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Infezioni sessualmente trasmissibili, conoscerle per prevenirle

Le infezioni a trasmissione sessuale sono tutt’altro che rare e possono avere conseguenze gravi. L’uso del preservativo e la consulenza medica in caso di contagio sono di estrema importanza.

Le malattie a trasmissione sessuale sono così chiamate perché il contagio avviene durante i rapporti sessuali non protetti per contatto tra i fluidi organici infetti, come liquido seminale, secrezioni vaginali, sangue fuoriuscito da piccole ferite, e le mucose genitali, anali e orali. L’utilizzo del preservativo è il metodo di prevenzione più efficace. Per informazioni e assistenza, oltre al medico di medicina generale ci si può rivolgere agli specialisti in ginecologia e urologia e a dermatologi esperti in malattie veneree.

Tra le malattie sessualmente trasmissibili di origine virale, si ricorda l’AIDS o sindrome da immunodeficienza acquisita, provocato dall’HIV o virus dell’immunodeficienza umana. I soggetti sieropositivi possono essere asintomatici per lunghi periodi, durante i quali possono trasmettere l’infezione al partner: da qui la rilevanza dei rapporti protetti. I virus dell’epatite A, B e C sono causa di infezioni epatiche. L’HAV si trova nelle feci e, sebbene la trasmissione avvenga soprattutto per via alimentare, si può contrarre anche nel corso di rapporti oro-anali. L’HBV, oltre che col sangue, si trasmette per via sessuale, mentre questo tipo di trasmissione risulta più raro nel caso dell’HCV. La famiglia del Papilloma virus umano, HPV, comprende più di 120 tipologie virali diverse e una quarantina sono in grado di provocare infezioni delle mucose genitali, anali e orofaringee. I tipi 6 e 11 determinano i condilomi acuminati, neoformazioni verrucose estremamente contagiose. I tipi 16 e 17 hanno la capacità di indurre alterazioni cellulari che possono evolvere in tumori. L’herpes genitale ha origine da Herpes simplex di tipo 2. Nella donna porta alla formazione di lesioni specialmente a livello di grandi e piccole labbra, vagina e collo dell’utero; nell’uomo le lesioni sono localizzate in particolare su glande e prepuzio e possono essere interessate pure le zone anale e perianale. L’herpes genitale viene trattato con farmaci antivirali, ma la malattia tende a recidivare.

L’agente eziologico della gonorrea è Neisseria gonorrhoeae, un batterio che infetta le basse vie urinarie nell’uomo, le vie urinarie e genitali nella donna e il retto in ambo i sessi. L’infezione genera dolore alla minzione, perdite bianco-giallastre dal pene, dalla vagina o dall’ano, prurito e sanguinamenti anali. Nella femmina l’infezione è spesso asintomatica, ma può essere motivo di gravi infiammazioni uterine e tubariche, con conseguente sterilità. La sifilide, così come la gonorrea, si tratta con antibiotici. L’agente causale è Treponema pallidum, un batterio che si trasmette tramite le secrezioni infette provenienti dalle lesioni tipiche della malattia, localizzate su genitali, ano e cavo orale. Negli stadi avanzati si possono presentare eruzioni cutanee e danni a carico di apparato cardiovascolare, sistema nervoso centrale, ossa, fegato, polmoni. La Chlamydia trachomatis è responsabile di uretriti nell’uomo e infezioni alla cervice uterina nella donna, la quale nella maggior parte dei casi è asintomatica. La sintomatologia è simile a quella della gonorrea e, se non trattata, può portare a prostatite e salpingite, cioè infiammazione delle tube. Nei casi più severi nel sesso femminile si può arrivare a infiammazione pelvica e sterilità. A seguito di rapporti orali o anali l’infezione può coinvolgere faringe e retto. La terapia consiste nella somministrazione di farmaci antibatterici.

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