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Protezione dei bambini dall’inquinamento: i consigli dei pediatri

La situazione ambientale in diverse aree urbane italiane, con elevati livelli di inquinanti atmosferici, ha suscitato preoccupazione tra la popolazione, in particolare tra i genitori preoccupati per la salute dei propri figli. La Società italiana di pediatria (Sip), basandosi su studi scientifici, ha fornito indicazioni su come l’inquinamento influisca sulla salute dei bambini e su come sia possibile mitigare tali effetti attraverso comportamenti responsabili e sostenibili. La Sip ha sottolineato l’importanza di interventi a livello di politiche sanitarie pubbliche, ma ha messo in luce anche il ruolo che ogni individuo può svolgere nell’adozione di pratiche quotidiane che contribuiscano alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico. Le azioni proteggono la salute dei più giovani e migliorano anche la qualità dell’aria per l’intera comunità.

Effetti dell’inquinamento su salute e sviluppo dei bambini

In tale direzione, la Commissione ambiente della Sip ha evidenziato come l’esposizione a sostanze nocive, come particolato fine e ossidi di azoto, sia particolarmente dannosa per i bambini che sono più esposti rispetto agli adulti a causa della loro fisiologia e delle abitudini comportamentali. I bambini respirano più aria in proporzione al loro peso corporeo e tendono a trascorrere più tempo all’aperto, aumentando così la loro vulnerabilità agli agenti inquinanti. Le ricerche hanno dimostrato che l’esposizione a tali sostanze può causare effetti acuti, come attacchi di asma e infezioni respiratorie, e cronici, contribuendo al declino della funzione respiratoria. L’esposizione prenatale e nei primi mesi di vita può avere conseguenze sullo sviluppo neurologico e cognitivo dei bambini, oltre a influenzare il peso alla nascita e la comparsa di anomalie congenite.

Strategie per salvaguardare i bambini e ridurre l’inquinamento

Per proteggere i bambini dall’esposizione a inquinanti atmosferici, è consigliabile limitare il tempo trascorso in zone ad alta densità di traffico, soprattutto con passeggini che posizionano i bambini all’altezza dei gas di scarico. È preferibile frequentare aree verdi e spazi aperti meno inquinati, soprattutto in momenti della giornata in cui la concentrazione di inquinanti è minore. Adottare modalità di trasporto ecologiche, come camminare, andare in bicicletta o utilizzare i mezzi pubblici, può ridurre significativamente l’impatto ambientale di una famiglia. È utile ricordare che le informazioni fornite in questo articolo sono destinate a supportare, non a sostituire, la relazione che esiste tra il paziente e il proprio medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi sulla salute, è essenziale consultare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento. Le raccomandazioni del farmacista non intendono sostituire il parere medico professionale.

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Ingestione di plastica: le possibili conseguenze sulla salute

La presenza di micro e nano plastiche nell’ambiente è una realtà ormai consolidata, con conseguenze dirette sull’essere umano che, attraverso il consumo di acqua e cibo, può arrivare ad ingerire quantità di plastica paragonabili a quelle di una carta di credito ogni settimana. L’allarmante constatazione emerge da ricerche scientifiche che hanno analizzato la diffusione di particelle lungo l’intera catena alimentare, trovandole in alimenti di uso comune come pesce, carne, frutta, verdura e addirittura in bevande come la birra. Daniela Gaglio, a capo dell’Infrastruttura di Metabolomica dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha riferito che l’ingestione settimanale di particelle può variare da 0,1 a 5 grammi. L’esposizione non è priva di conseguenze: il team di ricerca, guidato da Danilo Porro e coordinato dalla stessa Gaglio, ha osservato che l’esposizione a particelle di polistirene può alterare il metabolismo cellulare e incrementare lo stress ossidativo.

Effetti delle microplastiche sul metabolismo cellulare

Il lavoro svolto dall’Ibfm ha permesso di stabilire un parallelo tra gli effetti delle micro e nanoparticelle di polistirene e quelli indotti da sostanze tossiche note per la loro cancerogenicità. In particolare, è stato osservato che le cellule del colon umano, quando esposte a tali particelle, subiscono alterazioni metaboliche simili a quelle provocate dall’azossimetano, un agente tossico noto per la sua capacità di indurre tumori al colon. Tali risultati, ottenuti attraverso tecniche avanzate di metabolomica, suggeriscono un potenziale legame tra l’assorbimento di micro e nano plastiche e l’insorgenza di patologie tumorali del colon.

