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Trovata plastica anche nelle zanzare. Ed è un serio problema per tutti

La plastica che inquina le acque potrebbe arrivare anche agli ecosistemi aerei, risalendo la catena alimentare dalle zanzare agli uccelli. I risultati di uno studio inglese.

Le microplastiche sono ormai state rilevate ovunque, dai ghiacciai dell’Artico alle terre agricole tedesche, ma potrebbero già aver inquinato anche gli ecosistemi aerei. A rivelarlo è un nuovo studio inglese sulle zanzare pubblicato sulla rivista Biology Letters.
I ricercatori dell’Università di Reading hanno infatti scoperto che le minuscole schegge di plastica ingerite dalle larve di zanzara negli stagni, rimangono nei loro corpi anche una volta che queste maturano in adulti alati e lasciano l’acqua. Questa scoperta ha delle implicazioni potenzialmente enormi, visto che le zanzare adulte sono cibo per uccelli, pipistrelli e insetti più grandi, e grazie alla catena alimentare diventano veicoli per l’ascesa della plastica nell’aria. La plastica occupa da tempo un posto di primo piano nell’agenda ambientale, e gli scienziati stanno studiando l’impatto che essa ha sulla salute degli animali acquatici, ma mentre le balene che soffocano tra grossi pezzi di plastica sono le vittime più ovvie, un attento esame ha rilevato che anche plancton, cozze e pesci stanno consumando grandi volumi di microplastiche, quelle microsfere che si trovano, ad esempio, in dentifrici, scrub facciali e gel doccia, e che Paesi come Stati Uniti e Regno Unito hanno già bandito. Le microplastiche (MP) sono inquinanti ubiquitari presenti negli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri. Esse vengono ingerite dagli organismi acquatici e possono essere trasferiti attraverso la catena alimentare sia in acque dolci che in ambienti marini. Nonostante il fenomeno sia una delle maggiori preoccupazioni ambientali a livello globale, la maggior parte della ricerca si concentra su sistemi e organismi marini, trascurando l’impatto che esso ha sugli ecosistemi di acqua dolce, eppure le MP attraversano gli ambienti terrestri, confluendo nelle acque reflue domestiche, e i fiumi possono successivamente consegnarle non solo al mare ma anche a laghi e stagni abitati da insetti che trascorrono i loro stadi giovanili nell’acqua e le fasi adulte nell’ambiente terrestre. Già ricerche precedenti avevano dimostrato che le larve di zanzara – creature a forma di tubo che vivono sulla superficie dell’acqua e filtrano le particelle di cui si nutrono – sono in grado di ingerire microscopici frammenti di plastica, ma fino ad oggi nessuno studio aveva preso in esame la possibilità che le microplastiche potessero essere trasmesse per mezzo di transfert ontogenico, cioè tra stadi di vita che utilizzano habitat diversi. I ricercatori inglesi, invece, sono riusciti a determinare che le sfere di polistirene fluorescente più piccole possono trasferirsi ontogenicamente tra le fasi di vita della zanzara Culex, fino allo stadio di vita terrestre dell’adulto. Il trasferimento di microplastiche negli adulti rappresenta un potenziale percorso aereo verso la contaminazione di nuovi ambienti, attraverso qualsiasi organismo che si nutra di fasi terrestri di vita degli insetti d’acqua dolce come efemere, libellule, moscerini e zanzare, la maggior parte dei quali sono mangiati dai vertebrati terrestri, inclusi gli uccelli.
‹‹Il nostro studio rappresenta una dimostrazione del concetto in laboratorio, ma non vi è dubbio che questo avvenga anche in natura. Uno dei prossimi passi sarà quello di campionare i laghi inquinati da plastica e frequentati da zanzare, per misurare l’ampiezza del fenomeno››, ha spiegato la dottoressa Amanda Callaghan, a capo del team di ricerca, all’Independent, sottolineando, inoltre, che seppure questo studio si concentra sulla zanzara Culex, la scoperta può essere applicata a tutti gli insetti volanti che hanno fasi sottomarine del ciclo di vita: ‹‹L’implicazione è che puoi avere plastica sul fondo dello stagno che ora sta salendo in aria e viene mangiata da ragni, pipistrelli e animali che normalmente non avrebbero accesso a quella plastica. Potrebbe esserci una libellula, ad esempio, che mangia zanzare mentre stanno emergendo, e se un uccello mangia la libellula questo potrebbe ingerire una quantità di plastica ancora più grande››.

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