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Tiocolchicoside, l’Aifa: «Non va usato da donne in gravidanza o in allattamento, o potenzialmente fertili»

L’Agenzia italiana del farmaco ha diramato una nota importante al fine di informare che i farmaci a base di tiocolchicoside non vanno usati da donne in gravidanza o allattamento, o potenzialmente fertili.

I medicinali a base di tiocolchicoside sono comunemente usati, soli o in associazione, per il trattamento delle contratture muscolari, grazie all’effetto miorilassante. Questi farmaci, se assunti per bocca o mediante iniezione, potrebbero provocare dei rischi della salute a causa del potenziale rischio di genotossicità, nelle donne in gravidanza, in allattamento o potenzialmente fertili, a meno che adottino metodi contraccettivi efficaci. A rendere noti questi dettagli è una nota informativa diramata dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema), in accordo con le aziende produttrici dei farmaci contenenti tiocolchicoside.
In proposito, le agenzie spiegano che «i risultati preclinici hanno mostrato un rischio di genotossicità associato all’uso sistemico di giocolchicoside, vale a dire per la soluzione iniettabile per uso intramuscolare, le capsule rigide e le compresse orodispersibili». Pertanto, evidenziano le autorità, «l’uso di tiocolchicoside è controindicato e non deve essere prescritto a donne in gravidanza o in allattamento, e a donne potenzialmente fertili, a meno che adottino metodi contraccettivi efficaci». Inoltre, «le donne potenzialmente fertili devono essere attentamente allertate della necessità di una contraccezione efficace durante l’assunzione del medicinale, così da evitare una gravidanza e qualsiasi conseguente rischio per il feto». Aifa ed Ema sottolineano in aggiunta che gli operatori sanitari non possono prescrivere tali farmaci agli adulti ed adolescenti al di sotto dei 16 anni, ed il loro uso per via sistemica «è limitato al trattamento adiuvante a breve termine di contratture muscolari dolorose nelle patologie acute della colonna vertebrale negli adulti e negli adolescenti dai 16 anni in poi».
Infine, quando consentito, «le dosi massime giornaliere e la durata del trattamento raccomandate devono essere rispettate, ovvero 16 mg al giorno fino a 7 giorni per l’uso orale e 8 mg al giorno per un massimo di 5 giorni per via intramuscolare». Le informazioni contenute in questo articolo possono essere consultate direttamente sul sito ufficiale dell’Agenzia italiana del farmaco, al link www.aifa.gov.it. In ogni caso, prima di somministrare questi farmaci, magari già presenti nell’armadietto dei medicinali a casa, è bene chiedere sempre supporto al proprio farmacista di fiducia o al medico di famiglia. In ogni caso, è assolutamente sconsigliato somministrare farmaci in maniera del tutto volontaria ed autonoma, se questi non sono stati preventivamente prescritti dal medico.

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