La presenza di microplastiche nelle fonti d’acqua

Ulteriori studi hanno messo in luce la presenza di microparticelle di plastica in diverse fonti d’acqua, sia di rubinetto che imbottigliata. Analisi condotte su campioni provenienti da varie fonti hanno rivelato che la maggior parte di essi conteneva microparticelle inferiori a 5 mm. Inoltre, è stato riscontrato che l’acqua minerale imbottigliata può contenere livelli elevati di microplastiche, indipendentemente dal tipo di contenitore utilizzato. I dati confermano la necessità di approfondire la conoscenza sugli effetti che le particelle possono avere sull’organismo umano, considerando che sono state rinvenute in organi vitali quali colon, polmone, cuore e placenta. Le informazioni fornite in questo articolo hanno lo scopo di informare il lettore e non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o per ulteriori consigli, si raccomanda di contattare il proprio medico di fiducia o uno specialista.

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Pesticidi e salute cerebrale: l’allerta dei neurologi

La Società italiana di neurologia (Sin) ha espresso preoccupazione sull’impiego dei pesticidi, sottolineando la necessità di una gestione attenta e consapevole di tali sostanze. In un contesto di crescente sensibilità verso le tematiche ambientali, la Sin ha ribadito l’importanza di adottare pratiche agricole sostenibili che non compromettano la salute umana e l’equilibrio degli ecosistemi. La presidenza dell’Ente, in linea con gli obiettivi di una transizione ecologica, ha riconosciuto l’esigenza degli agricoltori di adattarsi a nuovi standard, ma ha altresì evidenziato i pericoli derivanti da un uso non regolamentato dei prodotti fitosanitari. Alessandro Padovani, presidente della Sin, ha messo in guardia contro l’uso eccessivo e non critico dei pesticidi, che potrebbe avere effetti nocivi sullo sviluppo del sistema nervoso, in particolare nei bambini, e aumentare il rischio di malattie neurologiche in età adulta e avanzata. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato il legame tra l’esposizione a determinate sostanze chimiche e l’insorgenza di patologie croniche, tra cui tumori e malattie neurodegenerative.

Regolamentazione e responsabilità nell’uso dei pesticidi

Nel 2022, l’Unione europea ha introdotto il regolamento “Sustainable use regulation of plant protection products” (Sur), con l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030. La norma mira a contrastare l’inquinamento di acqua e suolo e a limitare la resistenza ai parassiti, oltre a prevenire l’insorgenza di malattie croniche nell’uomo. Nonostante ciò, l’anno scorso, un gruppo di Paesi ha chiesto di alleggerire le restrizioni imposte dal Sur, senza però raggiungere un consenso che ne permettesse l’abrogazione. Di conseguenza, la norma è stata rinnovata fino al 2033, sebbene la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, abbia recentemente proposto di abolirla.

Il dibattito sul glifosato e le implicazioni per la salute pubblica

Il glifosato, erbicida ampiamente utilizzato ma controverso, è al centro di un acceso dibattito. Nonostante il ministero della Salute italiano ne abbia revocato l’autorizzazione nel 2017, la recente dichiarazione della Von Der Leyen ha suscitato nuove incertezze. Diverse organizzazioni non governative hanno presentato un ricorso legale contro la decisione di riapprovare l’uso del glifosato, sostenendo che la valutazione interna della Commissione Europea non sia adeguata alle evidenze scientifiche che collegano tale sostanza allo sviluppo di malattie neurodegenerative. Un recente studio pubblicato su Neural Regeneration Research ha rivelato l’effetto proinfiammatorio del glifosato, sia diretto che indiretto, che potrebbe influenzare negativamente il microbiota intestinale e, di conseguenza, la funzione cognitiva. Tali risultati rafforzano l’ipotesi che un uso irresponsabile dei pesticidi possa aumentare il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative.

