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Prevenire il mal di schiena da smartphone: consigli utili

L’aumento del tempo trascorso con dispositivi mobili ha portato all’incremento di disturbi legati alla colonna vertebrale. La posizione inclinata in avanti, tipica durante la consultazione dello schermo, genera un carico eccessivo su muscoli e articolazioni cervicali e lombari. Per mitigare il problema, è opportuno adottare soluzioni ergonomiche, come mantenere il dispositivo all’altezza degli occhi, evitando di piegare il collo. Brevi interruzioni ogni 20-30 minuti consentono di alleggerire la pressione sulle strutture ossee e tissutali.

L’importanza della postura durante l’utilizzo

La postura non corretta contribuisce all’insorgenza di fastidi cronici. D’altro canto, la colonna cervicale, sottoposta a sollecitazioni ripetute, può subire alterazioni nella curva fisiologica. Per preservarne l’allineamento, è consigliabile appoggiare la schiena a una superficie rigida, mantenere le spalle rilassate e i piedi poggiati a terra. Evitare di utilizzare il dispositivo in posizione sdraiata o con il capo flesso per lunghi periodi. Esercizi di stretching mirati, come rotazioni lente del collo, favoriscono il rilassamento muscolare.

Altri fattori da considerare per il benessere fisico

La durata complessiva dell’esposizione allo schermo influisce sulla salute della schiena. Ridurre il tempo di utilizzo continuativo, preferendo sessioni brevi e intervallate, diminuisce il rischio di contratture. L’impostazione della luminosità del display a livelli adeguati evita di avvicinare eccessivamente il viso al dispositivo, aggravando la flessione del collo. Applicazioni che segnalano posture scorrette o promuovono pause regolari possono integrare efficacemente le strategie preventive. I consigli presenti nell’articolo non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di sintomi persistenti o peggioramento delle condizioni, è necessario rivolgersi a professionisti sanitari qualificati.

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Kit di automedicazione: compagno indispensabile per le vacanze

L’arrivo della stagione estiva coincide per molti con la pianificazione delle vacanze, momento in cui viene dedicata attenzione anche alla preparazione di un kit di automedicazione. I dati emersi da una recente ricerca condotta da Assosalute, in collaborazione con Human Highway, evidenziano come questa pratica sia ormai consolidata: il 90% degli intervistati conferma di portare con sé almeno un farmaco da banco. Le donne e gli over 55 si distinguono per una maggiore previdenza, con una media di medicinali superiore rispetto al resto della popolazione.

Piccoli disturbi in viaggio: i farmaci più richiesti

I disagi legati alla salute durante le vacanze possono presentarsi in qualsiasi momento, rendendo utile la presenza di prodotti specifici. Gli antidolorifici e antinfiammatori sono i più diffusi, scelti dal 65% degli italiani, seguiti da farmaci per disturbi gastrointestinali (48%) e antipiretici (43%). Meno frequenti, ma ugualmente rilevanti, sono antistaminici, disinfettanti e medicinali per mal di gola o cinetosi. La selezione dei prodotti avviene principalmente in base alle esigenze personali o alla destinazione, dimostrando una crescente consapevolezza nell’uso di questi strumenti.

Conservazione corretta: evitare rischi inutili

Mantenere l’efficacia dei farmaci durante il viaggio richiede alcune accortezze. È preferibile utilizzare contenitori termici e proteggere i medicinali da fonti di calore e umidità, evitando di lasciarli in auto o in ambienti non idonei. Le formulazioni solide sono generalmente più resistenti alle alte temperature rispetto a quelle liquide. In caso di dubbi sull’integrità di un prodotto, è opportuno consultare il farmacista prima dell’utilizzo. I farmaci da banco, riconoscibili dal bollino rosso, rappresentano una soluzione pratica per gestire disturbi lievi, ma è essenziale rivolgersi a un medico se i sintomi persistono. È utile ricordare che i consigli forniti non sostituiscono il parere del medico curante o dello specialista. In caso di sintomi prolungati o peggioramento delle condizioni, è necessario consultare un professionista sanitario.

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Gli effetti negativi della luce blu prima di dormire

L’esposizione alla luce blu degli schermi di smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici nelle ore serali può influenzare il riposo notturno. È un tipo di luce, caratterizzata da lunghezza d’onda corta, che interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia. Studi hanno dimostrato che l’uso prolungato di dispositivi digitali prima di dormire può ritardare l’addormentamento e ridurre la qualità del sonno.

Come la luce blu altera il ritmo circadiano

Il ritmo circadiano, ovvero l’orologio biologico interno che regola le fasi di sonno e veglia, viene influenzato dalla luce ambientale. La luce blu, in particolare, inganna il cervello, facendogli credere che sia ancora giorno. Di conseguenza, il corpo rallenta la secrezione di melatonina, rendendo più difficile rilassarsi e prepararsi al riposo. Il fenomeno può portare a difficoltà nell’addormentarsi, risvegli frequenti e una sensazione di stanchezza al mattino.

