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Ipertensione, prevenzione possibile controllando peso e consumo di sale

In assenza di fattori ereditari, è possibile prevenire l’ipertensione con una dieta equilibrata, poco sale e una regolare attività fisica.

L’ipertensione arteriosa è un innalzamento dei valori della pressione sanguigna. Mantenere questi parametri elevati può arrecare danni a vari organi, come cuore, reni e cervello. È sempre quindi opportuno monitorare i propri livelli pressori, misurandoli regolarmente dal medico, in farmacia o a casa. L’insorgere dell’ipertensione può dipendere da fattori ereditari, ma spesso è lo stile di vita scorretto a favorirla. Secondo gli esperti della Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia), obesità ed eccessivo consumo di sale sono due dei principali elementi che portano a un incremento della pressione, assieme ad altre abitudini scorrette. Intervenendo su questi e altri fattori è però possibile ridurre il rischio. «L’ipertensione arteriosa – spiega la Siia – origina dall’effetto variamente combinato di fattori genetici ereditari e di fattori ambientali, come lo stress, l’eccessiva introduzione di sale e l’obesità. Per tale motivo per prevenire l’ipertensione si dovrebbero, da un lato, identificare gli individui geneticamente predisposti, dall’altro, correggere i fattori ambientali».

Le buone abitudini che riducono il rischio.

Secondo la Siia, la maggioranza dei soggetti ipertesi non ha una predisposizione genetica, ma conduce uno stile di vita che favorisce l’aumento della pressione. «La maggior parte dei casi di ipertensione arteriosa è dovuta ad abitudini di vita non corrette – riporta la Società in un articolo -. Fin da giovani è consigliabile, quindi, mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili e seguire alcune semplici regole di comportamento. Possiamo considerare che se un paziente smette di fumare, segue determinate indicazioni alimentari, così da tenere sotto controllo il proprio peso, e dedica un po’ del proprio tempo a un’attività fisica, sicuramente fa del bene alla propria salute». Il potere di un corretto stile di vita nel prevenire l’ipertensione è tale che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato una serie di linee guida spiegando cosa ognuno può fare per ridurre il rischio di diventare iperteso. Come prima indicazione viene consigliato un costante controllo del peso, dal momento che l’obesità è uno dei principali fattori di rischio. A questo scopo si consiglia di limitare il consumo eccessivo di grassi animali (che contengono colesterolo), mentre si raccomanda di seguire una dieta ricca di magnesio e potassio e povera di sale. Il sodio contribuisce infatti ad aumentare la pressione ed è bene ridurre anche cibi che ne contengono grandi quantità, come gli insaccati. Anche la liquirizia sembra essere in grado di alzare la pressione e va pertanto evitata. Ridurre gli alcolici, smettere di fumare, praticare attività fisica con regolarità e limitare lo stress, per quanto possibile, sono ulteriori raccomandazioni dell’Oms.

Con ereditarietà è bene un controllo più assiduo.

Vista la maggiore possibilità di sviluppare ipertensione in caso di familiarità, è raccomandato a chi ha genitori ipertesi di monitorare in modo regolare la propria pressione, così da cogliere tempestivamente eventuali rialzi che potrebbero diventare cronici. Spesso, infatti, l’ipertensione è asintomatica ed è frequente non percepirla. Solo la misurazione con gli appositi strumenti è quindi in grado di rilevarla. «Ad oggi, sono state già identificate alcune forme di ipertensione arteriosa su base genetica – afferma la Siia -, ma la loro prevalenza è bassissima nella popolazione e non giustifica uno screening genetico esteso. Sappiamo però da molto tempo che i figli di ipertesi hanno maggiore probabilità di sviluppare l’ipertensione rispetto ai figli dei normotesi. Per tale motivo, i figli degli ipertesi noti dovrebbero fare attenzione a mantenere uno stile di vita sano e dovrebbero qualche volta misurare la pressione arteriosa per riconoscere precocemente un suo aumento e per prevenire lo sviluppo dei danni a carico degli organi bersaglio dell’ipertensione (arterie, cuore, reni e cervello)».

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