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Studio conferma: «Il matrimonio fa bene al cuore»

Essere sposati diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari e migliora la prognosi. I risultati dello studio internazionale pubblicato su ‹‹Heart››.

Essere vedovi, divorziati o mai sposati aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, al contrario il matrimonio riduce il rischio di tali malattie e di morte.  Sono questi i risultati di una meta-analisi  pubblicata sulla rivista scientifica Heart, che include i dati su oltre due milioni di partecipanti in 34 studi condotti in 15 Paesi, inclusi Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Russia, Svezia, Spagna, Grecia.
I ricercatori hanno scoperto che, rispetto alle persone sposate, coloro che non erano sposati – mai sposati, vedovi o divorziati – avevano il 42% di probabilità in più di avere qualche forma di malattia cardiovascolare e il 16% di probabilità in più di avere una malattia coronarica. I non sposati, inoltre, hanno mostrato un aumento del 43% delle probabilità di morte per coronaropatia e un aumento del 55% del rischio di morte per ictus. Essere divorziati era associato a maggiori probabilità di sviluppare coronaropatia sia per gli uomini che per le donne, mentre i vedovi avevano maggiori probabilità di sviluppare un ictus. Uomini e donne single che avevano subito infarto miocardico hanno invece avuto un aumento della mortalità rispetto a quelli sposati.
Gli autori riconoscono che lo studio presenta alcuni punti deboli, poiché mentre la maggior parte delle analisi è stata regolata su variabili multiple, tali variabili cambiano da studio a studio, e inoltre alcuni fattori non sono stati considerati, inclusi la stabilità finanziaria, l’aderenza ai farmaci e il supporto sociale. Eppure gli esiti della meta-analisi suggeriscono che lo stato civile può influenzare lo sviluppo di malattie cardiovascolari e le relative prognosi, dunque dovrebbe essere preso in considerazione nella valutazione del rischio per malattie cardiovasolari e sicuramente merita ulteriori indagini.
‹‹L’estensione del supporto familiare è difficile da determinare – ha spiegato il dott. Chun Shing Kwok, coautore dello studio e cardiologo presso la Keele University in Inghilterra – anche quando si riesce a delineare l’effetto della convivenza. Tuttavia i nostri risultati suggeriscono che sia gli uomini che le donne traggono beneficio dal matrimonio››.

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