Categorie
Notizie

Opposizione spese sanitarie nel 730 precompilato: come fare e quali sono le opzioni

Il 730 precompilato è uno strumento utile per semplificare la dichiarazione dei redditi dei contribuenti. Tuttavia, non tutti vogliono che i loro dati relativi alle spese sanitarie siano inseriti nella dichiarazione precompilata e resi disponibili all’Agenzia delle Entrate. Tale possibilità è esercitabile dal cittadino al momento stesso dell’acquisto di uno specifico prodotto in farmacia o di una prestazione sanitaria. Ciò nonostante, l’Agenzia delle Entrate consente di fare opposizione anche in un secondo momento. Ci sono due modalità per effettuare l’opposizione alle spese sanitarie e ai relativi rimborsi del 2022. La prima modalità è quella di accedere all’area autenticata del sito web dedicato del Sistema Tessera Sanitaria, tramite tessera sanitaria TS-CNS oppure tramite SPID, dal 3 marzo 2023 al 30 marzo 2023. In questo modo, è possibile consultare l’elenco delle spese sanitarie e selezionare le voci per le quali si vuole esprimere l’opposizione all’invio dei relativi dati all’Agenzia delle Entrate.

Comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

La seconda modalità – non più disponibile alla data di pubblicazione di questo articolo – consisteva nel comunicare direttamente all’Agenzia delle Entrate le tipologie di spesa da escludere, i dati anagrafici, il codice fiscale, il numero della tessera sanitaria e la relativa data di scadenza, nella finestra temporale che andava dal primo ottobre 2022 al 22 febbraio 2023. Per questa modalità è stato possibile utilizzare l’apposito modello in formato pdf, anche in versione editabile. La comunicazione può essere effettuata inviando una e-mail alla casella email opposizioneutilizzospesesanitarie@agenziaentrate.it o telefonando a un centro di assistenza multicanale (numero verde 800909696, 0696668907 da cellulare, +39 0696668933 dall’estero). In entrambi i casi, è necessario allegare la copia del documento di identità.

Tutela della privacy e controllo dei dati personali.

È importante notare che è possibile inserire le spese per le quali è stata esercitata l’opposizione nella successiva fase di modifica o integrazione della dichiarazione precompilata, a patto che siano presenti i requisiti per la detraibilità delle spese sanitarie previsti dalla legge. Se non si desidera rendere disponibili all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle spese sanitarie e ai relativi rimborsi, è possibile fare opposizione utilizzando una delle due modalità sopra descritte. In questo modo, i contribuenti possono tutelare la propria privacy e mantenere il controllo sui propri dati personali.

Categorie
Notizie

Il mal di testa è donna?

Il mal di testa è un disturbo colpisce maggiormente il sesso femminile, soprattutto dopo la pubertà, a causa delle variazioni ormonali che le donne subiscono durante il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa. Secondo il Professore Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma, le cefalee primarie, come l’emicrania, sono una iperfunzione del cervello che si manifesta maggiormente nelle donne a causa della loro velocità cerebrale superiore rispetto agli uomini. Tuttavia, ci sono molti fattori scatenanti del mal di testa, tra cui lo stress, l’alcool, la carenza di sonno, il digiuno e le variazioni ormonali.

Le forme più frequenti di cefalea.

Esistono più di 230 forme di mal di testa e nell’80% dei casi si tratta di forme primarie senza una causa dimostrabile. Le forme più comuni sono la cefalea di tipo tensivo, l’emicrania e la cefalea a grappolo. La cefalea a grappolo colpisce un soggetto ogni mille, è tipicamente maschile ed è la forma meno frequente e la più severa e disabilitante. Invece, le cefalee secondarie sono espressione di una anomalia dimostrabile, come un’infezione.

Diffusione del mal di testa.

Il mal di testa è un disturbo molto diffuso. Infatti, sono ben 15 milioni gli italiani che hanno avuto una cefalea almeno una volta nella vita e 5 milioni sono le persone che soffrono di mal di testa ricorrente, con almeno un episodio a settimana. Il mal di testa può avere una durata differente a seconda della tipologia: la cefalea tensiva dura tra i 30 minuti e i 7 giorni, l’emicrania da 4 ore a 72 ore, mentre la cefalea a grappolo dai 10-15 minuti fino a 180 minuti.