Strategie per limitare l’esposizione alla luce blu

Per ridurre gli effetti negativi della luce blu, è possibile attivare la funzione “filtro luce blu” presente su molti dispositivi, per ridurre l’emissione della lunghezza d’onda nelle ore serali. Un’altra opzione è evitare l’uso di schermi almeno un’ora prima di coricarsi, preferendo attività rilassanti come la lettura di un libro cartaceo. Mantenere una stanza buia e fresca può favorire un sonno più profondo e ristoratore. Le informazioni fornite non sostituiscono il parere del medico curante o dello specialista di riferimento. In caso di disturbi del sonno persistenti, è consigliabile consultare un professionista sanitario per una valutazione personalizzata.

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Problemi di sonno: i rimedi naturali per ritrovare il riposo

I problemi di sonno sono un disturbo comune nella popolazione. Si stima che circa il 30% delle persone soffra di insonnia o di altri disturbi del sonno. Problemi che possono manifestarsi con difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti durante la notte o risvegli precoci al mattino. Le cause possono essere molteplici, dallo stress alla cattiva alimentazione, passando per disturbi d’ansia o depressione.

I rimedi naturali per ritrovare il sonno

Esistono diversi rimedi naturali che possono aiutare a migliorare la qualità del sonno. La valeriana è una delle piante più conosciute per le sue proprietà rilassanti e sedative. Può essere assunta sotto forma di tisana o di integratore. La camomilla e la passiflora hanno effetti calmanti e possono favorire il sonno. La melatonina, invece, è un ormone prodotto naturalmente dall’organismo che regola il ciclo sonno-veglia. Può essere assunta come integratore per regolarizzare il ritmo circadiano.

Stile di vita può influenzare qualità del sonno

È consigliabile evitare l’assunzione di caffè, tè o bevande alcoliche nelle ore serali, così come evitare pasti abbondanti prima di coricarsi. Può essere utile anche stabilire una routine del sonno, andando a dormire e svegliandosi sempre alla stessa ora. L’attività fisica regolare può favorire il sonno, purché non venga svolta nelle ore serali. Infine, è importante creare un ambiente favorevole al sonno, con una temperatura adeguata e l’assenza di rumori o luci disturbanti. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per una valutazione approfondita della situazione e per individuare la terapia più adatta.

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Alimenti ultra-processati e invecchiamento: lo studio che fa riflettere

Uno studio condotto dall’Irccs Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Università Lum di Casamassima, ha evidenziato una correlazione tra l’assunzione regolare di alimenti ultra-processati e un incremento della velocità dell’invecchiamento biologico. La ricerca, pubblicata su The american journal of clinical nutrition, sottolinea come la lavorazione industriale degli alimenti possa influire negativamente sulla salute a lungo termine, oltre ai già noti aspetti nutrizionali.

L’Impatto degli alimenti ultra-processati sulla salute

I dati analizzati provengono dallo studio Moli-sani, un’indagine epidemiologica che da vent’anni monitora le abitudini alimentari di 25mila residenti in Molise. Attraverso questionari dettagliati, è emerso che i partecipanti con un elevato consumo di cibi ultra-processati presentavano un’età biologica superiore rispetto a quella anagrafica. Tale differenza è stata calcolata mediante l’analisi di oltre trenta biomarcatori ematici, indicatori dello stato di salute degli organi e dei tessuti. Gli alimenti ultra-processati includono prodotti industriali come snack dolci e salati, bibite zuccherate, piatti pronti e alcuni cereali da colazione. Si tratta di alimenti che subiscono numerose trasformazioni industriali, con l’aggiunta di conservanti, coloranti e altri additivi che ne alterano la struttura originaria. Anche il confezionamento in materiali plastici può introdurre ulteriori contaminanti chimici, potenzialmente dannosi per l’organismo.

Educazione alimentare e prevenzione

Lo studio evidenzia che l’effetto negativo degli alimenti ultra-processati persiste anche in diete apparentemente equilibrate, ricche di frutta, verdura e fibre. Ciò suggerisce che il grado di trasformazione industriale degli alimenti rappresenti un fattore critico, indipendente dal loro profilo nutrizionale. Per contrastare il fenomeno, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori, incoraggiando la scelta di prodotti freschi e poco lavorati, come quelli previsti dalla dieta mediterranea. Leggere attentamente le etichette e riconoscere gli ingredienti aggiunti può contribuire a ridurre l’esposizione a sostanze potenzialmente dannose. È utile ricordare che le informazioni fornite hanno scopo divulgativo e non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di dubbi o sintomi persistenti, è necessario consultare un professionista sanitario.