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Labirintite: a risentirne è soprattutto l’equilibrio

Vertigini, acufeni, perdita dell’equilibrio: conoscere i sintomi della labirintite è importante per rivolgersi il prima possibile al medico ed evitare danni permanenti.

Il labirinto è una struttura dell’orecchio interno responsabile del mantenimento dell’equilibrio. Quando questa porzione anatomica va incontro ad infiammazione si parla di labirintite, condizione che causa una temporanea perdita dell’udito, acufeni o tinnito, vale a dire la percezione di fischi o ronzii nelle orecchie, e soprattutto vertigini e problemi posturali, che a loro volta possono provocare nausea e vomito.

La labirintite acuta si presenta come episodio isolato, mentre la forma cronica tende a recidivare; entrambe le tipologie di infiammazione possono avere origine virale o, di rado, batterica e il più delle volte sono conseguenza di infezioni a carico delle alte vie aeree. Se la causa è un’infezione, il paziente potrà accusare febbre e malessere generale, oltre a dolore a livello dell’orecchio colpito.

Accanto ai segni fisici, chi soffre di labirintite ricorrente può sperimentare sintomi psicologici come ansia, depressione e attacchi di panico, accompagnati da manifestazioni somatiche quali tachicardia e tachipnea, che indicano rispettivamente un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, dispnea, ossia difficoltà a respirare, e tremori.

La diagnosi spetta allo specialista in otorinolaringoiatria, che sottoporrà il paziente ad un esame nel corso del quale verranno indotte le vertigini e all’esame audiometrico, utile per quantificare un’eventuale perdita dell’udito. Valuterà poi se il disturbo interessi tutte e due le orecchie e indicherà ulteriori esami diagnostico-strumentali, per esempio risonanza magnetica e tomografia assiale computerizzata, per escludere patologie più serie che determinino sintomi simili, tra cui lesioni neurologiche e processi di natura tumorale. Il medico inoltre potrà prescrivere un esame colturale per stabilire la natura dell’agente eziologico e, sulla base del risultato, scegliere la farmacoterapia adeguata.

Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci antivirali o antibatterici, a seconda del microrganismo che ha causato la malattia, farmaci antinfiammatori non steroidei o corticosteroidi per attenuare infiammazione e dolore, medicinali che agiscano sui sintomi più invalidanti, ad esempio antiemetici per la riduzione del vomito e antivertiginosi per contrastare le vertigini. Se agli episodi di labirintite fossero legati disturbi d’ansia e dell’umore, il medico consiglierà ansiolitici appartenenti alla classe delle benzodiazepine e antidepressivi che facciano parte degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.

Per la gestione della sintomatologia si possono adottare alcuni accorgimenti. Si consiglia di evitare il passaggio improvviso dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta e i movimenti bruschi, di riposare lo sguardo nel corso degli attacchi di vertigini, sospendendo le attività che costringano ad osservare lo schermo del telefono o del pc o la pagina di un libro, di accostare la macchina nel caso in cui l’attacco vertiginoso si manifesti durante la guida.

Il capo andrebbe mantenuto il più possibile immobile e le luci troppo intense andrebbero spente, in quanto possono essere fonte di ulteriore fastidio. Esistono infine esercizi specifici per migliorare l’equilibrio ed alleviare le vertigini, che il fisioterapista insegnerà al paziente che soffra di labirintite cronica in modo che possa svolgerli in autonomia.

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