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Smettere di fumare: le terapie complementari sono efficaci?

Il Nccih, organismo statunitense, traccia un bilancio sull’effettiva efficiacia delle terapie complementari al fine di smettere di fumare.

Negli ultimi anni, vista anche la vastità del problema del fumo, è emerso un sempre maggiore interesse verso alcune terapie complementari a quelle farmacologiche. Alcune di esse risultano essere efficaci, tuttavia, non vi sono sufficienti prove scientifiche che ne testimonino l’efficacia.
A fare il punto di ciò che funziona e cosa no, è il National center for complementary and integrative health (Nccih), agenzia governativa statunitense che si occupa di medicina complementare, secondo il quale «vi sono prove che suggeriscono come alcune pratiche di meditazione mente-corpo, lo yoga e altre tecniche di rilassamento, come l’immaginazione guidata o il rilassamento muscolare, possano aiutare le persone a smettere di fumare». «È inoltre dimostrato   – spiega l’organismo – che l’agopuntura è un’altra pratica utile contro il vizio del fumo ma solo per un breve periodo, non esistono infatti prove sulla sua efficacia a lungo termine».
Sono invece risultati conflittuali gli studi sull’ipnosi come metodo complementare anti-fumo. A queste terapie, secondo il Nccih, si aggiunge anche l’assunzione di alcuni integratori, in particolare la S-adenosil metionina (Sam), conosciuta anche come ademetionina, la lobelina, alcaloide derivante dalla pianta Lobelia inflata, e l’iperico, pianta officinale con proprietà fitoterapeutiche, in particolare antidepressive e antivirali.
Infine, esiste un altro prodotto naturale usato in Europa e anche in Italia, la citisina, che sembra essere molto valido nella disassuefazione dal fumo, ma che non è ancora stata approvata dalla Food and drug administration (Fda) americana. A tal proposito, nello studio sulle terapie complementari per combattere il vizio del fumo, si inserisce proprio l’intervento del National center for complementary and integrative health, il quale sta focalizzando l’attenzione sulla citisina e vuole portare prove cliniche e non per presentare richiesta d’indagine da parte della Fda.
Al momento, secondo gli esperti del Nccih, «le pratiche corpo-mente come la meditazione e lo yoga, se eseguite correttamente, sono da considerarsi salutari e non comportano controindicazioni in pazienti sani». Il centro, tuttavia, suggerisce di fare attenzione ai metodi alternativi anche se “naturali” come gli integratori sopracitati perché «naturale non significa sicuro. Alcuni integratori possono avere effetti collaterali e altri possono interagire con medicinali o altri integratori». In particolare, si porta come esempio l’iperico, che ha già avuto numerose interazioni con alcuni medicinali, interazioni che in alcuni casi possono avere conseguenze serie.

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