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Ascolto attivo per i pazienti: al via il progetto Aifa per il dialogo con le associazioni

“Aifa Ascolta” è uno sportello dedicato esclusivamente al dialogo con le realtà associative. È nato per creare un canale diretto tra l’ente regolatore e chi vive quotidianamente le complessità legate alla salute.

Opportunità di collaborazione virtuosa

«Aifa Ascolta rappresenta un’opportunità di collaborazione virtuosa – ha dichiarato il presidente dell’Aifa Robert Nisticò –. Attraverso questa iniziativa, l’Agenzia potrà approfondire tematiche delicate di particolare interesse per la comunità di pazienti». Allo stesso tempo, il progetto consente alle associazioni di portare all’attenzione dell’ente questioni rilevanti.

In linea con le indicazioni normative recenti

La nascita dello sportello segue le indicazioni della Legge di Bilancio 2025, che rafforza il coinvolgimento delle realtà di rappresentanza dei malati nei processi decisionali in ambito salute. Aifa Ascolta vuole rappresentare uno strumento di condivisione tra l’Agenzia e le organizzazioni locali, regionali e nazionali, con l’obiettivo di favorire una comunicazione costante.

Segnalazioni sulle criticità nell’accesso alle cure

I pazienti potranno utilizzare questo nuovo canale per condividere buone pratiche ed esperienze positive, ma anche per evidenziare potenziali problematiche come la carenza di farmaci o la necessità di velocizzare le autorizzazioni. L’Aifa, dal canto suo, potrà raccogliere in modo sistematico le questioni più rilevanti per i cittadini ed intervenire con maggiore tempestività.

La partecipazione al progetto Aifa Ascolta è completamente gratuita

Le comunicazioni considerate particolarmente importanti verranno sottoposte all’attenzione del consiglio di amministrazione dell’Agenzia e della Commissione Tecnico-Scientifica. Questa nuova iniziativa di confronto con la società civile fa il paio con “Aifa Incontra”, avviato nel 2023, che ha istituito un canale diretto di comunicazione con le aziende del settore farmaceutico. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto medico. Per problematiche persistenti è necessario contattare il medico curante o gli specialisti di riferimento.

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Campagna “Non mi scadere sui farmaci”: più consapevolezza sullo smaltimento

Un’indagine effettuata nel 2023 da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, in collaborazione con Ipsos, aveva evidenziato una scarsa conoscenza delle corrette modalità di smaltimento dei medicinali tra la popolazione italiana. Solo il 49% dei cittadini era consapevole dell’esistenza di contenitori dedicati per lo smaltimento dei farmaci scaduti, mentre il 70% non conosceva con esattezza le procedure corrette. Pratiche errate, come gettare l’intera confezione del farmaco senza separare blister e scatola o smaltire i medicinali liquidi nella plastica o nel vetro dopo averne svuotato il contenuto nel lavandino o nel water, erano piuttosto diffuse.

La campagna digitale educa sui comportamenti corretti

Per far fronte alla problematica, Assosalute ha lanciato la campagna digitale “Non mi scadere sui farmaci”, in collaborazione con Kiwi, part of Uniting. Attraverso flight su Facebook, Instagram, Youtube e Tiktok, l’iniziativa si è posta l’obiettivo di educare e informare i cittadini sul corretto smaltimento dei farmaci scaduti. A oltre un anno dal lancio, i dati raccolti dall’Istituto di ricerca The Fool confermano l’impatto positivo della campagna: 9 milioni di italiani sono stati raggiunti e il 79% di coloro che hanno visto i messaggi ha affermato di aver modificato il proprio comportamento, adottando pratiche più corrette e sostenibili.

Maggiore consapevolezza, ma servono ulteriori sforzi

Il 72% degli intervistati ha ritenuto il messaggio della campagna chiaro ed efficace, con un apprezzamento particolarmente positivo tra gli over 55 (98%). Inoltre, il passaparola generato ha coinvolto il 71% dei partecipanti, contribuendo a diffondere le informazioni. Tra i cambiamenti rilevanti, il 48% ha scoperto la presenza dei contenitori per lo smaltimento anche nelle isole ecologiche, mentre il 34% ha iniziato a separare correttamente le scatole esterne dal contenitore primario dei farmaci scaduti. Nonostante i buoni risultati, restano alcune aree di miglioramento, in particolare tra i giovani di 18-24 anni, meno informati rispetto alle altre fasce d’età. Inoltre, la disponibilità e la prossimità dei contenitori per il corretto smaltimento restano fattori chiave per incentivare comportamenti virtuosi. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di necessità, è opportuno contattare i medici curanti o gli specialisti di riferimento.

