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Nutrizione adeguata: anche lo sportivo ne ha bisogno

L’attività fisica è un cardine centrale per uno stile di vita sano e attivo. Per chi pratica sport, sia a livello amatoriale che agonistico, è essenziale adottare un regime alimentare che supporti le esigenze energetiche e nutrizionali specifiche. La corretta alimentazione aiuta a migliorare le prestazioni atletiche e a favorire il rapido recupero post-allenamento. La dieta dello sportivo dovrebbe essere varia e bilanciata, con i gruppi alimentari in proporzioni adeguate: carboidrati complessi, proteine di alta qualità, grassi insaturi, vitamine, minerali e acqua sono tutti elementi che devono sempre essere presenti nell’alimentazione quotidiana. I carboidrati, in particolare, dovrebbero costituire la maggior parte dell’apporto calorico totale.

Equilibrio nutrizionale nel contesto sportivo

Per quanto riguarda le proteine, sono fondamentali per la riparazione e la costruzione del tessuto muscolare. Gli sportivi dovrebbero assicurarsi di consumare quantità sufficiente di proteine, distribuendole equamente nel corso della giornata. È importante, inoltre, non trascurare l’apporto di grassi mono e polinsaturi, che svolgono un ruolo nella salute cardiovascolare e nella funzione cerebrale. Vitamine e minerali, ottenibili con il consumo di frutta e verdura, sono indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo e per il mantenimento di un sistema immunitario efficiente. L’adeguata idratazione è vitale, poiché la perdita di liquidi attraverso il sudore durante l’attività fisica può essere significativa. Dunque, è raccomandato monitorare l’assunzione di liquidi prima, durante e dopo l’esercizio fisico.

Strategie alimentari per il supporto dell’attività fisica

È importante considerare il momento dell’assunzione dei nutrienti. Consumare pasti e spuntini a intervalli regolari aiuta a mantenere stabili i livelli di energia e a ottimizzare le riserve di glicogeno muscolare. Un pasto o uno spuntino post-allenamento che combini carboidrati e proteine può accelerare il recupero muscolare e ripristinare le scorte energetiche. La corretta alimentazione è un aspetto chiave per chiunque pratichi attività sportiva. Per un supporto specifico e consigli personalizzati, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista della nutrizione. Le informazioni fornite in questo articolo hanno lo scopo di essere un supporto informativo e non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o per esigenze specifiche, è necessario consultare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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Mal di testa: consigli e precauzioni per la corretta gestione

Il mal di testa è un disturbo comune che può avere molteplici cause e manifestarsi con diversi livelli di intensità. Sempre più spesso, la tendenza è ricorrere all’uso di analgesici per ottenere un rapido sollievo. Tuttavia, è necessario ricordare che l’uso eccessivo di tali farmaci può portare a effetti collaterali non desiderati e, in alcuni casi, aggravare la situazione dando origine a un circolo vizioso noto come cefalea da sovradosaggio di farmaci. Dunque, è essenziale adottare un approccio cauto e consapevole nella gestione del dolore. La prevenzione e il trattamento del mal di testa iniziano con la comprensione delle proprie abitudini di vita. Fattori come stress, mancanza di sonno, disidratazione o specifici alimenti possono scatenare episodi di cefalea. Identificare e modificare questi fattori può essere un primo passo efficace per ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi.

L’importanza di un approccio multidisciplinare

La gestione multidisciplinare del mal di testa non prevede la sola assunzione di farmaci. Un corretto approccio coinvolge modifiche dello stile di vita, tecniche di rilassamento e, quando necessario, il supporto di terapie non farmacologiche. La terapia comportamentale può insegnare a gestire lo stress, mentre la fisioterapia può essere utile in caso di cefalee tensionali legate a problemi muscolari o posturali. È cruciale non sottovalutare la frequenza e la gravità del mal di testa. Un consulto medico è sempre consigliato, specialmente quando il disturbo si presenta in modo insolito o si intensifica. Il medico potrà valutare la situazione e, se necessario, prescrivere esami diagnostici per escludere cause secondarie di cefalea, come patologie più gravi.

