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Stress termico, come evitarlo durante l’estate

Sbalzi di temperatura ed esposizione prolungata al caldo possono portare a malessere e disturbi più o meno gravi, ai quali occorre prestare attenzione.

Arriva il caldo e gli ambienti iniziano spesso a essere rinfrescati con climatizzatori e ventilatori, creando così la ben nota “escursione” di temperatura tra interni ed esterni. Questa condizione accentua il rischio di stress termico, già presente con il rialzo eccessivo delle temperature stagionali. Con l’espressione “stress termico” s’intende l’incapacità dell’organismo di mantenere la sua corretta temperatura attraverso i normali processi fisiologici, cosa che può accadere sia passando repentinamente dal caldo al freddo e viceversa, sia quando il caldo è molto intenso e non si compensa la sudorazione bevendo e rinfrescandosi. Le conseguenze dello stress termico sono di diverso tipo e di diversa entità e, per evitarli, occorre regolare correttamente il microclima negli ambienti chiusi e adottare vari accorgimenti all’aperto.

Come funziona la regolazione corporea della temperatura.

L’importanza di prevenire uno stress termico è tale che l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) ha elaborato delle linee guida per tutelare i lavoratori e gli ambienti professionali. «Il corpo umano – spiegano gli esperti dell’Istituto – può essere definito come un sistema contenente un nucleo produttore di calore, costituto dagli organi vitali, circondato da un rivestimento di tessuti che lo isolano dall’ambiente esterno. Gli organi vitali sono efficienti a una temperatura di circa 37°C; è possibile, tuttavia, che tale valore possa variare in funzione di specifiche condizioni temporanee (esercizio fisico, età, stress emotivi, digestione, alterazioni del battito cardiaco o cicliche nelle donne, temperatura ambientale, ecc.). L’organismo, attraverso la termoregolazione è in grado di mantenere la temperatura interna entro un ristretto intervallo».

Prevenire lo stress termico.

Quando il sistema di regolazione della temperatura corporea non riesce a mantenere o ripristinare i valori corretti, si verifica uno stress termico che può avere conseguenze anche gravi per la salute. Può infatti accadere che l’innalzamento eccessivo della temperatura porti alla disidratazione o determini crampi dovuti alla carenza di sali. Si può inoltre verificare ristagno di sangue nelle estremità inferiori o un abbassamento improvviso della pressione. Dopo un pasto, specie se abbondante, lo stress termico dovuto a un cambio improvviso della temperatura può causare una congestione. Per evitare questi rischi, il ministero della Salute raccomanda alcuni comportamenti utili a proteggersi, come «riparare la testa con un cappello leggero, usare tende parasole in auto, indossare indumenti chiari, non aderenti, di cotone o lino, usare creme solari protettive e occhiali da sole».

Controllare il microclima domestico.

«In casa – raccomanda il Ministero – schermare finestre e vetrate esposte a sud e sud-ovest con tende e/o oscuranti esterni regolabili, chiudere le finestre nelle ore più calde ma lasciarle aperte di notte, utilizzare un climatizzatore per rinfrescare l’ambiente regolando il termostato in modo tale che la temperatura ambiente sia pari a 24-26° C. Nelle aree caratterizzate principalmente da un elevato tasso di umidità, senza valori particolarmente elevati di temperatura, può essere sufficiente l’uso del deumidificatore in alternativa al condizionatore. Evitare di passare all’improvviso dal caldo al freddo e viceversa. Fare bagni o docce con acqua tiepida per abbassare la temperatura corporea, evitando però bruschi sbalzi di temperatura, che possono provocare ipotermia soprattutto in bambini e anziani».

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