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Mangiare verdura di stagione: una scelta per l’ambiente e la salute

Il consumo di verdura di stagione è una scelta consapevole che può aiutare alla salvaguardia dell’ambiente e al benessere personale. Optare per prodotti stagionali significa rispettare i cicli naturali delle coltivazioni, riducendo l’impatto ambientale legato all’utilizzo di tecniche di coltivazione intensive. La verdura di stagione è generalmente coltivata in modo più sostenibile, con minore impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici, preservando biodiversità e qualità del suolo.

I vantaggi nutrizionali della verdura di stagione

Dal punto di vista nutrizionale, la verdura di stagione essendo raccolta al momento giusto di maturazione, conserva intatte le sue proprietà nutritive, vitamine e minerali. Ciò si traduce in un apporto ottimale di nutrienti essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo. La freschezza e la genuinità dei prodotti stagionali si riflettono anche nel loro sapore, regalando un’esperienza gustativa più intensa e appagante.

Scelte consapevoli per un futuro sostenibile

Scegliere di consumare verdura di stagione è solo un passo verso uno stile di vita più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Scelta consapevole che aiuta a ridurre l’impronta ecologica individuale, supportando un sistema alimentare più equo e rispettoso delle risorse naturali. Acquistando prodotti locali e di stagione, si sostiene l’economia locale e si promuove la preservazione delle tradizioni agricole del territorio. Ogni singola azione, anche apparentemente piccola, può fare la differenza per costruire un futuro più verde e sostenibile per tutti.

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“Aderenza terapeutica”: cosa c’è da sapere e come influisce sulla salute

L’aderenza terapeutica si riferisce al grado in cui il comportamento di un paziente coincide con le raccomandazioni stabilite dal proprio medico curante. Il concetto riguarda l’assunzione corretta dei farmaci prescritti, seguendo attentamente dosaggi, orari e durata del trattamento. L’aderenza terapeutica si estende anche all’adozione di uno stile di vita sano, con alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, e astensione da fumo e alcol.

Seguire attentamente le indicazioni del medico

L’aderenza terapeutica è centrale per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici e per il miglioramento della qualità di vita del paziente. Seguire scrupolosamente le indicazioni del medico sull’assunzione dei farmaci garantisce l’efficacia del trattamento, con ridotto rischio di recidive o complicazioni. Allo stesso modo, adottare uno stile di vita sano supporta l’azione dei farmaci e favorisce il benessere generale dell’organismo.

Mancata aderenza terapeutica: quali conseguenze sull’organismo

Al contrario, la scarsa aderenza terapeutica può compromettere l’efficacia del trattamento, portando al deterioramento delle condizioni di salute e a un aumento del rischio di ospedalizzazione. La mancata aderenza può comportare l’incremento dei costi sanitari, sia per il paziente che per il Servizio sanitario nazionale (Ssn), a causa della necessità di ricorrere a terapie più intensive o a interventi di emergenza.

Il consiglio del farmacista non sostituisce il consulto del medico

In tale direzione, i farmacisti, in collaborazione con i medici, possono promuovere stili di vita virtuosi, in primis l’aderenza terapeutica. Ciò erogando, insieme ai prodotti prescritti, informazioni chiare e complete e sulle corrette modalità di assunzione – in accordo con la prescrizione –. Ciò nonostante è utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non sostituisce il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per un parere medico completo e personalizzato.

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Malattie tropicali: un problema di tutti, non solo dei Paesi poveri

Quando si parla di malattie tropicali neglette, si fa riferimento a un gruppo di malattie molto diverse tra loro, causate da vari microrganismi come virus, batteri e parassiti. Si tratta di malattie particolarmente diffuse nelle zone più povere del mondo, dove le persone soffrono di malnutrizione e non hanno accesso a cure mediche adeguate. Anche se il loro impatto sulla salute è paragonabile a quello di malattie ben più conosciute come la tubercolosi, la malaria e l’Hiv/Aids, spesso le malattie tropicali neglette vengono trascurate e non ricevono l’attenzione necessaria per essere contrastate efficacemente. A lanciare l’allarme è stata l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), il 27 gennaio 2025.

Malattie tropicali neglette non riguardano solo i Paesi poveri

Sebbene le malattie tropicali neglette siano più comuni nelle aree tropicali povere, alcune di esse sono presenti anche in Italia. Nel 2024, ad esempio, si è registrato un numero record di casi di dengue, con quasi 700 persone colpite, di cui oltre 200 con infezioni contratte direttamente nel nostro Paese. Inoltre, ci sono centinaia di casi di malattia di Chagas, che può essere mortale, e di strongiloidosi, che può causare infezioni persistenti. Si stima che in Italia ci siano almeno fino a 5mila persone colpite da queste malattie, tra cui anche schistosomiasi, cisticercosi, scabbia, filariosi, leishmaniosi e una malattia chiamata echinococcosi cistica, che è la più rilevante nel nostro Paese, con circa 15 casi ogni milione di abitanti.