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Alimentazione e caldo: prepararsi per l’estate a tavola

Con l’aumento delle temperature, il corpo è sottoposto a maggiore stress, dunque l’alimentazione può essere alleata per mitigare gli effetti del caldo. Cibi leggeri e ricchi di acqua favoriscono l’idratazione e limitano la perdita di sali minerali. Frutta e verdura di stagione – anguria, cetrioli e zucchine – apportano liquidi e nutrienti essenziali senza però affaticare la digestione.

L’idratazione negli alimenti giusti

È necessario prestare attenzione alle modalità di assunzione dei liquidi: bere piccole quantità d’acqua durante la giornata. Evitare bevande zuccherate o ghiacciate. I pasti dovrebbero essere distribuiti in modo regolare, con porzioni moderate e senza piatti troppo elaborati o ricchi di grassi, che aumentano la sensazione di pesantezza e le calorie incamerate.

Le abitudini quotidiane per un il benessere

È consigliabile evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata e indossare abiti leggeri e traspiranti sono strategie utili per ridurre il disagio. L’attività fisica dovrebbe essere moderata e svolta preferibilmente al mattino o alla sera, quando le temperature sono più miti. I consigli forniti dai farmacisti non sostituiscono il parere del medico curante o dello specialista di riferimento. In caso di sintomi persistenti o condizioni particolari, è sempre necessario consultare un professionista sanitario.

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Mal di testa: disturbo diffuso ma spesso trascurato

Il mal di testa è uno dei disturbi più comuni tra la popolazione italiana, sebbene la sua reale incidenza venga spesso sottovalutata. Secondo un’indagine condotta da Assosalute in collaborazione con Human Highway, il 90% degli intervistati dichiara di conoscere questo problema, ma tende a minimizzarne gli effetti in assenza di un’esperienza diretta. Il professor Piero Barbanti, neurologo dell’Anircef, evidenzia come la scarsa consapevolezza possa portare a diagnosi errate e, di conseguenza, a terapie inefficaci.

Le diverse forme di mal di testa e la loro diffusione

In Italia, la cefalea tensiva interessa circa il 45% della popolazione, mentre l’emicrania, più debilitante, colpisce il 25% degli italiani. Un dato rilevante è che un terzo dei pazienti emicranici manifesta almeno un episodio settimanale, con oltre cinque milioni di persone che affrontano quattro o più crisi al mese. Le donne risultano particolarmente esposte, con una prevalenza tre volte superiore rispetto agli uomini, che aumenta ulteriormente nelle forme croniche. L’indagine rivela inoltre che l’11% degli italiani soffre di mal di testa con cadenza settimanale, mentre il 70% lo considera un disturbo occasionale. Tuttavia, il professor Barbanti sottolinea come si tratti di una condizione che, nelle forme severe, può limitare fortemente la qualità della vita, influenzando scelte personali, sociali e lavorative.

Fattori scatenanti e strategie di gestione

Tra le cause principali del mal di testa emergono lo stress (49,9%), l’uso prolungato di dispositivi digitali (29,6%) e i cambiamenti stagionali o ormonali (20,7%). Le donne sono più soggette a episodi ricorrenti, mentre i giovani associano il disturbo all’ansia da prestazione e all’eccessivo utilizzo di schermi. Per alleviare i sintomi, il 56,8% degli italiani ricorre a farmaci di automedicazione, mentre il 16,1% preferisce rimedi naturali.

Il consulto con il medico curante

Solo una minoranza si rivolge a medici o farmacisti. Barbanti raccomanda uno stile di vita regolare, con sonno adeguato, alimentazione equilibrata e attività fisica, oltre a un uso consapevole dei farmaci da banco, da limitare a non più di quattro assunzioni mensili. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti. In caso di sintomi persistenti, è necessario rivolgersi a un medico o a uno specialista di riferimento.

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Antibiotici in gravidanza: uso corretto e sicurezza per il feto

La gravidanza è un periodo delicato in cui l’uso di farmaci, compresi gli antibiotici, deve essere valutato con cautela. Non tutti gli antibiotici sono sicuri durante la gestazione, e alcuni potrebbero comportare rischi per lo sviluppo del feto. È fondamentale che la scelta del trattamento avvenga sotto stretto controllo medico, considerando il rapporto tra benefici e potenziali effetti indesiderati. In caso di infezioni batteriche, il mancato utilizzo di antibiotici potrebbe diventare un pericolo maggiore rispetto alla terapia stessa.

