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Benessere psico-fisico, tutti i benefici di una passeggiata all’aperto

Passeggiare all’aria aperta è sempre una buona abitudine e i benefici sono maggiori quanto più questa abitudine diventa frequente. Le camminate fuori casa coniugano infatti due grandi vantaggi: il movimento naturale, non eccessivamente intensivo, e gli effetti positivi del sole, dell’aria e della natura. A documentare questi benefici sono studi di specialità medico-scientifiche diverse, tutti concordi sul fatto che questa pratica porta benessere generalizzato all’organismo e aiuta a contrastare molti disturbi. Camminare a passo sostenuto è un valido metodo per mantenersi in forma, smaltire le calorie in eccesso e tenere il peso sotto controllo. È anche un ottimo esercizio per la circolazione sanguigna e per irrobustire muscoli e ossa delle gambe. Il valore aggiunto del passeggiare all’aria aperta sta anzitutto nella possibilità di aumentare i livelli di vitamina D nelle giornate soleggiate e, in ogni stagione, nell’ossigenarsi meglio. Chi ha la fortuna di avere a disposizione spazi naturali, come parchi, spiagge o boschi, godrà di ulteriori benefici, respirando un’aria più salubre e meno inquinata, ma anche traendo gli indiscussi effetti positivi della natura sull’umore.

Una sana distrazione per la mente.

Fare una camminata all’aria aperta è senza dubbio un atto benefico per distrarre la mente e attenuare ansia e tensioni. Camminando il respiro si regolarizza e diviene più profondo, contribuendo al raggiungimento di uno stato di rilassamento e distensione. Per questo, gli psicologi concordano che una passeggiata sia molto utile non solo per il corpo ma anche per la salute mentale. Le endorfine prodotte con l’attività fisica migliorano l’umore così come la sensazione di tonicità muscolare generata da questo esercizio soft e naturale. Per godere di tutti questi benefici è importante passeggiare all’aria aperta in tutte le stagioni, dedicando a questa abitudine un po’ di tempo ogni giorno, cercando di trovare luoghi adatti e piacevoli.

Qualche piccolo accorgimento.

Rispetto a tutte le altre attività fisiche, camminare non richiede quasi nessun tipo di accorgimento o attrezzatura. Qualche piccola attenzione, però, giova a rendere la passeggiata un’abitudine davvero efficace e gratificante. La prima è quella di indossare calzature adeguate, ben ammortizzate e adatte al walking. Questo perché camminare con scarpe scomode, strette o con tacchi troppo alti può portare a soffrire di mal di schiena e contribuire alla formazione di calli e vesciche ai piedi. È poi essenziale essere comodi, camminare con disinvoltura, senza provare fastidio o dolore, altrimenti la passeggiata diventerà controproducente. Infine, in base alla stagione, è utile munirsi di crema solare e balsamo per le labbra se il sole è forte e scegliere sempre un abbigliamento pratico, possibilmente a strati, così da poterlo adeguare ai repentini cambi di clima delle mezze stagioni. Ultima raccomandazione, ma non meno importante, è bene portare con sé anche dell’acqua per dissetarsi e idratarsi durante la camminata.

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Numero ricetta elettronica (Nre), le modalità alternative di invio alla farmacia

Le modalità alternative di invio del promemoria cartaceo della ricetta elettronica, per quanto attiene lo scambio del Numero di ricetta elettronica (Nre) tra medico, paziente e farmacia, sono state prorogate dalla Protezione Civile. L’assistito può chiedere che il Nre venga rilasciato tramite «trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (Pec) o quella di posta elettronica ordinaria (Peo)», «con Sms o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile», a cui si aggiunge la possibilità di «comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di ricetta elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico».

L’articolo 3 dell’ordinanza stabilisce che «fino al 31 dicembre 2022, l’assistito che ha ricevuto la ricetta elettronica farmaceutica da parte del medico prescrittore con le modalità di cui all’articolo 2 può inoltrare gli estremi della ricetta alla farmacia prescelta». Le modalità consistono nell’invio in «posta elettronica, inviando in allegato il promemoria, ricevuto dal medico tramite e-mail oppure estratto dal proprio fascicolo sanitario elettronico, ovvero, inviando il Numero di ricetta elettronica unitamente al codice fiscale riportato sulla tessera sanitaria dell’assistito a cui la ricetta stessa è intestata», «sms o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini», o «laddove abbia ricevuto telefonicamente dal medico il Numero di ricetta elettronica, lo comunica alla farmacia con il codice fiscale a cui è intestata la ricetta elettronica».

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La povertà incide sullo sviluppo del cervello dei bambini?

La rivista statunitense Science ha citato un’indagine indagine sociologica sul rapporto tra sviluppo del cervello dei bambini e benessere individuale del piccolo e della sua famiglia. Si tratta di “Baby’s First Years”, iil primo studio USA che valuta l’impatto della povertà nonché della sua riduzione sullo sviluppo cognitivo, emotivo e cerebrale di neonati e bambini. La domanda che i ricercatori si sono posti è stata proprio questa: esiste un rapporto di causa-effetto tra ristrettezze economiche della famiglia di un bambino e il suo grado di sviluppo cerebrale? Un miglioramento delle condizioni economiche della sua famiglia ha delle ripercussioni sulla crescita cognitiva ed emotiva del piccolo? Sempre più studi scientifici documentano come lo sviluppo mentale dei bambini a basso reddito sia diverso da quello dei bambini nati in famiglie di reddito medio o alto.

