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Spreco alimentare: le regole per ridurlo e proteggere l’ambiente

In occasione della Settimana Verde 2024, l’associazione Ambiente Mare Italia (Ami) ha presentato il “Manuale sullo spreco alimentare” presso la biblioteca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). L’evento si inserisce nell’ambito della campagna “Ogni goccia conta. Un mare di piccole azioni per dare forza al Pianeta”, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle scelte alimentari sostenibili per la salute dell’ambiente e delle persone.

Le scelte alimentari incidono sulla sostenibilità ambientale

Secondo i dati presentati durante l’evento, in Europa lo spreco domestico rappresenta circa il 50% del totale delle eccedenze e perdite alimentari dell’intera filiera. In Italia, il 70% dello spreco alimentare è generato dal consumo domestico e da quello fuori casa, mentre il 20% dalla distribuzione e vendita al dettaglio e il 10% dal comparto agricolo. Nell’ultimo anno, in Italia, sono stati sprecati 524,1 grammi pro capite a settimana di cibo, pari a circa 75 grammi di alimenti al giorno e a 27,328 chilogrammi all’anno di beni alimentari.

Il paradosso del sistema agroalimentare globale

Ilaria Falconi, ricercatrice del Crea e responsabile per Ami dell’Area Terra, Suolo e Agricoltura sostenibile, ha evidenziato i paradossi del sistema agroalimentare globale. Nonostante la produzione di cibo sia sufficiente per 9 miliardi di persone, 828 milioni soffrono la fame, 2,3 miliardi vivono in condizioni di insicurezza alimentare e 3,1 milioni non hanno accesso ad una dieta sana. La differenza tra la potenzialità produttiva e il consumo effettivo è rappresentata dalle perdite e dallo spreco alimentare lungo tutta la filiera.

Ridurre lo spreco in ambito domestico

Per ridurre lo spreco alimentare, soprattutto in ambito domestico, Ami suggerisce alcune regole: acquistare poco ma di frequente, prediligere prodotti a filiera corta e stagionali, congelare i prodotti non consumati nel breve termine, organizzare frigo e dispensa per scadenza, predisporre una lista della spesa basata su un menu settimanale, scegliere le dosi necessarie, controllare le scadenze e riutilizzare gli avanzi. È utile ricordare che il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante. Se la problematica dovesse perdurare, è necessario contattare il medico curante o lo specialista di riferimento.

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Virus respiratorio sinciziale: l’importanza della prevenzione in gravidanza

Il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) è una delle principali cause di morbilità nei bambini al di sotto del primo anno di vita, con circa 80mila visite ambulatoriali annuali in Italia, di cui 15mila casi che necessitano di ospedalizzazione e 3mila di terapia intensiva. La situazione incide negativamente sulla salute dei più piccoli e comporta anche un aumento dei costi per il Servizio sanitario nazionale. Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), ha sottolineato l’importanza delle strategie di prevenzione, compresa la vaccinazione delle donne durante la gravidanza.

Prevenzione del Vrs: impegno a partire dalla gravidanza

La circolare del ministero della Salute, del 27 marzo 2024, ha introdotto in Italia il primo vaccino contro il Vrs da somministrare alle donne in gravidanza. Secondo i dati degli studi registrativi, questo vaccino ha mostrato una riduzione del rischio di malattia da Vrs severa nei neonati dell’81,8% nei primi 90 giorni dalla nascita e del 69,4% nei primi 180 giorni. Questi risultati evidenziano l’efficacia della vaccinazione come strumento di prevenzione primaria per proteggere i neonati dalle complicazioni associate al Vrs.