Quali antibiotici possono essere utilizzati in gravidanza?

Alcune classi di antibiotici sono considerate sicure durante la gravidanza, mentre altre sono sconsigliate a causa di possibili complicazioni. Ciò nonostante, prima di assumere qualsiasi antibiotico in gravidanza, è necessario consultare il medico curante o lo specialista di riferimento. L’automedicazione è assolutamente da evitare, poiché potrebbe esporre a rischi non calcolati. È importante rispettare dosaggi e durata della terapia prescritta, senza interromperla precocemente anche in caso di miglioramento dei sintomi. Le informazioni fornite non sostituiscono il parere del medico. In caso di sintomi persistenti o dubbi, è necessario rivolgersi al proprio curante o a uno specialista.

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Crampi frequenti, le cause e le possibili soluzioni pratiche

I crampi muscolari sono un disturbo comune, spesso legato a fattori come la disidratazione o l’assenza di alcuni nutrienti essenziali. Contrazioni involontarie possono verificarsi durante l’attività fisica o anche a riposo, causando fastidio temporaneo. La mancanza di liquidi riduce l’efficienza della circolazione sanguigna e del trasporto di minerali. Carenze di magnesio, potassio o calcio possono alterare la funzionalità muscolare.

Riconoscere le cause dei crampi

I crampi possono dipendere da sforzi eccessivi, posture scorrette o condizioni mediche specifiche. È importante valutare la frequenza e le circostanze in cui si manifestano, poiché episodi ripetuti potrebbero richiedere un approfondimento. L’assunzione di acqua e sali minerali, soprattutto in caso di sudorazione abbondante, è un primo passo per ridurne l’insorgenza. Anche l’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura e alimenti integrali, contribuisce a mantenere l’equilibrio elettrolitico.

Prevenzione e gestione dei crampi muscolari

È utile adottare abitudini come lo stretching prima e dopo l’esercizio fisico, oltre a evitare situazioni di affaticamento muscolare prolungato. In caso di episodi frequenti, può essere necessario ricorrere a integratori specifici, previo parere di un professionista della salute. Se il problema persiste nonostante queste accortezze, è consigliabile consultare un medico per escludere cause sottostanti più complesse. I consigli forniti dai farmacisti non sostituiscono il parere del medico curante o dello specialista di riferimento. In caso di sintomi persistenti, è necessario rivolgersi a un professionista sanitario.

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Prevenire il mal di schiena da smartphone: consigli utili

L’aumento del tempo trascorso con dispositivi mobili ha portato all’incremento di disturbi legati alla colonna vertebrale. La posizione inclinata in avanti, tipica durante la consultazione dello schermo, genera un carico eccessivo su muscoli e articolazioni cervicali e lombari. Per mitigare il problema, è opportuno adottare soluzioni ergonomiche, come mantenere il dispositivo all’altezza degli occhi, evitando di piegare il collo. Brevi interruzioni ogni 20-30 minuti consentono di alleggerire la pressione sulle strutture ossee e tissutali.

L’importanza della postura durante l’utilizzo

La postura non corretta contribuisce all’insorgenza di fastidi cronici. D’altro canto, la colonna cervicale, sottoposta a sollecitazioni ripetute, può subire alterazioni nella curva fisiologica. Per preservarne l’allineamento, è consigliabile appoggiare la schiena a una superficie rigida, mantenere le spalle rilassate e i piedi poggiati a terra. Evitare di utilizzare il dispositivo in posizione sdraiata o con il capo flesso per lunghi periodi. Esercizi di stretching mirati, come rotazioni lente del collo, favoriscono il rilassamento muscolare.

Altri fattori da considerare per il benessere fisico

La durata complessiva dell’esposizione allo schermo influisce sulla salute della schiena. Ridurre il tempo di utilizzo continuativo, preferendo sessioni brevi e intervallate, diminuisce il rischio di contratture. L’impostazione della luminosità del display a livelli adeguati evita di avvicinare eccessivamente il viso al dispositivo, aggravando la flessione del collo. Applicazioni che segnalano posture scorrette o promuovono pause regolari possono integrare efficacemente le strategie preventive. I consigli presenti nell’articolo non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di sintomi persistenti o peggioramento delle condizioni, è necessario rivolgersi a professionisti sanitari qualificati.