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È ricominciata la scuola… attenti ai pidocchi!

È possibile adottare alcune accortezze per prevenire l’infestazione da pidocchi, parassiti del cuoio capelluto che colpiscono soprattutto i bambini in età scolare, utilizzando trattamenti efficaci per debellarli.

Il pidocchio dei capelli è un parassita marrone-grigio che infesta il cuoio capelluto succhiando sangue. Le femmine adulte depongono uova chiamate lendini che, considerata la loro lunghezza di circa 1 mm, sono visibili ad occhio nudo, disposte in file sul fusto del capello. A differenza della forfora, restano fissate ai capelli quando si scuotono o vi si soffia sopra. Le lendini, di colore bianco-grigiastro, vengono deposte all’attaccatura dei capelli, soprattutto nella zona della nuca e dietro le orecchie. Dopo una decina di giorni si schiudono e fuoriesce una ninfa, che diventa un pidocchio adulto nell’arco di una settimana.

Le estremità dell’insetto hanno la forma di un uncino, caratteristica che gli consente di ancorarsi saldamente ai capelli. Al di fuori della cute non è in grado di sopravvivere per più di 2-3 giorni.

I pidocchi sono diffusi prevalentemente tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni, anche nel nostro paese: contrariamente al pensare comune, la loro diffusione non ha alcun legame con la mancanza di igiene, basse condizioni socio-economiche, colore o lunghezza dei capelli. Il contagio è più probabile nel contesto scolastico o nei luoghi in cui il bambino svolge attività sportive e ricreative di gruppo. I pidocchi, che non volano né saltano, si trasmettono prevalentemente attraverso il contatto testa-testa, mentre la trasmissione indiretta per mezzo di cappelli, sciarpe, pettini, cuscini è più rara. I pidocchi che si trovano sugli oggetti sono solitamente morti, per cui la disinfestazione degli ambienti non è indicata. Non è necessario rasare il bambino; può invece essere utile lavare ad alta temperatura pettini e spazzole.

Una delle prime avvisaglie dell’infestazione è l’intenso prurito, dovuto sia alla presenza del parassita che a una reazione alla sua saliva. Il bambino è quindi portato a grattare il capo con insistenza: i genitori e le altre persone che si prendono cura di lui dovrebbero eseguire un’accurata ispezione del capo, aiutandosi con una lente di ingrandimento. Dal momento che i pidocchi si muovono molto velocemente può non essere facile individuarli.

Una volta giunti alla diagnosi di pediculosi, per arginare la diffusione è consigliabile che tutti coloro che sono venuti a stretto contatto con il soggetto colpito facciano controllare il proprio capo dai conviventi.

Per la prevenzione possono essere usati spray protettivi a base di essenze sgradite al parassita, come l’olio di neem e gli oli essenziali di lavanda, tea tree, eucalipto, rosmarino. In caso di infestazione, associazioni di questi oli possono provocare la morte del pidocchio per asfissia: si possono addizionare allo shampoo abituale o applicare su fasce per capelli, a diretto contatto con fronte, nuca e retro delle orecchie. L’aceto può essere impiegato per facilitare il distacco di pidocchi e lendini dai capelli, imbevendovi un pettine a denti stretti.

Non ha alcun razionale l’uso di sostanze dall’azione pediculocida per prevenire il contagio. Se l’infestazione è accertata, occorre invece utilizzare prodotti specifici in forma di shampoo, gel, polvere, mousse, lozione, da lasciare in posa per almeno un quarto d’ora. Il trattamento va ripetuto dopo 10 giorni per debellare le ninfe che nel frattempo possono essere fuoriuscite dalle lendini.

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