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Consumo di sale in Italia: i dati Passi 2022-2023

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato un consumo giornaliero di sale non superiore ai 5 grammi, corrispondenti a circa 2 grammi di sodio. Come è noto, infatti, l’assunzione eccessiva di sale è associata al maggior rischio di patologie cardiovascolari, tumori dell’apparato digerente, osteoporosi e malattie renali. In Italia, tuttavia, i livelli di consumo sono ancora lontani dai valori raccomandati, rendendo necessarie azioni di sensibilizzazione e monitoraggio. A fare chiarezza su queste dinamiche è stato l’Istituto superiore di sanità (Iss) che ha reso disponibili i dati relativi al consumo di sale in Italia.

Consumo di sale e differenze socio-demografiche

Secondo i dati Passi relativi al biennio 2022-2023, il 56% degli adulti italiani tra i 18 e i 69 anni fa attenzione o cerca di ridurre la quantità di sale assunta. La percentuale è più elevata tra le donne (60%), le persone più anziane (64% tra i 50-69enni), i residenti con cittadinanza italiana (56%), gli individui più istruiti e i residenti nelle regioni del Nord (60%). Tra le persone con almeno una patologia cronica, 1 su 3 non presta attenzione al consumo di sale, nonostante l’importanza di ridurne l’assunzione per il controllo della malattia.

Il consiglio medico e l’uso del sale iodato

Solo il 24% degli intervistati ha riferito di aver ricevuto dal medico o da un altro operatore sanitario il consiglio di utilizzare il sale in modo appropriato nella dieta. La percentuale sale al 55% tra le persone con ipertensione o insufficienza renale, ma rimane comunque insufficiente. Particolare attenzione merita l’uso del sale iodato, fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei e lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Una legge del 2005 promuove il consumo di sale iodato in alternativa al comune sale da cucina, senza superare le dosi raccomandate.

Tendenze all’uso di sale iodato

I dati Passi mostrano che il 77% degli adulti italiani sceglie di utilizzare il sale iodato, con un aumento dal 67% nel 2015. L’uso è maggiore tra le donne (79%), le persone socialmente più avvantaggiate, i cittadini italiani (77%) e i residenti nelle regioni del Nord (80%). Tuttavia, il 20% non usa mai il sale iodato e il 3% non ne conosce l’esistenza, soprattutto tra i più giovani, le persone socialmente svantaggiate e gli stranieri. L’uso del sale iodato è particolarmente importante in gravidanza (82%), durante l’allattamento (76%) e nelle famiglie con bambini di 0-14 anni (78%).

Differenze regionali relative all’uso del sale

Quanto alla situazione regionale, l’analisi dei dati Passi 2022-2023 ha evidenziato alcune differenze riguardo al consumo di sale e sale iodato. La percentuale di adulti che fanno attenzione al consumo di sale varia dal 41,7% della Valle d’Aosta al 68,8% della Basilicata, con un gradiente Nord-Sud meno marcato rispetto ad altri indicatori. Il consiglio di ridurre il consumo di sale da parte degli operatori sanitari oscilla tra l’8,2% della Provincia di Bolzano e il 36,2% della Basilicata. L’uso del sale iodato è più diffuso nelle regioni del Nord, con percentuali superiori all’80% in Veneto, Provincia di Bolzano, Emilia Romagna e Umbria, mentre scende al di sotto del 70% in Sicilia e Sardegna. L’uso abituale del sale iodato raggiunge l’80,7% in Basilicata e l’80,3% in Valle d’Aosta, mentre si attesta al 43,6% in Sardegna e al 49,6% in Abruzzo.

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Allattamento al seno: un impegno per ridurre le disuguaglianze

In occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno 2024, che si celebra in Italia dall’1 al 7 ottobre, l’attenzione si focalizza sulla necessità di migliorare il sostegno all’allattamento per ridurre le disuguaglianze presenti nella società, soprattutto in situazioni di emergenza e crisi. Negli ultimi anni, si è registrato un incremento significativo del numero di bambini sotto i sei mesi allattati esclusivamente al seno, con evidenti benefici in termini di vite salvate e protezione della salute a lungo termine.

Il latte materno: uno scudo prezioso per la salute

Il latte materno si configura come un vero e proprio scudo protettivo per i neonati nei primi mesi di vita e per tutto l’arco dell’esistenza. Con l’allattamento al seno si riduce l’incidenza di patologie cardiovascolari e metaboliche. Essendo un elemento di continuità tra l’ambiente intrauterino e il mondo esterno, l’allattamento materno favorisce la creazione di un legame profondo tra madre e figlio, centrale per lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino.

L’impegno dei neonatologi per promuovere l’allattamento

La Società italiana di neonatologia (Sin) ha ribadito l’importanza di garantire l’allattamento esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per raggiungere questo obiettivo, è necessario eliminare gli ostacoli ancora esistenti, migliorando la rete di sostegno familiare e lavorativo e garantendo la possibilità del rooming-in in tutti gli ospedali. La Sin ha avviato il progetto Policy aziendale sull’allattamento (Paa), che coinvolge numerose Aziende Sanitarie e Società scientifiche, con l’obiettivo di incrementare il tasso di allattamento attraverso interventi mirati, come la promozione del contatto pelle a pelle sin dalla sala parto e il tele-supporto ai genitori.

