app, infine, dispone anche di un Diario della gravidanza personalizzato, ove «sarà possibile registrare i risultati delle indagini diagnostiche-strumentali effettuate e delle visite ginecologiche», e di un’agenda «che si connette automaticamente a quella del proprio smartphone, ricorderà alla donna gli appuntamenti più importanti per tutti i nove mesi di gestazione».

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Integratori contenenti curcuma, ministero ne segnala diversi da non assumere

In tre diverse segnalazioni, rispettivamente del 10, del 16 e del 17 maggio 2019, il ministero della Salute, sulla base di quanto comunicato dall’Istituto superiore di sanità, ha informato della presenza di diversi casi di epatite acuta colestatica, risolti favorevolmente, associati all’uso di integratori contenenti curcuma. Per questo motivo, il dicastero «raccomanda di non consumare tali lotti», in attese delle verifica da parte delle autorità competenti. Venendo ai prodotti segnalati, essi sono «Curcumina Plus 95%», con lotto di produzione 18L823 e scadenza 10/2021, «Curcumina 95%», con lotto di produzione 18M861 e scadenza 11/2021 e «Curcumina Plus 95% Plus Piperina Line@ & vitamine B1, B2, B6 1000 mg/60 compresse», con lotti di produzione 2077-LOT 198914 e scadenza 02/2022 e 18e590 con scadenza 3/2021.
In aggiunta ai precedenti, si evidenziano inoltre «Curcuma complex B.A.I. aromatici per conto di Vitamin shop», «Tumercur Sanandrea», «Movart Scharper SpA stabilimento a Nichelino», «Curcuma Meriva 95% 520mg Piperina 5 mg Farmacia dr. Ragazzi, Malcontenta», ed infine «Curcuma “Buoni di natura” Colfiorito», di cui tuttavia non vengono segnala lotti e date di scadenza. In ogni caso, il ministero informa che «i consumatori sono invitati a titolo precauzionale a sospendere temporaneamente il consumo di tali prodotti», anche nel caso di acquisti effettuati online.

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Settimana nazionale della celiachia, un’opportunità per conoscere la patologia

Come ogni anno, dal 2015, anche nel 2019 si svolge la Settimana nazionale della celiachia, dall’11 al 19 maggio 2019. L’iniziativa, giunta dunque alla quinta edizione, è portata avanti dall’Associazione italiana celiachia (Aic). Quest’ultima, a partire dal 1979, «si impegna a cambiare in meglio la vita delle persone celiache e dei loro famigliari». Ad oggi, la patologia interessa in Italia circa 600.000 persone. Tuttavia, si ritiene che un gran numero di persone siano del tutto inconsapevoli di essere affetti da malattia celiaca. Per questo motivo, il tema dell’edizione 2019 della Settimana nazionale della celiachia è incentrato sul futuro della diagnosi. Secondo quanto spiega l’Aic «le diagnosi di celiachia risultano solo al 30% di quelle attese eppure i nuovi celiaci diagnosticati sono in calo». Per questo motivo «è sempre più difficile individuare nuovi pazienti in quanto affetti da sintomi non classici della celiachia, sintomi inizialmente non riconducibili a questa patologia». In occasione della Settimana 2019 vengono analizzati i sintomi non classici e messi a disposizione indicazioni rivolte agli specialisti per ridurre il numero di pazienti non ancora diagnosticati.
Corre utile ricordare che la malattia celiaca, secondo quanto spiega l’Aic, «è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut®, triticale)». Data questa infiammazione il soggetto celiaco sviluppa una serie di sintomi che variano da persona a persona e che caratterizzano il quadro clinico. Esso «va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, quali anemia, astenia, amenorrea, infertilità, aborti ricorrenti, bassa statura, ulcere del cavo orale, osteoporosi, dolori articolari, dermatiti, edemi, alopecia, alla associazione con altre malattie autoimmuni, fino a complicanze molto gravi quali l’epilessia con calcificazioni cerebrali o il linfoma intestinale».

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Malattie cardiache, le noci utili ad abbassare pressione sanguigna