Può un mal di testa essere curato?.

I mal di testa sono curabili e le regole da tenere a mente sono semplici ma efficaci. In primis, il rispetto del cervello e l’osservanza dei relativi bioritmi può essere fondamentale, ad esempio: dormire almeno 7 ore a notte, mangiare 3 volte al giorno, bere almeno 1,5 litri di acqua, non superare i 3 caffè al giorno e limitare gli alcolici. Anche uno stile di vita attivo può prevenire la comparsa del mal di testa. Per il Professor Barbanti è infatti importante fare sport almeno tre volte a settimana e cercare di gestire lo stress con delle pause idonee.

I primi sintomi del mal di testa.

L’attacco di mal di testa va sempre bloccato, possibilmente ai primi sintomi, per evitare la sofferenza derivante dal dolore e per impedire che l’attacco possa evolvere. I farmaci di automedicazione, contraddistinti dal bollino rosso che sorride sulla confezione, possono rappresentare un alleato fondamentale per alleviare i sintomi. Inoltre, i farmaci analgesici da banco possono essere impiegati al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni, mentre il paracetamolo è l’unico presidio per la terapia dell’attacco acuto nella donna in gravidanza. Tuttavia, il paziente affetto da forme severe deve esigere che il medico o il terapeuta scriva la diagnosi e certifichi nel dettaglio la cura, aderendo alle linee guida nazionali.

I principali miti da sfatare.

Ci sono alcuni miti da sfatare riguardo al mal di testa. Ad esempio, il mal di testa da cervicale e quello da sinusite non esistono, e la dimostrazione indiretta è che le cefalee colpiscono prevalentemente i giovani che hanno una cervicale in buone condizioni, mentre le cefalee sono meno diffuse tra gli anziani che hanno una colonna più compromessa. Invece, l’emicrania mestruale, un tempo chiamata anche catameniale, è un caso a sé stante perché proprio gli ormoni giocano un ruolo chiave nello scatenare il disturbo.

Diagnosi corretta e terapia mirata.

Il mal di testa è donna ma può colpire chiunque, uomini e donne, di tutte le età. È importante seguire alcune regole di prevenzione come uno stile di vita sano, il controllo dello stress e l’automedicazione responsabile, ma anche consultare uno specialista per valutare di associare una cura preventiva se i giorni di cefalea sono più di 4-5 al mese. La diagnosi corretta e la terapia mirata sono fondamentali per bloccare l’attacco di mal di testa ai primi sintomi e per evitare che l’attacco possa evolvere, quando il soggetto è affetto da forme severe come l’emicrania o la cefalea a grappolo, con la comparsa di nausea, vomito e intolleranza per luci e rumori.

Categorie
Notizie

Sognare a occhi aperti: quando si esagera diventa un disturbo

Quante volte ci è stato detto “Smettila di sognare a occhi aperti e torna con i piedi per terra!”? Eppure sognare a occhi aperti, come si suol dire, può essere davvero molto utile. Non solo allevia gradevolmente la noia ma la ricerca ha dimostrato che la nostra capacità di allontanarci con la mente dal presente può stimolare la creatività, agevolare la risoluzione di problemi, aumentare la nostra abilità di organizzarci e neutralizzare quel senso negativo di solitudine.

Sogni a occhi aperti: positivi vs disadattivi.

Sognare a occhi aperti fa parte della nostra esperienza quotidiana anche quando non ci facciamo caso. Se considerati come pensieri slegati da ciò che si sta facendo in un dato momento, occupano una buona parte della nostra vita da svegli. Tuttavia si stima che il 2,5% degli adulti sogni troppo a occhi aperti, sperimentando quello che viene definito come disturbo dei “sogni a occhi aperti disadattivi”. I sognatori a occhi aperti disadattivi sognano compulsivamente a occhi aperti, al punto che i loro sogni interferiscono con il normale svolgersi delle attività quotidiane.

