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Uso consapevole degli antibiotici: l’impegno di tutti per la salute della collettività

Ogni anno si svolge la settimana di consapevolezza sull’uso degli antibiotici. Gli antibiotici sono farmaci per il trattamento delle infezioni di natura batterica. Il loro uso eccessivo e inappropriato porta all’aumento dell’antibiotico-resistenza, fenomeno che si verifica quando i batteri sviluppano la capacità di resistere all’azione dei farmaci antibiotici, rendendo difficile il trattamento delle infezioni. L’antibiotico-resistenza, per quanto potrebbe apparire un tema complesso e lontano dalla vita di tutti i giorni, è una minaccia per la salute pubblica poiché potrebbe compromettere la capacità di curare malattie comuni.

L’uso responsabile degli antibiotici

Per contrastare l’antibiotico-resistenza è necessario promuovere l’uso consapevole e responsabile degli antibiotici. Ciò significa usarli solo quando prescritti dal proprio medico curante o specialista di fiducia, e seguire attentamente le indicazioni fornite sulla posologia e durata del trattamento. È importante non interrompere la terapia antibiotica prima del termine previsto, anche se i sintomi sembrano migliorare: ciò potrebbe favorire lo sviluppo di batteri resistenti.

Il contributo di ogni individuo nella lotta all’antibiotico-resistenza

Ogni individuo può fare la propria parte per contrastare l’antibiotico-resistenza. È necessario evitare l’autodiagnosi e l’automedicazione con antibiotici. A ciò si aggiunge la necessità di adottare misure preventive come il lavaggio delle mani. Gli operatori sanitari, dal canto loro, hanno il compito di prescrivere gli antibiotici in modo appropriato ed educare i pazienti sul loro corretto utilizzo. Con l’impegno di tutti è possibile preservare l’efficacia degli antibiotici per le future generazioni. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di dubbi o persistenza dei sintomi, è necessario contattare il proprio medico di fiducia o gli specialisti di riferimento.

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Antibiotico-resistenza in Italia: una pandemia silente da contrastare

L’antibiotico-resistenza è una delle più gravi minacce per la salute pubblica a livello globale. In Italia, la situazione appare particolarmente critica, con il Paese che si posiziona ai primi posti in Europa sia per consumo di antibiotici che per diffusione di batteri resistenti alle cure. Secondo l’ultimo rapporto di sorveglianza dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), nel 2024 si sono verificate in Europa oltre 670mila infezioni da germi antibiotico-resistenti, causando più di 35mila decessi, di cui quasi un terzo in Italia.

L’impatto sul Servizio sanitario nazionale

Nel biennio 2022-2023, ben 430mila ricoverati hanno contratto un’infezione durante la degenza, l’8,2% del totale dei pazienti contro una media Ue del 6,5%. Gli antibiotici vengono somministrati al 44,7% dei degenti italiani, a fronte di una media europea del 33,7%. L’uso massiccio di antimicrobici favorisce la nascita di superbatteri resistenti agli stessi farmaci, generando un circolo vizioso. L’impatto sul Servizio sanitario nazionale è notevole, con 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di queste infezioni e un costo che raggiunge i 2,4 miliardi di euro l’anno.

Prevenzione e uso appropriato degli antibiotici

Secondo gli esperti, l’impatto delle infezioni antibiotico-resistenti potrebbe essere ridotto del 30% con maggiore prevenzione negli ospedali e un uso più appropriato degli antimicrobici. Si stima che tra le 135mila e le 210mila infezioni nosocomiali sarebbero evitabili con migliori accorgimenti igienici. Il consumo di antibiotici in Italia è aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente, rendendo urgenti azioni di sensibilizzazione e controllo. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per una valutazione approfondita della situazione individuale.

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Insonnia in Italia: problema crescente con conseguenze sulla salute

In un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici e iperconnessione, il sonno sembra essere diventato un bene sempre più prezioso e difficile da ottenere. Giovani e adulti sono sempre più colpiti dai disturbi del sonno, con l’insonnia che rappresenta uno dei principali ostacoli a una vita sana e produttiva. Secondo i dati, il 20% delle persone soffre di insonnia in modo episodico nel corso della vita, mentre il 6-7% della popolazione convive con l’insonnia cronica. Per fare chiarezza sul tema di attualità, il Prof. Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università Irccs San Raffaele di Roma, ha condiviso la sua esperienza sull’insonnia all’evento organizzato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, intitolato: «Insonnia e stili di vita: quali impatti sulla salute?».

Distinguere tra disturbi del sonno e insonnia

Il Prof. Barbanti chiarisce che i disturbi del sonno e l’insonnia non sono necessariamente sinonimi. I disturbi del sonno comprendono parasonnie come il sonniloquio, il sonnambulismo o il disturbo comportamentale del sonno Rem. L’insonnia, invece, si riferisce a una cattiva qualità del sonno, indipendentemente dalle ore dormite. Si parla di insonnia cronica quando il soggetto ha una cattiva qualità del sonno notturno per almeno tre volte a settimana, e da almeno tre mesi. Le cause dell’insonnia possono essere molteplici, tra cui iperveglia, malattie psichiatriche, parasonnie, apnee notturne, malattie internistiche e farmaci o sostanze da abuso.

