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Alimentazione, i danni di una dieta ipercalorica

Le conseguenze negative di un’alimentazione troppo calorica vanno oltre l’aumento di peso ed espongono la persona a diversi rischi per la salute.

Un’alimentazione ipercalorica è un’alimentazione in cui l’apporto energetico dei cibi assunti è troppo elevato rispetto al fabbisogno dell’organismo. Il consumo sporadico di alimenti molto calorici, salvo controindicazioni individuali, non è di per sé nocivo se la dieta quotidiana è equilibrata. I problemi insorgono se le calorie in eccesso sono ingerite costantemente e non, come dovrebbe essere, in momenti straordinari come in un giorno di festa. Troppe calorie, se non smaltite con l’attività fisica, determino diverse problematiche per la salute, di cui l’aumento del peso è solo la più visibile, ma non certo l’unica. Prima di entrare nello specifico delle caratteristiche dei singoli nutrienti, vale la pena sottolineare che, come spiega l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), «quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute, soprattutto per il rischio di insorgenza di alcune malattie (come cardiopatia coronarica, diabete, ipertensione e alcuni tipi di cancro), di insufficienza respiratoria (apnee notturne) e delle conseguenze “meccaniche” provocate dal sovraccarico sulle articolazioni (colonna vertebrale, ginocchia, anche, ecc)».

Grassi, buoni solo se in piccole quantità.

Benchè i grassi abbiano tutti lo stesso apporto calorico, ovvero circa 9 calorie per grammo, le loro qualità intrinseche variano. «Gli acidi grassi saturi – afferma l’Inran – tendono a far alzare il livello di colesterolo nel sangue e per questo è bene consumare moderatamente i cibi che ne sono più ricchi, come i prodotti lattiero-caseari, le carni grasse e i loro derivati e certi oli vegetali, come l’olio di palma e l’olio di cocco. Gli acidi grassi insaturi, invece, non fanno alzare il livello di colesterolo nel sangue e sono contenuti per lo più negli oli vegetali (di semi e di oliva), in noci e nocciole, nelle olive e nel pesce. Gli acidi grassi trans, infine, tendono a far aumentare il colesterolo, sono presenti nei prodotti ricavati dagli animali ruminanti (sia le carni sia latte), ma possono anche formarsi durante alcuni trattamenti industriali dei grassi vegetali e trovarsi negli alimenti trasformati che li contengono. Quando il colesterolo raggiunge valori elevati aumenta il rischio che si verifichino danni di tipo aterosclerotico a carico di importanti arterie e organi vitali, tali da facilitare la comparsa di gravi malattie. Per prevenire questi possibili danni e proteggere la nostra salute è fondamentale, quindi, controllare la quantità e la qualità dei grassi consumati e le calorie totali della dieta».

Moderazione anche con carboidrati e zuccheri semplici.

Anche gli zuccheri semplici e i carboidrati innalzano il valore calorico dei cibi che quanto più ne contengono tanto più saranno ipercalorici. Anche alimenti privi di grassi, quindi, possono avere tante calorie e vanno a loro volta moderati nella dieta quotidiana. I rischi derivanti dall’assunzione eccessiva di zuccheri, soprattutto quelli semplici, sono legati alla curva glicemica che provocano nel sangue. «Il consumo di zuccheri, specialmente se assunti da soli – precisa l’Inran – provoca in tempi brevi un rapido innalzamento della glicemia che tende poi a ritornare al valore iniziale entro un periodo più o meno lungo. È questo “rialzo glicemico” il meccanismo che compensa la sensazione di stanchezza fisica e mentale e il senso di fame che si avvertono lontano dai pasti o in tutte quelle situazioni in cui si ha una ipoglicemia o “calo degli zuccheri”». Questo processo porta a mangiare di più e più spesso del dovuto. L’eccesso di zuccheri non smaltiti, inoltre, si trasforma in riserve di grasso, accumulandosi pertanto ai grassi già ingeriti.

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