La consulenza con i farmacisti come supporto iniziale

I farmacisti possono offrire consulenza per la gestione del mal di testa, come farmaci da banco appropriati e fornire informazioni sull’uso corretto dei farmaci. Tuttavia, è fondamentale ricordare che il parere del farmacista non sostituisce il consulto medico. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi sulla loro natura, è imperativo rivolgersi al proprio medico curante o allo specialista di riferimento. La cura del mal di testa richiede un approccio olistico e personalizzato. L’abuso di farmaci non è una soluzione sostenibile e può portare a complicazioni. La prevenzione, l’adozione di uno stile di vita sano e il consulto medico sono i pilastri di una gestione efficace del disturbo. Le informazioni fornite in questo articolo hanno lo scopo di supportare, non sostituire, la relazione che esiste tra il paziente e il medico curante. In caso di mal di testa persistente o di dubbi sulla propria salute, è necessario contattare il proprio medico curante o il medico specialista di riferimento.

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Giornata mondiale contro il cancro: la lotta con prevenzione e cura

Il 4 febbraio 2024 si osserva la Giornata mondiale contro il cancro, appuntamento globale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’incidenza di questa malattia e sull’importanza di adottare misure preventive. La data è anche un’occasione per riflettere sulle strategie di prevenzione, sui progressi della ricerca scientifica e sulle opzioni terapeutiche disponibili. La prevenzione, in tal senso, è un pilastro cardine della lotta contro il cancro, poiché molte forme di questa malattia possono essere evitate adottando stili di vita salutari e sottoponendosi a controlli periodici. Anche la diagnosi precoce è fondamentale: individuare il cancro nelle sue fasi iniziali aumenta significativamente le possibilità di successo dei trattamenti. In questo contesto, il farmacista assume un ruolo di primo piano, fungendo da punto di riferimento per la comunità. I farmacisti possono fornire informazioni sui programmi di screening locali e sui comportamenti a rischio, promuovendo la consapevolezza sulla patologia.

Farmacista alleato nella prevenzione oncologica

I farmacisti possono offrire consulenza sul corretto utilizzo dei prodotti prescritti a margine dei trattamenti oncologici, monitorando gli effetti collaterali e interagendo con il team degli oncologi per garantire un percorso terapeutico ottimale. La cura del cancro, infatti, richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti. Il farmacista, con la sua conoscenza dei farmaci e delle loro interazioni, ha uno spazio nel team di cura assicurando che i pazienti ricevano il massimo beneficio dai loro regimi di trattamento. La collaborazione tra farmacisti e oncologi è essenziale per migliorare la sicurezza deòle terapie e per gestire al meglio le complessità legate alla farmacologia oncologica.

Diagnosi precoce e trattamenti per combattere il cancro

La Giornata mondiale contro il cancro è un momento per valorizzare i progressi compiuti nella ricerca e nei trattamenti. Le terapie oncologiche hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, con lo sviluppo di nuovi farmaci e approcci terapeutici più mirati e meno invasivi. La diagnosi precoce rimane comunque un pilastro fondamentale: riconoscere i sintomi e sottoporsi a controlli regolari può fare la differenza nella prognosi del paziente. La farmacia è un punto di accesso immediato per chi cerca consigli sulla salute e può fungere da tramite per indirizzare i pazienti verso le strutture sanitarie appropriate per la diagnosi e il trattamento. Il consiglio del farmacista non sostituisce il consulto con il medico curante. Qualora i sintomi persistano o vi siano dubbi sulla propria salute, è imperativo contattare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento. La salute è un bene prezioso e la gestione delle patologie deve avvenire sotto la guida di personale medico qualificato.

