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Gli alberi e il loro effetto benefico sulla salute

Si è celebrata il 21 novembre 2025 la Giornata nazionale degli alberi, momento di riflessione sull’importanza degli alberi e delle aree verdi negli spazi urbani. La ricorrenza regala l’opportunità di considerare il ruolo che la vegetazione ha nell’equilibrio ambientale e per la salute della collettività. La presenza di piante e boschi va oltre la semplice funzione estetica o ricreativa. L’interazione con gli spazi naturali può dare benefici alle condizioni fisiche e psicologiche delle persone. L’osservazione scientifica dei fenomeni consente di comprendere meglio come l’ambiente costruito, quando integrato con il verde, possa diventare alleato per il benessere.

L’impatto del verde sulla sfera fisica e mentale

La vicinanza a parchi, giardini e viali alberati produce effetti documentati sulla salute fisica. La vegetazione migliora la qualità dell’aria che viene respirata, trattiene polveri sottili e inquinanti e rilascia ossigeno. Il processo porta a un ambiente più salubre, con ripercussioni positive sull’apparato respiratorio e cardiovascolare. La possibilità di svolgere attività motoria in aree verdi – anche una semplice camminata – favorisce il movimento e lo stile di vita attivo. La frequentazione di zone alberate influenza la sfera psicologica ed emotiva. Il contatto visivo e fisico con la natura è associato alla riduzione delle tensioni nervose e al miglioramento dell’umore. Gli ambienti sono percepiti come luoghi di quiete, regalando appunto una pausa rigenerante dallo stress della vita quotidiana e dal rumore.

Gli effetti del verde per la salute

La consapevolezza dei benefici degli alberi dovrebbe tradursi in scelte concrete di pianificazione urbanistica e di comportamento individuale. Le amministrazioni locali possono promuovere politiche di forestazione urbana, aumentando il numero di piantumazioni e la cura del patrimonio verde esistente. La creazione di aree verdi accessibili a tutta la popolazione è un investimento sulla salute pubblica. Dal canto loro, le persone possono trarre vantaggio da una frequentazione consapevole e regolare di parchi e giardini. Integrare momenti di sosta o di passeggio in contesti naturali nella routine settimanale costituisce un accorgimento semplice per favorire il proprio benessere generale. La valorizzazione degli spazi verdi, sia pubblici che privati, si conferma dunque una strategia utile per migliorare la vivibilità delle città.

I consigli e le informazioni fornite dai farmacisti hanno uno scopo puramente informativo e non intendono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico curante. Ove un disturbo o una problematica di salute dovesse persistere, è necessario consultare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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Bronchiti: nell’80% dei casi origine virale, no ad antibiotici

La stagione fredda è caratterizzata dall’aumento di patologie a carico dell’apparato respiratorio: bronchiti, tonsilliti e infezioni delle prime vie aeree. La maggior parte presenta una eziologia virale e tende a risolversi spontaneamente senza necessità di ricorrere a terapie antibiotiche. Le forme – definite autolimitanti – hanno durata media compresa tra i cinque e i dieci giorni. Gli agenti patogeni più frequentemente coinvolti sono rinovirus, virus parainfluenzali e alcune varianti di coronavirus non pandemiche. Il decorso tipico della bronchite acuta inizia spesso con una tosse di tipo secco, per evolvere successivamente verso una fase caratterizzata da tosse produttiva.

Come riconoscere le infezioni virali e quando consultare il medico

Esistono segni clinici che permettono di orientare la diagnosi verso una forma virale: febbre di modesta entità e non continua, produzione di muco di aspetto trasparente e un arrossamento limitato alla mucosa della gola. Situazioni differenti, come la persistenza di febbre elevata, la presenza di catarro denso di colore giallastro o verdognolo, o placche biancastre sulle tonsille, sono indicatori che rendono opportuna una valutazione medica. In tali circostanze, il medico curante potrebbe ritenere necessario effettuare un approfondimento diagnostico, come l’esecuzione di un tampone, per escludere la presenza di un’infezione batterica e, se necessaria, prescrivere la terapia più appropriata.

Misure di prevenzione e la gestione dei sintomi

La trasmissione dei virus respiratori può essere contenuta adottando una serie di accorgimenti. Risultano utili la frequente e accurata igiene delle mani, evitare di frequentare luoghi affollati in presenza di sintomi, l’uso di mascherine di protezione per i soggetti più vulnerabili, e il mantenimento di una distanza interpersonale in ambienti con alta densità di persone. Per quanto riguarda la gestione della sintomatologia, è sconsigliato l’impiego autonomo di farmaci. Gli antipiretici trovano indicazione solo in caso di febbre che supera i 38 gradi e preferibilmente dopo consulenza medica.