Se combinato con una dieta a basso contenuto di grassi saturi, mangiare noci può aiutare a ridurre la pressione del sangue nelle persone a rischio di malattie cardiovascolari. È quanto scoperto in un nuovo studio della Penn State University. Nello specifico, i ricercatori hanno esaminato gli effetti della sostituzione di alcuni grassi saturi nelle diete dei partecipanti con le noci. Ebbene, hanno scoperto che quando i partecipanti mangiavano noci intere al giorno in combinazione con quantità totali inferiori di grassi saturi, avevano una pressione arteriosa centrale più bassa. Secondo i ricercatori, la pressione centrale è la pressione che viene esercitata su organi come il cuore. Questa misura, come la pressione arteriosa misurata nel braccio in modo tradizionale, fornisce informazioni sul rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare (CVD).
«Quando i partecipanti mangiavano noci intere – ha spiegato Penny Kris-Etherton, professore di nutrizione -, vedevano benefici maggiori rispetto a quando consumavano una dieta con un profilo simile ad acidi grassi come noci senza mangiare il dado stesso». Pertanto, spiega, «sembra che ci sia qualcosa in più nelle noci che è benefico – forse i loro composti bioattivi, forse la fibra, forse qualcos’altro – che non si ottiene da soli gli acidi grassi». «Le noci contengono acido alfa-linolenico – Ala – un omega-3 vegetale che può influenzare positivamente la pressione sanguigna. Volevamo vedere se l’Ala fosse il principale contributo a questi benefici salutari o se fosse un altro componente bioattivo delle noci, come i polifenoli: abbiamo progettato lo studio per verificare se questi componenti avessero benefici addizionali». I ricercatori hanno scoperto che mentre tutte le diete di trattamento hanno avuto un effetto positivo sugli esiti cardiovascolari, la dieta con noci intere ha fornito i maggiori benefici, tra cui la pressione arteriosa diastolica centrale inferiore. In contrasto con la pressione brachiale – che è la pressione che si allontana dal tuo cuore e misurata con un bracciale nell’ufficio del medico – la pressione centrale è la pressione che si muove verso il tuo cuore. «Invece di cercare carne rossa grassa o latticini grassi per uno spuntino, prendi in considerazione l’aggiunta di latte scremato e noci», ha spiegato Kris-Etherton. «Penso che si riducano a come possiamo ottenere il massimo dal cibo che stiamo mangiando, in particolare, come ottenere un po ‘più di botta dal cibo in cambio In questo senso, le noci sono un buon sostituto per il grasso saturo».

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Farmaci a base di domperidone, le informazioni per una migliore sicurezza

Il domperidone è un principio attivo presente in vari farmaci usati per attenuare i sintomi di nausea, vomito, gonfiore dello stomaco, dolori addominali e rigurgito gastro-intestinale. Può essere usato negli adulti, ma, con le dovute accortezze e limitazioni, anche dai bambini per alleviare nausea e vomito. In una nota diramata il 2 maggio 2019, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), autorità che in Italia ha varie finalità tra cui quella di verificare la sicurezza dei farmaci, ha rinnovato la necessità di avere massima attenzione nell’uso del domperidone. Ciò per minimizzare i possibili rischi cardiaci. Nella stessa comunicazione, l’Aifa ha ricordato che i farmaci a base del principio attivo domperidone non possono essere usati nei bambini al di sotto dei 12 anni o di peso inferiore ai 35 kg.
Nello specifico, «l’uso di domperidone è associato ad un aumento del rischio di eventi avversi cardiaci gravi, tra cui prolungamento dell’intervallo QTc, torsioni di punta, grave aritmia ventricolare e morte cardiaca improvvisa». Tutti i medicinali contenenti domperidone, si legge nella nota, «sono controindicati nei pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave, nei pazienti che presentano un prolungamento noto degli intervalli nel sistema di conduzione cardiaco (QTc in particolare) e nei pazienti con disturbi elettrolitici significativi o malattie cardiache quali ad esempio l’insufficienza cardiaca congestizia, in caso di somministrazione concomitante dei farmaci che inducono il prolungamento del QT», ed infine «in caso di somministrazione concomitante di potenti inibitori di CYP3A4 (a prescindere dai relativi effetti di prolungamento del QT)».
Per questo motivo, evidenzia l’Aifa, «Domperidone deve essere usato alla minima dose efficace per il minor tempo possibile. La durata massima del trattamento solitamente non deve eccedere una settimana». Per quanto concerne la somministrazione nei bambini, l’Aifa ha ribadito che «a seguito di nuove evidenze sull’uso di domperidone in pediatria, l’indicazione nei bambini di età inferiore a 12 anni o peso inferiore a 35 kg è stata eliminata» e che «il rapporto beneficio/rischio di domperidone rimane positivo per alleviare i sintomi di nausea e vomito negli adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età e dai 35 kg di peso».
Parte delle informazioni contenute in questo articolo sono un estratto delle informazioni riservate agli operatori sanitari, tra cui medico e farmacista. Ne consegue che la terminologia utilizzata potrebbe essere di non semplice comprensione ad un pubblico che cerca informazioni in rete e che si imbatte in questo articolo attraverso un motore di ricerca. Per questo motivo, si raccomanda in ogni caso di consultare il medico di medicina generale o il farmacista di fiducia qualora si avessero dubbi in merito. In ogni caso, non bisogna assumere mai farmaci prescritti ad altri familiari, già presenti nell’armadio dei farmaci domestico. Infine, è bene ricordare che non è possibile assumere farmaci senza che il medico abbia dato il proprio consenso. Con riferimento alla nota diramata, è disponibile la versione integrale sul sito ufficiale dell’Aifa al link www.aifa.gov.it.