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Accarezzare un cane fa bene al cervello

I cani sono i migliori amici dell’uomo? Sono molto di più: uno studio svizzero suggerisce che i cani possono migliorare la salute del nostro cervello.

Accarezzare un cane produce degli effetti sull’attività cerebrale umana: un recente studio svizzero condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Basilea ne ha misurato l’entità e la portata. Gli studiosi hanno reclutato 19 persone adulte sane (9 donne, 10 uomini) per misurare la loro attività cerebrale in diverse sessioni, sia in assenza sia in presenza di un cane. Quindi sono stati posizionati due elettrodi sulla fronte dei partecipanti per misurare l’attività della loro corteccia prefrontale, area del cervello che svolge un ruolo importane nell’elaborazione cognitiva sociale.

L’esperimento In principio i partecipanti sono stati monitorati in una condizione neutra, posti di fronte a un muro bianco e in assenza di cani. Poi sono state effettuate delle misurazioni man mano che entravano in contatto con un cane. Il primo approccio consisteva nel contatto visivo, poi si sarebbero seduti accanto al cane e infine lo avrebbero accarezzato. Dopo di che sarebbero tornati alla condizione iniziale di neutralità. Nessuno dei partecipanti era allergico al pelo dei cani o aveva una specifica fobia nei confronti di questi animali. Questi rilevamenti sono stati fatti in 6 sessioni per ciascun partecipante: tre in presenza di un cane e tre con un peluche contente al suo interno una borsa dell’acqua calda per renderlo più pesante e tiepido al contatto. Sono stati utilizzati tre cani reali: un Jack Russel, un Goldendoodle e un Golden Retriever, tutte femmine di età compresa tra i 4 e i 6 anni.

Risultati dell’esperimento.

I risultati hanno mostrato che l’attività cerebrale è aumentata durante le fasi di avvicinamento ai cani e i livelli di emoglobina sono rimasti elevati (indicando pertanto un aumento dell’attività cerebrale) anche dopo che il cane se n’era andato. Il peluche ha avuto effetti simili a quelli riscontrati in presenza di un cane reale ma solo inizialmente. I ricercatori hanno affermato che quando i partecipanti sono tornati dopo la prima sessione, la differenza nell’attività cerebrale tra le sessioni con cani veri e le sessioni con cani di peluche è aumentata notevolmente.

Questo esperimento è stato utile?.

Sì, lo è stato perché offre una visione del cervello basata sull’ossigenazione del sangue senza la necessità di analizzarlo tramite uno scanner. In futuro questo stesso esperimento potrebbe essere effettuato con soggetti affetti da determinate patologie (ad esempio anemia, malattie autoimmuni, emoglobina bassa,…) allo scopo di verificare se, anche in questi casi, aumenta o meno la loro attività cerebrale frontale una volta entrati in contatto con dei cani.

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