Che cos’è un sogno a occhi aperti disadattivo? I sogni a occhi aperti più comuni durano pochi secondi mentre quelli disadattivi possono prolungarsi anche per delle ore. Secondo uno studio, i sognatori a occhi aperti disadattivi trascorrono in media almeno la metà delle loro ore di veglia immersi in queste visioni oniriche costruite appositamente per essere sognate. Sono mondi paralleli spesso fantastici, dalle trame complesse e intricate, capaci di evolversi nel corso del tempo se non addirittura di anni. Si tratta di immaginari gratificanti per chi li sogna, al punto da creare una sorta di dipendenza nei loro confronti. Il sognatore a occhi aperti disadattivo ha bisogno di sognarli tanto che quando viene interrotto o non gli è possibile farlo prova profondo fastidio e nervosismo.

Disadattivo: un sogno che non si può fermare.

La maggior parte dei sognatori a occhi aperti disadattivi trova perfino difficile fermare o ridurre la quantità di tempo da dedicare ai propri sogni. Un sogno a occhi aperti diventa disadattivo quando se ne perde il controllo, quando occupa gran parte del proprio tempo nell’arco di una giornata, avendo la precedenza su tutto ciò che concerne la vita reale. La capacità di creare mondi paralleli da sognare potrebbe avere origine in età infantile e costituire, allora come oggi in età adulta, un rifugio dalle angosce della vita reale, un mondo interiore sicuro e confortevole in cui rifugiarsi.

Perché i sogni a occhi aperti diventano disadattivi.

Sognare a occhi aperti da adulti in questa modalità compulsiva può rivelarsi come una sorta di strategia mentale per distrarsi da fatti spiacevoli, per evitare di affrontare traumi ed eventi difficili della vita, così come un modo per compensare l’isolamento sociale. Eppure, sognare a occhi aperti rischia di diventare un una dipendenza che alimenta gli stessi problemi che intendeva alleviare. Forse non sorprende che i sogni a occhi aperti disadattivi tendano a manifestarsi insieme ad altri disturbi, fra i quali il disturbo da deficit di attenzione, iperattività, ansia, depressione e disturbo ossessivo-compulsivo.

Sogni a occhi aperti disadattivi: conseguenze.

Nel momento in cui i sogni a occhi aperti disadattivi diventano la priorità di chi li sogna, a scapito di bisogni fisici e sociali, ne conseguono inevitabilmente problemi sul lavoro, a scuola, nelle relazioni interpersonali. Molti sognatori a occhi aperti disadattivi affermano di provare disagio psicologico, insonnia e sentimenti di vergogna e, pertanto, non dicono a nessuno di sognare a occhi aperti. Finora gli interventi curativi adottati tendono combinare trattamento psicologico, cognitivo comportamentale e mindfulness ma la scienza ha ancora molta strada da fare per elaborare maggiori, e più mirate, opzioni terapeutiche.

Categorie
Notizie

Anziani e farmaci: il Decalogo per un uso corretto e sicuro

L’utilizzo di farmaci in modo sicuro ed efficace è importante per tutti i pazienti, ma per gli anziani, questo diventa ancora più critico. Gli anziani sono spesso più vulnerabili agli effetti collaterali dei farmaci, e sono più inclini a complicazioni e interazioni tra farmaci. Qui di seguito è il Decalogo per gli anziani che vogliono usare i farmaci in modo corretto e sicuro. Mantieni un registro dei tuoi farmaci: Inizia a tenere un registro dei farmaci che assumi, incluso il nome del farmaco, il dosaggio e il momento in cui lo assumi. Questo può essere utile per il medico in caso di emergenza o per verificare eventuali interazioni tra i farmaci. Segui sempre le istruzioni: Segui sempre le istruzioni del medico o del farmacista e non assumere mai farmaci in dosi superiori o inferiori a quelle prescritte.

Non interrompere mai un farmaco senza consultare il medico: Anche se ti senti meglio, non interrompere mai un farmaco senza prima consultare il medico. Alcuni farmaci richiedono una graduale riduzione del dosaggio per evitare effetti collaterali. Informa il medico di tutti i farmaci e integratori che assumi: Assicurati di informare il medico di tutti i farmaci e gli integratori che assumi, compresi quelli senza prescrizione medica. Evita l’alcol: Evita di bere alcolici mentre assumi farmaci, poiché questo può aumentare il rischio di effetti collaterali o di interazioni tra farmaci. Non condividere i farmaci: Non condividere mai i tuoi farmaci con altre persone, poiché i farmaci possono essere pericolosi se presi senza prescrizione medica o in dosi sbagliate.