Lo status di benessere famigliare più elevato è associato a migliori prestazioni del bambino in termini di capacità di linguaggio, memoria, funzione esecutiva e relazioni socio-emotive, il tutto verificato a livello neurale nelle regioni cerebrali che supportano questo tipo di attività. Allo stesso tempo, un ampio corpus di ricerche in scienze sociali ha riscontrato disparità di reddito anche tra bambini a basso o alto rendimento scolastico, nelle rispettive capacità di attenzione e di autocontrollo. Gli scienziati dello sviluppo ritengono che molto probabilmente la povertà plasmi i primi anni di sviluppo dei bambini a causa dell’elevata plasticità e della rapida crescita del cervello nelle prime fasi di vita dell’essere umano. Per testare questi risultati è stato però necessario mettere in atto uno studio specifico su larga scala, in grado di analizzare come l’introduzione di un sostegno finanziario al reddito delle famiglie meno abbienti potesse influenzare la funzione e lo sviluppo cerebrale di neonati e bambini in tenera età.

L’indagine, tuttora in corso, ha quindi messo a confronto un gruppo di famiglie con bambini a basso reddito con un altro alla pari ma che ha potuto beneficiare di donazioni mensili. Un migliaio di madri in stato di povertà e i loro neonati sono stati reclutati in diverse comunità etnicamente e geograficamente diverse degli Stati Uniti. Le madri hanno ricevuto (e riceveranno fino alla fine dell’indagine) 333 dollari al mese oppure 20 dollari al mese per i primi 52 mesi di vita dei bambini. Per comprendere in che modo la riduzione della povertà influisca sullo sviluppo dei bambini e sulla vita familiare, i ricercatori raccoglieranno dati ogni anno, dal 1° al 4° compleanno di ciascun bambino coinvolto nell’esperimento. Già oggi questa ricerca riporta differenze statisticamente significative nello sviluppo cerebrale di bambini di un anno le cui famiglie hanno ottenuto un sostegno economico a differenza di coloro che non l’hanno ricevuto. Gli studiosi seguiranno queste famiglie anche nei prossimi anni per determinare se le differenze osservate tra i due gruppi persisteranno ancora e se porteranno a successivi divari cognitivi e comportamentali.

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Respirare aria fresca aiuta lo stato di salute generale

Respirare aria fresca è una pratica necessaria per la salute e il benessere. Soprattutto per coloro che si ritrovano seduti dietro una scrivania per otto ore al giorno. Mentre la maggior parte ha la sensazione viscerale che respirare aria fresca aiuti a sentirci meglio, si scopre che la scienza mostra che l’aria fresca ci fa sentire meglio. Ebbene, trascorrere tempo all’aria aperta aumenta l’energia nel 90% delle persone testate. Trascorrere del tempo nella natura fa sentire le persone più vive e alcuni addirittura lo considerano carburante per l’anima. Per affinare gli effetti della sola natura, è stata condotta una ricerca per verificare se i sentimenti associati all’aria aperta fossero una ricaduta dell’attività fisica o delle attività sociali svolte all’esterno.

I risultati hanno mostrato che la presenza della natura aveva un effetto energizzante separato. E quei 20 minuti trascorsi all’aria aperta nella natura sono stati sufficienti per aumentare notevolmente i livelli di energia. Si scopre che “fermati e annusa le rose” significa più che rilassarti e prendersela comoda. L’odore di rose, altri fiori ed erba appena tagliata può favorire il rilassamento, migliorare l’umore e ridurre l’ansia. Anche una breve passeggiata nel giardino o l’odore dell’erba appena tagliata che aleggia dalla finestra può sollevare il morale. Uno studio giapponese ha dimostrato che il pinene, il terpene che conferisce a pini, abeti e abeti il ​​loro caratteristico profumo, può aumentare il rilassamento e ridurre lo stress.

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Giornata mondiale per l’autismo, la ricorrenza sabato 2 aprile 2022

Il 2 aprile di ogni anno ricorre la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, ricorrenza che ha la finalità di sensibilizzare su questa importante tematica in funzione della tutela dei diritti delle persone nello spettro autistico. A ricordare tale occasione è il ministero della Salute, il quale ha sottolineato che «i disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da una compromissione qualitativa nelle aree dell’interazione sociale e della comunicazione, e da modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività. I sintomi e la loro severità possono manifestarsi in modo differente da persona a persona, conseguentemente i bisogni specifici e la necessità di sostegno sono variabili e possono mutare nel tempo».

La rete nazionale condivisa.

Lo stesso dicastero ha ricordato che «la rete dei servizi educativi della prima infanzia, dei pediatri di famiglia, delle neonatologie e terapie intensive neonatali e delle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza è stata potenziata nell’ambito delle attività del Fondo Autismo coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità su mandato della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute. L’istituzione di una rete specifica clinica e di ricerca per il riconoscimento, diagnosi e intervento precoce risponde ad un preciso mandato che include l’applicazione del protocollo di sorveglianza del neurosviluppo nel contesto dei bilanci di salute pediatrici su scala nazionale e una robusta attività di formazione specifica nell’ambito dei nidi e delle scuole dell’infanzia. L’obiettivo, è quello di promuovere una efficace osservazione per monitorare la traiettoria di neurosviluppo del bambino e inviarlo tempestivamente a una valutazione specialistica».