Il “social jet lag” e la “generazione zombie”

Il Prof. Barbanti evidenzia come la popolazione italiana stia progressivamente riducendo le ore destinate al sonno, con una considerevole parte degli adulti in età lavorativa che dorme meno di 7 ore. I giovani, in particolare, soffrono maggiormente del problema, dormendo raramente 8 ore a fronte di una necessità fisiologica di 9-10 ore a notte. Il fenomeno ha portato alla definizione di “generazione zombie”, dovuta a orari scolastici poco consoni ai ritmi fisiologici, alla mancanza di socialità vera e all’uso eccessivo di dispositivi elettronici. Inoltre, il “social jet lag”, ovvero la distanza tra il momento in cui il corpo richiede il sonno e quello in cui si decide di andare a letto, contribuisce a peggiorare la situazione.

I fattori che influiscono sull’insonnia

Le cause più comuni dell’insonnia sono legate a problemi dello stile di vita, come stress, ansia, depressione e uso improprio di sostanze stimolanti. Fattori ambientali come l’inquinamento luminoso e acustico possono ostacolare un sonno ristoratore, aumentando il rischio di patologie neurodegenerative, ictus e infarti del miocardio. L’insonnia diventa un reale problema di salute quando i sintomi della cattiva qualità del sonno non sono più occasionali e il soggetto si sente stabilmente stanco e deconcentrato. Per favorire un riposo rigenerante, il Prof. Barbanti suggerisce alcuni consigli per una corretta “igiene del sonno”, tra cui evitare l’uso di dispositivi luminosi prima di dormire, preferire una buona illuminazione e il silenzio, seguire una dieta equilibrata, creare un ambiente di riposo adeguato e allentare le tensioni nervose attraverso l’uso di precursori della serotonina, ioni come il magnesio o sostanze di derivazione vegetale come valeriana e passiflora. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per un adeguato supporto medico.

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Giornata mondiale del diabete: occhio a prevenzione e gestione della malattia

La Giornata mondiale del diabete, istituita nel 1991 dall’International diabetes federation (Idf) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), si celebra ogni anno il 14 novembre, data di nascita di Frederick Banting, uno dei principali scopritori dell’insulina. L’obiettivo della ricorrenza è sensibilizzare la popolazione mondiale su prevenzione, diagnosi e gestione del diabete, malattia cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.

Patologia in costante aumento a livello globale

Secondo i dati dell’Oms, nel 2019 il diabete ha causato la morte di circa 1,5 milioni di persone. Si stima che attualmente circa 463 milioni di adulti convivano con la malattia. In estrema sintesi, il diabete si manifesta quando il pancreas non produce abbastanza insulina o quando l’organismo non è in grado di utilizzare in modo efficace l’insulina prodotta. Ciò porta a un aumento dei livelli di glucosio nel sangue, che nel tempo può causare gravi danni a organi e tessuti.

Prevenzione e diagnosi precoce per contrastare il diabete

Per prevenire il diabete di tipo 2, il più comune, è necessario adottare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata, ricca di fibre e povera di zuccheri e grassi saturi, e da una regolare attività fisica. È fondamentale sottoporsi a controlli medici periodici per individuare eventuali fattori di rischio e intervenire tempestivamente. Per le persone già affette da diabete, invece, è essenziale seguire le indicazioni del medico curante, monitorare regolarmente i livelli di glicemia e assumere correttamente i farmaci prescritti.

Farmacisti in collaborazione con medici per il controllo del diabete

In occasione della Giornata mondiale del diabete, è utile ricordare che la patologia può essere prevenuta e gestita in modo efficace, migliorando la qualità di vita delle persone che ne sono affette. I farmacisti, in collaborazione con i medici curanti, educano e supportano i pazienti diabetici, fornendo consigli sulla corretta gestione della terapia e sulla prevenzione delle complicanze. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per una valutazione approfondita e un’adeguata gestione della patologia.

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Diabete: malattia silenziosa da non sottovalutare

Il diabete è una condizione che si verifica quando l’organismo non è in grado di produrre o utilizzare correttamente l’insulina, ormone responsabile della regolazione dei livelli di zucchero nel sangue. La disfunzione può portare ad accumulo di glucosio nel circolo sanguigno, causando complicazioni a lungo termine se non trattata adeguatamente.

Sintomi subdoli e facilmente trascurabili

Tra gli ostacoli nella diagnosi precoce del diabete vi è la natura spesso silente dei suoi sintomi. Molte persone con questa patologia possono convivere con essa per anni senza rendersi conto di avere un problema. Tra i segni più comuni, ma non sempre evidenti, vi sono sete eccessiva, frequente necessità di urinare, stanchezza persistente, vista offuscata e lenta guarigione delle ferite.

Diagnosi tempestiva per prevenire complicazioni

Riconoscere i sintomi del diabete e sottoporsi a regolari controlli medici sono passi per la diagnosi precoce. Più tempestivamente viene identificata la condizione, più alte sono le possibilità di gestirla efficacemente e di prevenire l’insorgenza di complicazioni gravi. Si pensi a malattie cardiovascolari, danni ai reni, problemi agli occhi e neuropatie. Stile di vita sano, dieta equilibrata, regolare attività fisica e monitoraggio costante dei livelli di zucchero nel sangue sono comportamenti utili a tenere sotto controllo il diabete.

Il ruolo dei medici curanti e specialisti

Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento per una valutazione approfondita e un trattamento personalizzato.