Collaborazione tra professionisti sanitari per una prevenzione efficace

Per massimizzare l’efficacia delle strategie preventive, è essenziale una collaborazione stretta tra tutti i professionisti sanitari. È fondamentale sensibilizzare le future mamme e i futuri papà sulle opzioni disponibili per la protezione contro il Vrs, per una scelta informata. D’Avino ha enfatizzato la necessità di una formazione adeguata anche per gli operatori sanitari, in modo che possano fornire alle gestanti raccomandazioni precise sui benefici del vaccino anti-Vrs. È utile ricordare che il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante e, in caso di persistenza dei sintomi, è necessario contattare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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L’abuso di alcol aumenta il rischio di Alzheimer e Parkinson

In occasione dell’Alcohol prevention day, la giornata mondiale di prevenzione dell’abuso di alcol proclamata dal Collaborating centre on alcohol and public health policy research dell’Oms, diverse istituzioni italiane come l’Istituto superiore di sanità, la Società italiana di alcologia, e l’Associazione Italiana dei club alcologici territoriali si sono unite per promuovere la cultura della prevenzione e della consapevolezza riguardo agli effetti negativi dell’abuso di alcol sulla salute e sulla società. L’iniziativa mira a sensibilizzare la popolazione, in particolare i giovani, fornendo loro le conoscenze necessarie per gestire situazioni che coinvolgono l’alcol e prevenire le gravi conseguenze che l’abuso può avere sulla loro salute e sulla loro vita.

La corretta educazione sui rischi dell’alcol

I dati raccolti da diverse indagini hanno evidenziato come l’abuso di alcol sia un problema diffuso in tutte le fasce d’età, con conseguenze particolarmente gravi per i giovani e gli anziani. Negli Stati Uniti, l’abuso alcolico è una delle principali cause di morte prevenibili tra i giovani sotto i 21 anni, mentre in Italia, secondo il Rapporto Itisan 2023 dell’Iss, l’alcol rappresenta il terzo fattore di rischio per malattia e morte prematura. Anche tra gli anziani, l’abuso di alcol è un fenomeno preoccupante, con l’11% di loro che risulta affetto da binge drinking, un consumo eccessivo che può comportare gravi problemi di salute, interazioni con i farmaci assunti per le comorbidità e un aumento del rischio di malattie neurodegenerative.

L’abuso di alcol come fattore di rischio per l’Alzheimer e il Parkinson

Uno studio anglo-canadese pubblicato su Nature Communications ha evidenziato come l’abuso di alcol, insieme ad altri fattori come il diabete e l’inquinamento atmosferico, sia una delle principali cause di aumento del rischio di malattia di Alzheimer e di Parkinson. Il presidente della Società italiana di neurologia, Alessandro Padovani, ha spiegato che «oggi siamo esposti a diversi fattori di rischio cumulativi che impongono un approccio olistico che li consideri tutti. Quindi non solo i già noti ipertensione, diabete e obesità, ma anche fattori legati allo stile di vita come l’esercizio fisico e il consumo di alcol. Anche il Global burden of disease study condotto per 10 anni dall’Oms ha concluso che la salute è una questione del singolo individuo e sono gli eventi della sua vita, da eventuali traumi cranici a errati e modificabili stili di vita, a determinare il rischio di malattia non solo del sistema nervoso». Il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare il medico curante o il medico specialista di riferimento per una valutazione approfondita della situazione e per ricevere indicazioni terapeutiche personalizzate.

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Uso sigarette elettroniche: studio rivela aumento del rischio di scompenso cardiaco

Durante il congresso annuale dell’American college of cardiology, tenutosi ad Atlanta, è stato presentato uno studio che ha esaminato l’associazione tra l’uso di sigarette elettroniche e l’insorgenza di scompenso cardiaco. Lo studio, uno dei più estesi di tipo prospettico fino a oggi realizzati, ha utilizzato dati raccolti tramite questionari e cartelle cliniche elettroniche nell’ambito del programma di ricerca All of Us, finanziato dai National institutes of health. I partecipanti allo studio erano adulti statunitensi privi di diagnosi preesistenti di scompenso cardiaco.

