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Colesterolemia sotto controllo, l’apparato cardiovascolare ringrazia

Livelli elevati di colesterolo nel plasma costituiscono un fattore di rischio importante per le malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Nei casi meno gravi, dieta e integratori possono aiutare a mantenerli entro i limiti.

Nei paesi industrializzati le dislipidemie, cioè alterazioni dei livelli ematici di lipidi, rappresentano uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari. I lipidi implicati sono colesterolo e trigliceridi, trasportati nel torrente circolatorio da specifiche proteine, con cui formano complessi di grosse dimensioni definiti lipoproteine. Nello specifico, il colesterolo è trasferito dai tessuti al fegato tramite lipoproteine ad alta densità (HDL). Quando si trova combinato in questa forma, si sente spesso parlare di “colesterolo buono”. Le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono invece deputate al trasporto del colesterolo dal fegato ai tessuti e, nel linguaggio comune, il colesterolo legato a queste proteine viene indicato come “colesterolo cattivo”. L’ipercolesterolemia può essere ereditaria, e in questo caso non è strettamente correlata alle abitudini alimentari, o non ereditaria, dipendente da fattori esterni come l’eccessiva introduzione di lipidi con la dieta o l’impiego di alcuni farmaci, così come dalle complicanze di certe malattie. Nelle farmacie che offrono il servizio è possibile misurare i livelli plasmatici di colesterolo attraverso una semplice, rapida e indolore procedura di autoanalisi. I livelli di colesterolo totale devono essere inferiori a 200 mg/dl, quelli del colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dl e HDL superiori a 60 mg/dl.

L’incremento della concentrazione del colesterolo totale è direttamente implicato nello sviluppo dell’aterosclerosi. A livello dell’epitelio di rivestimento dei vasi sanguigni di grande e medio calibro, il deposito di colesterolo, insieme ad altri lipidi e sostanze di diversa natura, porta alla formazione della placca ateromatosa. Ciò determina una riduzione del diametro dei vasi con calo dell’afflusso di sangue ai tessuti irrorati. Si può arrivare a un distacco della placca con occlusione parziale o totale del vaso, che può provocare infarto del miocardio, ictus, aneurismi.

Il calo di peso e l’attività fisica incrementano il colesterolo HDL. Si consiglia quindi di approfittare della clemenza del clima per inserire in agenda una bella passeggiata quotidiana. La dieta deve prevedere una riduzione non solo dei cibi contenenti colesterolo, ma anche degli acidi grassi saturi. Vanno privilegiati gli acidi grassi monoinsaturi, presenti ad esempio nell’olio di oliva, e polinsaturi, in particolare ω-3. La più importante fonte di ω-3 di origine animale è l’olio ricavato dal fegato di alcuni pesci, come il merluzzo, che si può trovare in commercio concentrato all’interno di pratiche capsule molli, mentre la principale sorgente vegetale di questi acidi grassi è l’olio di semi di lino. Via libera anche a cereali integrali, legumi, frutta, verdura e pesce. Carni magre, uova e latte vanno consumati con moderazione; burro, lardo, strutto e margarina andrebbero banditi dalla tavola.

Per tenere sotto controllo il colesterolo, oltre alla dieta si possono impiegare integratori contenenti fitosteroli, che si ricavano dagli oli vegetali, proteine della soia e monacolina K. Quest’ultima è una statina naturale ed è disponibile in farmacia nei prodotti a base di riso rosso fermentato. Se l’alimentazione e l’uso di supplementi dietetici non fossero sufficienti ad ottenere un’apprezzabile riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue, potrebbe essere necessaria una terapia farmacologica, su prescrizione medica.

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