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Allergie stagionali, attenzione ai periodi di fioritura delle piante

I pollini sono i principali responsabili delle allergie stagionali. Ma nel corso dell’anno la loro presenza e quantità nell’aria cambia.

Le allergie si scatenano a causa di un’eccessiva risposta del sistema immunitario di una persona entrando in contatto con alcuni agenti estranei, detti allergeni. Questi possono essere di diverso tipo e includono pollini, polvere, spore, muffe, vari alimenti, alcuni materiali, acari e altri insetti. «Nel caso specifico delle allergie da polline – spiega Epicentro, la piattaforma digitale scientifica realizzata sotto la guida dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – si tratta di allergie caratterizzate da una certa stagionalità e ricorrenza nel corso dell’anno, determinata dal ciclo delle piante che producono e immettono nell’ambiente i diversi tipi di polline, grandi quantitativi dei quali entrano nelle vie respiratorie». Per sapere quando l’aria è più ricca di pollini è possibile consultare gli appositi bollettini (https://www.ilpolline.it/bollettino-pollinico/).

Come si scatena l’allergia.

In Italia sono diversi i pollini principalmente responsabili delle allergie stagionali. All’inizio dell’anno troviamo quelli del nocciolo, dell’ontano, della betulla e del cipresso, che fioriscono dalla fine di gennaio ad aprile. Un altro grande gruppo di allergeni molto diffusi sono derivanti dalle graminacee, che fioriscono dai primi di maggio a fine giugno. A estate inoltrata inizia invece la fioritura della parietaria (che è quasi perenne sulle coste del Mediterraneo) e dell’ambrosia, che parte a metà agosto e si conclude verso metà ottobre. Ogni individuo può sviluppare una forma allergica a contatto con uno o più pollini di queste tipologie di piante, il che determina quale sia la propria stagione più a rischio. Per accertare l’esistenza di un’allergia e le sue cause, si eseguono alcuni test medici e, in alcuni casi, gli esami del sangue. «Tra i test veri e propri – spiega Epicentro – quelli cutanei, eseguiti ‘graffiando’ o iniettando in un lembo di pelle estratti di diversi tipi di allergeni, consentono di verificare visivamente la risposta infiammatoria. Una ricerca più accurata può essere eseguita individuando le IgE nel sangue».

Sintomi e conseguenze delle allergie stagionali.

Nelle persone allergiche, la diffusione nell’aria di pollini è spesso causa di riniti allergiche (il cosiddetto raffreddore da fieno). I sintomi di allergia spaziano quindi da congestione e naso gocciolante, a prurito e lacrimazione degli occhi, fino alla tosse continua. «Possono però manifestarsi – precisa Epicentro – anche sintomi più pesanti come quelli caratteristici dell’asma, con difficoltà respiratorie gravi. In qualche raro caso, la reazione è tale da indurre uno shock anafilattico, con possibilità di perdita di coscienza e rischio di morte. Nonostante nella maggior parte dei casi le allergie non diano luogo a gravi conseguenze, influiscono fortemente sullo stato di salute della popolazione». Per ridurre i sintomi di questo disturbo, laddove non sia possibile evitare l’esposizione alla sostanza allergenica, Epicentro spiega che si può «ricorrere all’assunzione di farmaci da banco, decongestionanti, antistaminici e corticosteroidi nasali. In caso di allergie più gravi, i cui sintomi perdurano per periodi di tempo più lunghi e con maggiori effetti, è possibile effettuare una immunoterapia con molteplici iniezioni di allergene diluito a concentrazioni crescenti, in modo che l’organismo si abitui alla sua presenza e riduca la risposta immunitaria che scatena l’allergia».

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