Approfondimento metodologico dello studio

Per valutare l’impatto dell’uso delle sigarette elettroniche sul rischio di scompenso cardiaco, i ricercatori hanno impiegato modelli di regressione di Cox, aggiustati per variabili demografiche e socioeconomiche, nonché per condizioni di salute come il diabete mellito, l’ipertensione, l’iperlipidemia, il Bmi e l’uso concomitante di altre sostanze, inclusi alcol e tabacco tradizionale. Tale approccio ha permesso di isolare l’effetto dell’uso delle sigarette elettroniche dall’influenza di altri fattori di rischio potenziali.

Risultati principali e implicazioni per la salute pubblica

L’analisi ha coinvolto 175.667 partecipanti, con un’età media di 52 anni e una prevalenza femminile del 60,5%. Durante un periodo di follow-up mediano di 45 mesi, 3.242 individui hanno sviluppato scompenso cardiaco. I risultati hanno mostrato che gli utilizzatori di sigarette elettroniche avevano un rischio maggiore di sviluppare scompenso cardiaco rispetto a chi non ne faceva uso. In particolare, il rischio era più elevato per lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione conservata. I dati suggeriscono che l’uso di sigarette elettroniche potrebbe avere effetti nocivi sulla salute cardiaca, contrariamente a quanto spesso percepito dal pubblico.

Studio non consente di stabilire relazione causale

Nonostante i risultati significativi, i ricercatori hanno sottolineato che il disegno dello studio, di tipo osservazionale, non permette di stabilire una relazione causale definitiva tra l’uso di sigarette elettroniche e lo scompenso cardiaco. Tuttavia, data l’ampiezza del campione e l’accuratezza dei dati raccolti, lo studio fornisce un contributo alla comprensione del potenziale impatto delle sigarette elettroniche sulla salute cardiaca. Ulteriori ricerche saranno necessarie per confermare questi risultati e per informare adeguatamente il pubblico e orientare le politiche sanitarie in materia. È utile ricordare che le informazioni fornite non intendono sostituire il consulto medico. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi sulla propria salute, è essenziale consultare il proprio medico curante o uno specialista.

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Smettere di fumare: guida e sostegno (anche) dai farmacisti

Il percorso per smettere di fumare è una strada in salita per molti individui. Il tabagismo è una delle principali cause di malattie prevenibili e morte prematura. Per questo motivo, richiede un approccio strutturato per essere superato efficacemente. I farmacisti, dal canto loro, come professionisti della salute accessibili nella comunità, possono supportare le persone in questo “viaggio”.

Supporto farmacologico e non solo

I farmacisti, per via della loro vicinanza territoriale alla popolazione, possono erogare consulenze personalizzate riguardo le varie opzioni disponibili. Tra queste, i sostituti della nicotina, come cerotti, gomme da masticare e spray nasali: possono aiutare a ridurre i sintomi di astinenza e la voglia di fumare. I farmacisti possono guidare i pazienti nell’uso corretto di questi prodotti, massimizzando così la probabilità di successo nel lungo termine.

Consulenza personalizzata e monitoraggio

I farmacisti possono monitorare i progressi del paziente fornendo consigli e supporto per mantenere alta la motivazione. In tal senso, personalizzazione del supporto è fondamentale, poiché ogni individuo può rispondere diversamente ai vari trattamenti e strategie. In aggiunta a ciò, i farmacisti possono supportare le persone suggerendo strategie che aiutano a gestire il desiderio di fumare e a modificare le abitudini legate al consumo di tabacco. È utile menzionare le tecniche di rilassamento e di distrazione. Anche l’aumento dell’attività fisica e una dieta equilibrata possono apportare benefici per la salute e aiutare a combattere l’ansia e lo stress spesso associati alla cessazione del fumo.

Ricorrere al medico di fiducia in caso di necessità

Ove il supporto dei farmacisti non è sufficiente, è necessario che i pazienti si rivolgano al medico curante per valutare opzioni adeguate al caso in esame. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con il medico curante. Dunque, ove la problematica presentata dovesse perdurare, è necessario contattare il medico curante o il medico specialista di riferimento.