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Obesità e diabete: un binomio pericoloso per la salute

La correlazione tra obesità e diabete è stata oggetto di analisi in occasione della Giornata mondiale dell’obesità. Tale sinergia negativa, definita con il termine “diabesità”, evidenzia un legame preoccupante tra le due condizioni. In Italia, la situazione è allarmante: il sovrappeso e l’obesità colpiscono una larga porzione della popolazione fin dall’infanzia. Secondo i dati forniti dalla World obesity federation (Wof), l’incidenza di queste condizioni è elevata, con 8 bambini e adolescenti su 11 e 6 adulti su 10 che ne soffrono. L’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità ha collocato l’Italia al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità, con una percentuale che sfiora il 40%, e al secondo posto per la sola obesità.

L’incidenza dell’obesità in Italia

Il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), il professor Angelo Avogaro, ha sottolineato la probabilità che un bambino obeso diventi un adulto obeso con un alto rischio di sviluppare il diabete. La “diabesità” è una condizione che richiede un intervento immediato e l’adozione di uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata e attività fisica regolare. Tuttavia, in Italia, l’attività fisica è ancora troppo scarsa: il 44,8% degli adulti non pratica un livello adeguato di attività fisica, e tra i bambini la percentuale sale al 94,5%, posizionando l’Italia all’ultimo posto nell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Prevenzione dell’obesità

Studi consolidati dimostrano che una riduzione del peso corporeo del 5% può abbassare il rischio di diabete del 40%. Questo calo ponderale porta a miglioramenti significativi in parametri clinici come l’emoglobina glicata e la pressione arteriosa. La Professoressa Frida Leonetti, dell’Università La Sapienza – Polo Pontino, ha evidenziato che anche una moderata perdita di peso può essere estremamente benefica, migliorando i livelli di glicemia. Inoltre, la chirurgia bariatrica si è dimostrata efficace nel rendere il diabete più gestibile, migliorando il controllo glicemico e le condizioni generali del paziente, con una possibile remissione della malattia. Infine, è utile ricordare che i consigli forniti dai farmacisti hanno lo scopo di supportare e non sostituire il rapporto con il proprio medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o per condizioni di salute particolari, è essenziale rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista di riferimento.

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Giornata mondiale dell’udito: cura e attenzione anche alla salute auditiva

La salute dell’udito è un aspetto spesso sottovalutato fino a quando non emergono problemi evidenti. La Giornata mondiale dell’udito, che si tiene il 3 marzo di ogni anno, è stata istituita per aumentare la consapevolezza globale sui disturbi dell’udito e sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. La giornata rende possibile la discussione e la diffusione delle informazioni sulle varie problematiche legate all’udito, come le possibili soluzioni per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.

Prevenire la salute anche in ambito auditivo

Esposizioni prolungate a rumori eccessivi, infezioni all’orecchio non trattate, uso scorretto di dispositivi audio, e assenza di controlli periodici portano a un deterioramento dell’udito. È essenziale, pertanto, adottare comportamenti responsabili per la protezione dell’udito. Usare protezioni auricolari in ambienti rumorosi e moderare l’uso di cuffie e auricolari. È consigliabile sottoporsi a controlli uditivi regolari, specie se si rientra in categorie a rischio, come lavoratori esposti a rumori industriali o musicisti. La diagnosi precoce di eventuali disturbi può fare la differenza nel preservare l’udito e prevenire complicazioni future.

I farmacisti nel supporto per la gestione dei disturbi dell’udito

Quando si presentano problemi di udito, è importante rivolgersi a professionisti della slaute per ottenere una diagnosi accurata e un piano di trattamento adeguato. Le farmacie, in qualità di punti di primo contatto, offrono supporto e consigli, indirizzando i pazienti verso gli specialisti otorinolaringoiatri. Tra le soluzioni disponibili vi sono gli apparecchi acustici, personalizzati in base alle esigenze specifiche di ogni individuo, e terapie riabilitative che aiutano a gestire i disturbi dell’udito. È fondamentale però non trascurare i segnali che il corpo invia e agire tempestivamente per garantire un intervento efficace. Infine, è utile ricordare che le informazioni fornite in questo articolo hanno lo scopo di sensibilizzare sull’importanza della salute dell’udito e non intendono sostituire il parere del medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi sulla propria condizione uditiva, è necessario consultare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.