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L’autunno è arrivato: i consigli per affrontare gli acciacchi di stagione

Le temperature iniziano a calare e il corpo deve adattarsi al cambio di stagione: ben trovato autunno. Si tratta di un periodo di transizione che può portare all’indebolimento delle difese immunitarie, rendendo l’organismo più vulnerabile ai primi acciacchi stagionali: raffreddore, mal di gola e influenza. Seguendo alcuni semplici consigli, è possibile prevenire questi disturbi e affrontare al meglio la stagione autunnale.

Dieta equilibrata e stile di vita sano

La prima misura per prevenire i malanni autunnali è seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura di stagione. Sono alimenti fonti preziose di vitamine e minerali per rafforzare il sistema immunitario. È consigliabile assumere alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, kiwi e broccoli: hanno un’azione antiossidante e protettiva. È importante idratarsi adeguatamente, bevendo almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, e limitare o eliminare alcol e fumo che possono indebolire le difese dell’organismo.

Integratori specifici e rimedi naturali

Può essere utile ricorrere a integratori e a rimedi naturali. In farmacia è possibile trovare integratori a base di vitamina C, zinco e echinacea. Essi possono migliorare il sistema immunitario e prevenire l’insorgenza di raffreddore e influenza. Esistono rimedi totalmente naturali, ad esempio l’assunzione di tisane a base di erbe balsamiche (timo, eucalipto e malva), che aiutano a lenire i sintomi del mal di gola e della tosse.

Consiglio dei farmacisti non sostituisce il consulto dei medici

In caso di dubbi o incertezze, è sempre consigliabile chiedere consiglio ai farmacisti, che saprà indicare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. È utile ricordare, in proposito, che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di sintomi persistenti o di dubbi sulla propria salute, è necessario contattare il medico di famiglia o lo specialista di riferimento.

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Stomaco e bruciore: come adottare uno stile di vita adeguato

Il bruciore di stomaco, conosciuto anche come reflusso gastroesofageo, si manifesta quando i succhi gastrici risalgono dallo stomaco verso l’esofago, provocando una sensazione di bruciore e malessere. La condizione può essere influenzata da molteplici fattori, quali l’alimentazione, lo stress e determinate abitudini di vita.

Regime alimentare bilanciato per contrastare il bruciore di stomaco

Per contrastare il bruciore di stomaco è bene seguire un regime alimentare bilanciato e diversificato, ovvero limitare alimenti come cibi piccanti, fritti, grassi e bevande gassate. È consigliabile privilegiare cibi leggeri e facilmente digeribili: verdure, frutta, cereali integrali e proteine magre. È opportuno evitare pasti abbondanti e di coricarsi subito dopo aver mangiato. Ciò può favorire il reflusso dei succhi gastrici.

Stile di vita e bruciore di stomaco: i consigli per gestirlo

Stress, fumo ed eccesso di peso sono fattori che possono aggravare il reflusso gastroesofageo. Per alleviare i sintomi è consigliabile mantenere una postura eretta dopo i pasti, evitare di indossare abiti stretti e praticare attività fisica regolare. Può essere utile limitare il consumo di alcol e caffeina, poiché questi possono irritare la mucosa gastrica.

Il ruolo dei farmacisti

I farmacisti possono consigliare l’utilizzo di farmaci antiacidi di automedicazione. Tuttavia, è importante sottolineare che il consiglio del farmacista non sostituisce il consulto con il medico curante. Se il disturbo dovesse perdurare o presentare sintomi preoccupanti, è necessario contattare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento per una valutazione approfondita e un trattamento mirato.

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L’eccessivo consumo di sale: un rischio per la salute cardiovascolare

Il sale, o cloruro di sodio, è un ingrediente usato nella preparazione e conservazione degli alimenti. Il suo consumo eccessivo può avere ripercussioni negative sulla salute, in particolare sul sistema cardiovascolare. L’assunzione di elevate quantità di sale è associata a un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, condizione caratterizzata da una pressione sanguigna costantemente elevata.

Ipertensione arteriosa e le complicanze

L’ipertensione arteriosa può danneggiare le arterie e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari, principalmente infarto del miocardio e ictus. L’eccesso di sale può portare a ritenzione idrica, causando gonfiore e ulteriore aumento della pressione sanguigna. Nel lungo termine, l’elevata assunzione di sale può anche compromettere la funzionalità renale, poiché i reni svolgono un ruolo nella regolazione dell’equilibrio idrico e salino dell’organismo.

Ridurre il consumo di sale per la salute cardiovascolare

Per prevenire le conseguenze negative dell’eccesso di sale, è consigliabile limitare il consumo di alimenti processati e confezionati, che contengono elevate quantità di sale. Durante la preparazione dei pasti è possibile sostituire il sale con erbe aromatiche e spezie per insaporire i piatti senza aumentare l’apporto di sodio. Leggere attentamente le etichette nutrizionali degli alimenti può aiutare a identificare quelli con un minor contenuto di sale. Il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare il medico curante o il medico specialista di riferimento per una valutazione approfondita e un’adeguata gestione delle condizioni di salute.