Rimedi naturali: corretta idratazione e alimentazione

Misure non farmacologiche, come una corretta idratazione con assunzione di almeno due litri di acqua al giorno, il consumo di frutta contenente vitamina C, un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica, danno benefici generali. Rimedi tradizionali, quali l’assunzione di latte con miele, possono esercitare un effetto calmante sull’irritazione della gola. I pazienti fragili, affetti da patologie croniche, diabete, bronchopatie, condizioni oncologiche o stati di immunodepressione, devono richiedere un parere medico alla prima comparsa dei sintomi, a causa di un potenziale maggiore rischio di complicanze.

I consigli forniti dai farmacisti non intendono sostituire il rapporto con il medico curante. Qualora i sintomi persistano, è necessario consultare il proprio medico di medicina generale o lo specialista di riferimento.

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Gonfiore addominale persistente: quali soluzioni?

Il gonfiore addominale è una sensazione di tensione e pienezza a livello dello stomaco e dell’intestino. È un disturbo molto frequente che interessa un molte persone. La condizione è un sintomo che può manifestarsi in modo sporadico o con una certa persistenza. Spesso si è portati a pensare che la causa principale sia da ricercare in un pasto particolarmente abbondante o in alimenti specifici che provocano gas intestinale. Sebbene le abitudini alimentari siano di primaria importanza, vi sono fattori che portano all’insorgenza del disagio, rendendo necessari approfondimenti alla situazione. Trascurare un gonfiore che si presenta con regolarità non è consigliabile, in quanto potrebbe celare dinamiche fisiologiche che meritano attenzione.

Le possibili origini del disturbo

Il gonfiore addominale può essere legato allo stile di vita sedentario che rallenta i processi digestivi. L’ingestione di aria durante i pasti, fenomeno noto come aerofagia, può causare la sensazione di tensione. In alcuni casi, il sintomo è correlato a condizioni temporanee, mentre in altre situazioni potrebbe essere espressione di intolleranze alimentari non diagnosticate, come quella al lattosio. L’alterato equilibrio della flora batterica intestinale, p una ridotta motilità del tratto gastrointestinale, possono portare all’accumulo di gas. È importante osservare se il gonfiore è associato ad altri segnali, come alterato transito intestinale, per poter fornire al medico o al farmacista un quadro più completo della situazione.

Quando rivolgersi a un medico

Sebbene spesso il gonfiore addominale sia un fenomeno transitorio, la sua persistenza nel tempo richiede il parere medico. Il consulto è necessario quando il fastidio si presenta con intensità elevata, quando interferisce in modo con le normali attività, o quando è accompagnato da altri sintomi: dolore acuto, perdita di peso non volontaria, o modifiche delle abitudini intestinali. Il medico, con l’anamnesi accurata ed eventuali esami, potrà escludere cause più complesse e indicare la strada più appropriata da seguire.

Quando rivolgersi al farmacista

In assenza di condizioni che richiedono un intervento medico specifico, il farmacista può suggerire soluzioni per alleviare il disagio, come l’utilizzo di prodotti da banco che contrastano la formazione di gas o che favoriscono l’equilibrio intestinale. ciò nonostante, i consigli forniti dai farmacisti hanno scopo puramente informativo e non intendono sostituire il rapporto con il medico curante. Qualora la problematica persista o si aggravi, è necessario consultare il proprio medico di medicina generale o lo specialista di riferimento.

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Resistenza agli antibiotici: una sfida globale da affrontare

La Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica è una campagna per miglioraare la conoscenza del fenomeno dell’antibioitico-resistenza. L’iniziativa si propone di promuovere le migliori pratiche in diversi ambiti, coinvolgendo figure professionali sanitarie, agricoltori, responsabili politici e cittadini, considerati attori fondamentali per contrastare la proliferazione di patogeni resistenti ai farmaci. Nella settimana vengono organizzati a livello internazionale eventi istituzionali, conferenze tecniche e iniziative divulgative per discutere le strategie di contrasto alla problematica. La ricorrenza viene osservata ogni anno dal 18 al 24 del mese di novembre.