Conserva i farmaci correttamente: Conserva i tuoi farmaci in un luogo fresco e asciutto e seguendo le istruzioni sulla conservazione specifiche riportate sull’etichetta del farmaco. Non assumere farmaci scaduti: Non assumere mai farmaci scaduti, poiché potrebbero non essere efficaci o addirittura dannosi. Controlla sempre l’etichetta del farmaco: Controlla sempre l’etichetta del farmaco per verificare il dosaggio e le istruzioni per l’uso corretto. Chiedi aiuto: Se hai dubbi o preoccupazioni sui tuoi farmaci, chiedi sempre aiuto al medico o al farmacista. Medico e farmacista sono sempre disponibili a chiarire i dubbi sull’uso dei farmaci.

Categorie
Notizie

Quale musica aiuta a prendere sonno più facilmente?

Ascoltare musica per addormentarsi è una pratica piuttosto comune. Tuttavia non è così scontato che la musica che ascoltiamo sia quella giusta per agevolare il sonno. I ricercatori dello studio pubblicato su Plos One hanno esaminato circa un migliaio di playlist musicali su Spotify proposte appositamente dai loro autori per conciliare il riposo notturno.

Quali sono le musiche più ascoltate per addormentarsi?.

In base alla loro analisi delle playlist di Spotify i ricercatori hanno evidenziato che quelle più ascoltate per addormentarsi erano le musiche ambientali. Tuttavia altrettanto abbondantemente ascoltate erano tracce pop e brani indie o rap. Come mai? Sembrerebbero brani troppo vivaci per poterci cullare e invitarci al sonno. La spiegazione sta, secondo gli studiosi, nei meccanismi di funzionamento del nostro cervello. Esso infatti lavora, non solo ma anche, attraverso il riconoscimento di schemi.

Canzoni pop vs ninna nanne.

Se per esempio le canzoni pop che ascoltiamo sono strutturare in modo simmetrico e prevedibile, senza particolari o improvvisi cambiamenti di ritmo e/o melodia, potrebbero fungere da ninna nanna, proprio come quelle che ci canticchiavano mamma e papà da bambini. Un altro elemento che favorisce il sonno è la familiarità con il pezzo in ascolto, al di là del suo genere musicale. Qualsiasi novità, qualunque canzone nuova o poco conosciuta, non sortirebbe lo stesso effetto. Tutto ciò che in qualche modo risulta “sconosciuto” manterrà sveglio il cervello.

Perché ascoltiamo musica per addormentarci.

La musica che ascoltiamo la sera per favorire il sonno ha un effetto rilassante, calmante, talvolta meditativo e contemplativo dentro noi stessi. Può essere ascoltata anche al buio o con poca luce diffusa, per esempio quella di un abat-jour, il che aiuta ulteriormente a chiudere gli occhi e a riposare. Se abbiamo bisogno di ascoltare musica una vota coricati molto probabilmente è proprio perché ci aiuta a chiudere gli occhi e lasciarci andare al riposo notturno.

I consigli degli esperti.

Meglio ascoltare musica senza cuffie prima di addormentarsi o ricordarsi di rimuoverle. È preferibile utilizzare uno sleep timer per spegnere automaticamente la riproduzione sonora e, in linea di massima, seguire le buone pratiche per dormire bene, evitando di guardare schermi digitali (TV, pc, tablet, smartphone). Possibilmente, andare a letto sempre alla stessa ora. La prima regola di un buon riposo notturno è un rigido programma sonno-veglia. Sembra semplice da rispettare ma nella pratica non lo è affatto. Un trucco per abituarsi a una sana routine del sonno è quello di individuare un segnale che regolarmente la faccia scattare: in altre parole, un alert riconoscibile dal nostro cervello, come potrebbe essere, ad esempio, proprio la musica che ascoltiamo.