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Ora solare: come adattarsi al cambio dell’orario

Il ritorno all’ora solare è un evento che interessa l’organismo nel suo complesso, che richiede il riadattamento dei ritmi circadiani. Sebbene per molti individui si traduca in un’ora di sonno in più, la modifica può incidere su diversi aspetti del benessere: qualità del riposo, stabilità dell’umore e capacità di concentrazione. L’organismo, dunque, deve sincronizzarsi con il ciclo naturale di luce e buio, processo paragonabile a un leggero jet lag. Il periodo di transizione può essere più impegnativo per coloro che già sperimentano difficoltà legate al sonno, per la popolazione anziana, e per i soggetti con orari di lavoro variabili.

Strategie per l’adattamento graduale

È benefica l’esposizione alla luce solare durante le ore centrali della giornata, poiché aiuta a regolare il ritmo sonno-veglia. La costanza negli orari dei pasti e del riposo notturno costituisce un altro elemento fondamentale. Le abitudini aiutano a ristabilire un equilibrio fisiologico che tipicamente si recupera nel giro di pochi giorni, a patto di assecondare le esigenze naturali del proprio corpo.

Rispetto per se e per i propri ritmi

L’approccio più indicato per affrontare il cambio di orario si basa sul mantenimento di una routine regolare, in linea con i propri ritmi biologici. La regolarità nelle abitudini di sonno e di alimentazione funge da stabilizzatore per l’organismo durante la fase di transizione. È importante riconoscere che gli effetti del passaggio all’ora solare sono generalmente temporanei e di modesta entità per la maggior parte delle persone. Tuttavia, prestare attenzione ai segnali e adottare comportamenti consapevoli può favorire un ritorno alla normalità in modo più armonioso e senza disagi.

I consigli forniti dai farmacisti hanno scopo puramente informativo e non intendono sostituire il parere del medico curante. Qualora i disturbi legati al cambio dell’ora o altre problematiche persistano, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia o allo specialista di riferimento.

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Crysvita e ipercalcemia: informazioni di sicurezza

Sono stati segnalati casi di innalzamento dei livelli di calcio nel sangue, compresi episodi di ipercalcemia grave, in persone sottoposte a terapia con burosumab, principio attivo del medicinale Crysvita. La situazione si è manifestata con particolare evidenza in soggetti affetti da una condizione clinica nota come iperparatiroidismo terziario. Insieme all’aumento del calcio, sono stati osservati anche incrementi dei valori dell’ormone paratiroideo. Alla luce delle osservazioni, le autorità regolatorie europee e italiane hanno condiviso una nota informativa per aggiornare le raccomandazioni sull’impiego del farmaco.

Monitoraggio regolare dei parametri ematici

È stato stabilito che il controllo periodico del calcio sierico e dell’ormone paratiroideo costituisce una misura necessaria. Il monitoraggio deve essere effettuato prima di cominciare la cura, dopo una o due settimane dall’inizio del trattamento o in seguito a una modifica del dosaggio, e successivamente a cadenza semestrale. Per i bambini di età compresa tra uno e due anni, il controllo deve avvenire con maggiore frequenza, ovvero ogni tre mesi. La somministrazione del farmaco non è raccomandata in presenza di ipercalcemia da moderata a grave, che deve essere risolta prima di procedere con la terapia.

Fattori di rischio e condizioni preesistenti

Esistono diverse situazioni che possono portare ad accrescere la probabilità di sviluppare ipercalcemia durante il trattamento. Le autorità hanno segnalato la presenza di iperparatiroidismo, periodi di immobilizzazione prolungata, stati di disidratazione, un eccesso di vitamina D nell’organismo o un deterioramento della funzionalità renale. I pazienti con iperparatiroidismo terziario richiedono una particolare attenzione, in quanto considerati più vulnerabili. Per tale ragione, è fondamentale che il personale sanitario valuti con cura il quadro clinico complessivo dell’individuo, gestendo in modo appropriato ogni elemento di rischio connesso.

Il presente articolo ha scopo puramente informativo e non sostituisce il parere del medico. Il consiglio del farmacista non intende in alcun modo sostituirsi al consulto con i medici curanti. In caso di problematiche persistenti, è necessario contattare il proprio medico di medicina generale o lo specialista di riferimento.

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Come affrontare la stanchezza nel periodo autunnale

Il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale è un momento di transizione per l’organismo. Le variazioni delle temperature e della luce solare incidono sui ritmi biologici. La fase di adattamento può dare una sensazione generale di affaticamento e una minore propensione all’attività, condizione considerata una risposta fisiologica ai mutamenti ambientali e climatici che caratterizzano il periodo. La riduzione delle ore di luce influenza i meccanismi che regolano il sonno e l’umore, portando alla percezione di un calo energetico.