Rilevanza del fenomeno e le azioni preventive

L’antibiotico-resistenza si verifica quando microrganismi come batteri, virus e funghi sviluppano la capacità di resistere ai farmaci progettati per debellarli. Ciò rende le infezioni difficili o impossibili da trattare, incrementando il rischio di diffusione di malattie, di complicanze gravi e di decesso. L’uso eccessivo o inappropriato di antimicrobici in ambito umano, veterinario e agricolo accelera l’insorgenza e la diffusione della resistenza. Adottare misure preventive risulta pertanto cruciale. Semplici accorgimenti, come un’accurata igiene delle mani durante la preparazione degli alimenti e la pulizia degli ambienti domestici, possono limitare la trasmissione di germi resistenti. Allo stesso modo, garantire l’accesso ad acqua sicura e a servizi igienici adeguati aiuta a ridurre la necessità di ricorrere a terapie antibiotiche.

Importanza di un intervento tempestivo

Per il 2025 è stato scelto lo slogan “Agire ora: proteggere il nostro presente, garantire il nostro futuro”. Le organizzazioni internazionali che si occupano di salute e ambiente sottolineano la necessità di un approccio coordinato tra diversi settori per far fronte a una minaccia che interessa la salute pubblica, i sistemi alimentari e le economie globali. La resistenza agli antibiotici è un pericolo concreto, caratterizzato dall’aumento delle infezioni farmaco-resistenti, al quale non corrisponde un adeguato livello di consapevolezza.

Strategie per un impegno condiviso

La risposta all’antibiotico-resistenza richiede investimenti di lungo periodo e azioni strategiche nei settori della salute umana, animale e ambientale. Sono essenziali il potenziamento dei sistemi di sorveglianza, la garanzia di accesso a medicinali e diagnostica di qualità, nonché la promozione dell’innovazione e la costruzione di sistemi sanitari resilienti. Ogni passo è importante: dall’implementazione di programmi per un uso appropriato degli antimicrobici nelle strutture sanitarie all’adozione di pratiche agricole sostenibili. L’invito ad agire è una responsabilità collettiva, che coinvolge i decisori politici, gli operatori sanitari, i produttori alimentari e la società civile, per preservare l’efficacia degli antimicrobici per le generazioni future.

I consigli forniti dai farmacisti non intendono sostituire il parere del medico curante. Qualora i sintomi o le problematiche persistano, è necessario consultare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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Tiroide: i segnali del corpo da non sottovalutare

Situata alla base del collo, la tiroide produce ormoni che regolano processi vitali come il metabolismo, il battito cardiaco e la temperatura corporea. Quando la sua attività non è equilibrata, l’intero sistema ne risente, manifestando segnali che possono essere il campanello d’allarme di una condizione da approfondire. I segnali, talvolta, sono aspecifici e comuni a diverse situazioni, pertanto la loro comparsa non implica automaticamente una patologia tiroidea, ma suggerisce la necessità di una valutazione approfondità.

Dalle variazioni di peso alle alterazioni dell’umore

Uno dei segnali più noti legati all’alterato funzionamento della tiroide è la variazione di peso non giustificata da cambiamenti nell’alimentazione o nell’attività fisica. Un aumento di peso può essere associato alla produzione ormonale insufficiente, mentre la diminuzione può correlarsi alla produzione eccessiva. Le alterazioni del tono dell’umore e delle funzioni cognitive sono frequenti. Si possono riscontrare stati di affaticamento, apatia e difficoltà di concentrazione, o, al contrario, nervosismo e irrequietezza. Anche la termoregolazione corporea può subire modifiche, con una persistente sensazione di freddo o, in casi opposti, di calore e sudorazione.

Ulteriori manifestazioni fisiche e cutanee

Altri segnali coinvolgono aspetti più direttamente osservabili. La pelle può subire cambiamenti, diventando secca, ruvida o inspessita, così come i capelli possono apparire fragili e soggetti a caduta. Anche le unghie possono risultare deboli e sfaldarsi con facilità. A livello gastrointestinale, si possono presentare stitichezza o, al contrario, un aumento della motilità intestinale. La comparsa di gonfiore al viso, in particolare alle palpebre, e la percezione di una voce più rauca sono ulteriori elementi da tenere in considerazione. Anche le irregolarità del ciclo mestruale e le sensazioni di tensione o gonfiore a livello del collo completano il quadro dei possibili segnali.

Quando ricorrere all’aiuto di un medico

La presenza di uno o più segnali, specialmente se persistenti nel tempo, rende opportuno un confronto con professionisti sanitari qualificati. Il percorso diagnostico prevede solitamente un colloquio approfondito e semplici esami del sangue per misurare i livelli ormonali. La gestione delle condizioni tiroidee, quando identificate, è spesso efficace e consente di condurre una vita normale. La consapevolezza dei segnali del proprio corpo è uno strumento prezioso per la salute, ma l’interpretazione e la diagnosi devono sempre essere affidate a professionisti. I consigli dei farmacisti non intendono sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare, ed è necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.