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Farmaci con pseudoefedrina, le nuove direttive per la sicurezza

Il 25 gennaio 2024, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha annunciato l’approvazione di misure preventive per limitare il rischio di effetti collaterali severi associati all’uso di farmaci che includono la pseudoefedrina. Le condizioni di interesse sono la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (Pres) e la sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (Rcvs), entrambe patologie rare ma potenzialmente gravi, che possono compromettere l’apporto sanguigno al cervello. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, i sintomi di queste sindromi tendono generalmente a regredire.

I casi in cui la pseudoefedrina non va somministrata

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Il Chmp ha specificato che i farmaci contenenti pseudoefedrina non dovrebbero essere somministrati a pazienti affetti da ipertensione arteriosa grave o non controllata, o a coloro che presentano malattie renali, sia acute che croniche. Le informazioni sul prodotto dei medicinali a base di pseudoefedrina saranno aggiornate per riflettere i rischi di Pres e Rcvs e le nuove precauzioni da adottare. Già presenti nelle indicazioni di questi farmaci sono le avvertenze per ridurre i rischi di eventi ischemici a carico del sistema cardiovascolare e cerebrovascolare.

A cosa serve la pseudoefedrina

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La pseudoefedrina, un agente che stimola il rilascio di noradrenalina e conseguentemente la costrizione dei vasi sanguigni, è impiegata in diversi farmaci per il trattamento dei sintomi del raffreddore, dell’influenza e di altre condizioni come la rinite allergica e vasomotoria. In alcuni paesi dell’Ue, è anche autorizzata per il trattamento dell’aerotite in combinazione con la triprolidina. Le indicazioni fornite dal farmacista hanno lo scopo di supportare e non sostituire il rapporto diretto tra il paziente e il proprio medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi, è essenziale rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista di riferimento.

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Uso del valproato e neurosviluppo nei bambini: approvate le raccomandazioni

Sono state approvate dall’Agenzia europea per i medicinali le misure precedentemente raccomandate dal Prac. L’Agenzia aveva evidenziato a gennaio che «nuove informazioni suggeriscono che possa esserci un rischio aumentato di disturbi del neurosviluppo (problemi dello sviluppo che iniziano nella prima infanzia) nei bambini nati da padri trattati con valproato nei 3 mesi precedenti al concepimento rispetto a quelli nati da padri che utilizzavano lamotrigina o levetiracetam».

Le indicazioni dell’Ema. L’Agenzia aveva raccomandato «che il tuo trattamento con valproato sia iniziato e supervisionato da uno specialista con esperienza nella gestione del tuo tipo di patologia». Inoltre «il tuo medico rivedrà regolarmente il tuo trattamento con valproato per verificare se il valproato sia ancora il trattamento più adatto per te e per discutere la possibilità di altre terapie per trattare la tua posologia, in base alla tua situazione».

Le misure precauzionali da osservare. Quanto alle misure precauzionali, «il tuo medico discuterà con te il rischio potenziale per i bambini nati da padri che assumono valproato», «la necessità di considerare una contraccezione efficace (controllo della nascita) per te e per la tua partner durante il trattamento e per 3 mesi dopo aver sospeso il trattamento» e «la necessità di consultare lo specialista se stai pianificando di concepire un figlio e prima di interrompere la contraccezione».

Attenzione al concepimento durante la terapia. Inoltre «non devi donare sperma mentre assumi valproato e per i 3 mesi successivi alla sospensione di valproato». In aggiunta a ciò «se la tua partner rimane incinta e tu stavi assumendo valproato nei 3 mesi precedenti al concepimento, parla con il tuo medico se tu o il tuo partner avete domande». Infine «non interrompere il trattamento senza consultare il medico. Se interrompi il trattamento i tuoi sintomi potrebbero peggiorare». Il medico ti darà da leggere una guida per il paziente. Insieme al medicinale riceverai anche una scheda paziente che ti ricorderà i potenziali rischi derivanti dall’uso del valproato.