Il ruolo delle abitudini quotidiane

È possibile adottare comportamenti che favoriscono un miglior adattamento al nuovo ritmo stagionale. L’alimentazione equilibrata, con il consumo di frutta e verdura di stagione, da’ all’organismo elementi nutritivi utili. Il mantenimento dell’idratazione corretta risulta essenziale per le funzioni metaboliche. La pratica di attività fisica moderata e costante può migliorare il tono dell’umore e i livelli di energia. Anche il riposo notturno deve essere preservato, cercando di rispettare orari regolari per il sonno. La gestione dello stress attraverso momenti di relax completa un approccio volto al benessere generale.

Il supporto di integratori può essere preso in considerazione

In alcuni casi, il supporto nutrizionale tramite integratori alimentari può essere valutato. Prodotti a base di vitamine, in particolare quelle del gruppo B e la vitamina C, o sali minerali come il potassio e il magnesio, sono spesso utilizzati. Anche estratti di origine vegetale come la rodiola rosea o il ginseng sono impiegati per le loro proprietà. È necessario ricordare che tali prodotti sono concepiti per integrare la dieta e non per sostituire uno stile di vita sano. La scelta del prodotto più adatto deve essere effettuata in base alle specifiche esigenze individuali. Il presente articolo non intende sostituire il rapporto con il medico curante. In caso di malessere persistente o di dubbi sulla propria condizione, è necessario rivolgersi al proprio medico o a uno specialista di riferimento.

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Stanchezza mentale: i consigli utili per prevenirla

La stanchezza mentale si manifesta con una sensazione di affaticamento che coinvolge la capacità di concentrazione e la lucidità, stato che può derivare da periodi di intenso impegno professionale o da situazioni personali particolarmente impegnative. I segnali con cui si manifesta possono essere difficoltà nel mantenere l’attenzione, o generale sensazione di spossatezza, e ridotta efficienza nello svolgere le normali attività. L’origine del disturbo è frequentemente associata a un carico eccessivo di informazioni e responsabilità.

Le piccole abitudini quotidiane

L’alimentazione regolare e bilanciata, con frutta, verdura e cereali integrali, fornisce i nutrienti necessari per sostenere le funzioni cognitive. La giusta quantità di acqua durante l’arco della giornata è essenziale per il benessere generale. Anche il sonno sufficiente e di qualità è un altro pilastro irrinunciabile per permettere alla mente di rigenerarsi completamente e affrontare la giornata con la giusta prontezza.

Strategie per il benessere mentale

È utile dedicare del tempo ad attività che favoriscano il rilassamento mentale. La pratica di moderata attività fisica, anche per brevi periodi, può migliorare l’umore e a ridurre lo stress. È altrettanto benefico prendersi momenti di pausa lontano dagli schermi e dai dispositivi digitali, concedendo alla mente un necessario riposo. In alcuni casi, l’impiego di integratori alimentari specifici, a base di vitamine o estratti vegetali, può essere preso in considerazione dopo un confronto con personale sanitario qualificato. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare, ed è necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.

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Pelle sensibile: prodotti innovativi per arrossamenti e prurito

La pelle sensibile è una condizione cutanea comune, caratterizzata da reattività accentuata a stimoli di varia natura. L’iper-reattività si manifesta con la comparsa di arrossamenti transitori o persistenti, accompagnati da una più o meno intensa sensazione di prurito. I fattori scatenanti possono essere agenti atmosferici, contatto con tessuti, utilizzo di detergenti chimici aggressivi o componenti presenti in alcuni cosmetici. L’identificazione della causa primaria non è sempre immediata, e dunque è necessario un approccio di tipo sintomatico e preventivo.

La risposta delle formulazioni dermocosmetiche

La ricerca in campo dermocosmetico ha sviluppato linee di prodotti dedicati espressamente alle pelli più reattive. Prodotti che si distinguono per composizioni semplificate, studiate per minimizzare il rischio di intolleranze. Le formulazioni sono generalmente ipoallergeniche e prive di sostanze potenzialmente irritanti, come profumi, alcool e conservanti, per il ripristino della barriera cutanea, la cui integrità è fondamentale per proteggere la pelle dagli agenti esterni e per ridurre la perdita di acqua trans-epidermica, fattore che può acuire secchezza e irritazione.

L’importanza di una routine di trattamento costante e personalizzata

L’uso regolare e corretto di prodotti specifici è la strategia più efficace per la gestione quotidiana della pelle sensibile. La detersione deve avvenire con prodotti a Ph fisiologico e dalle proprietà delicate, per non alterare il film idrolipidico superficiale. Successivamente, l’applicazione di creme emollienti e lenitive, arricchite con principi attivi come niacinamide, acque termali o pantenolo, aiuta a calmare le irritazioni e a fornire un immediato sollievo dalla sensazione di prurito. È fondamentale selezionare i prodotti in base alle specifiche esigenze individuali, considerando il tipo di sensibilità e la sua manifestazione. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. È necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.