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Consumo di bevande zuccherate: maggior rischio di cancro orale nelle donne

Uno studio pubblicato su Jama Otolaryngology-Head & Neck Surgery ha evidenziato la correlazione tra assunzione di bevande zuccherate e incremento del rischio di sviluppare il cancro della cavità orale nelle donne, a prescindere dalle abitudini legate al fumo e al consumo di alcol. Sebbene il cancro orale sia considerato una neoplasia poco frequente, con circa 350mila casi diagnosticati annualmente a livello globale, si tratta di una patologia particolarmente aggressiva. In passato, il maggior numero di casi si riscontrava negli uomini anziani esposti a fattori di rischio come il tabacco e l’alcol. Tuttavia, con le campagne antifumo, si è osservata la diminuzione dei casi nella popolazione, ma un aumento dell’incidenza nelle donne bianche non fumatrici.

Rischio quasi 5 volte maggiore di sviluppare il cancro orale

Nonostante le raccomandazioni dell’Oms di limitare gli zuccheri aggiunti nella dieta, il consumo rimane eccessivo nei paesi industrializzati. Lo studio, condotto su oltre 162mila donne per un periodo di 30 anni, ha rilevato che coloro che consumavano una o più bevande zuccherate al giorno presentavano un rischio quasi 5 volte maggiore di sviluppare il cancro orale rispetto a quelle che ne consumavano meno di una al mese. Il rischio è elevato sia per i tumori della lingua che per altri sottositi della cavità orale, con un aumento stimato di circa 3 casi ogni 100mila abitanti.

Necessaria una strategia preventiva globale

I risultati hanno messo in luce la necessità di ridurre il consumo di bevande zuccherate come parte di una strategia preventiva globale, con effetti positivi anche sul rischio di obesità e diabete. È utile evidenziare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, qualora la problematica presentata dovesse persistere. In tal caso, è necessario contattare i medici curanti o gli specialisti di riferimento.

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Malattie primaverili: come prepararsi per affrontarle

La primavera porta con sé l’aumento delle temperature e il risveglio della natura. A questi due fenomeni piacevoli, tuttavia, segue il maggior rischio di contrarre malattie tipiche della stagione. Un caso sono le allergie ai pollini che portano a rinite, congiuntivite e asma, a cui si aggiungono le infezioni virali delle vie respiratorie, come raffreddore e influenza. Infezioni gastrointestinali e patologie dermatologiche – si menzionano l’orticaria e la dermatite atopica – si manifestano con maggior frequenza in primavera.

Prevenzione e trattamento delle patologie primaverili

Dunque, è bene cambiare stile di vita, partendo dall’alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione, a cui aggiungere regolare attività fisica all’aria aperta. È consigliabile evitare l’esposizione prolungata agli allergeni come i pollini e proteggere la pelle dai raggi solari con creme ad alto fattore di protezione. In caso di sintomi allergici, i farmacisti possono consigliare antistaminici o spray nasali. Per le prevenire le condizioni virali i farmacisti consigliano l’assunzione di integratori a base di vitamina C e zinco per rinforzare il sistema immunitario. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non sostituisce il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In tal caso, è necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.

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Gli integratori alimentari: tra falsi miti e verità

Gli integratori alimentari sono spesso oggetto di discussione e dibattito, con informazioni contrastanti che possono generare confusione negli utilizzatori. È importante fare chiarezza su questo tema, distinguendo i fatti dalle false credenze. Innanzitutto, è fondamentale sottolineare che gli integratori non hanno una funzione curativa delle malattie, ma il loro scopo principale è quello di supportare il mantenimento di un buono stato di salute nelle persone che stanno già bene. A far luce su queste dinamiche la sigla “Integratori & Salute”.

Gli integratori alimentari sono prodotti sicuri e regolamentati

Sia ben chiaro, gli integratori non possono sostituire l’alimentazione varia ed equilibrata, che è la base per il benessere dell’organismo. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’efficacia degli integratori alimentari è supportata da numerosi studi clinici e pubblicazioni scientifiche internazionali. Studi che confermano il valore di alcune sostanze nutritive contenute negli integratori per il mantenimento di un buono stato di salute. La sicurezza degli integratori è garantita dalla rigorosa normativa nazionale e comunitaria che regola ogni fase, dalla produzione alla commercializzazione. Gli integratori sono prodotti seguendo standard elevati di gestione della sicurezza alimentare e controllo della qualità, per prevenire contaminazioni, errori di formulazione e rischi per la salute degli utilizzatori.

L’uso degli integratori può essere particolarmente utile in situazioni specifiche

Ci sono situazioni in cui l’uso di integratori può essere fortemente consigliato o utile. È il caso della gravidanza e l’allattamento, contesti in cui l’apporto di alcune sostanze nutritive attraverso l’alimentazione può non essere sufficiente per l’aumentato fabbisogno metabolico. In questi casi, esistono integratori specifici, di norma consigliati dal medico, per compensare tali carenze. Anche per gli anziani, che potrebbero avere difficoltà ad alimentarsi adeguatamente, gli integratori possono essere un supporto a complemento dell’alimentazione, per garantire un corretto apporto nutrizionale. Per chi pratica sport, alcuni integratori come proteine, aminoacidi, sali minerali e vitamine possono essere utili, ma vanno sempre scelti in base al tipo di attività e alle reali necessità.

Consiglio dei farmacisti non sostituisce il consulto con i medici

Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, nel caso in cui la problematica presentata dovesse perdurare. Si raccomanda di contattare sempre il proprio medico di fiducia o gli specialisti di riferimento per una valutazione approfondita e personalizzata.

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Firstline di Aifa: l’app “semaforo” per l’uso corretto degli antibiotici

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha presentato Firstline, un’applicazione mobile che fornisce indicazioni sul trattamento delle 10 infezioni più diffuse tra adulti e bambini. L’app, disponibile gratuitamente sui principali store digitali e sul sito dedicato, si propone come uno strumento di facile consultazione per supportare i medici nella prescrizione antibiotica e per scoraggiare l’automedicazione da parte dei cittadini.

Raccomandazioni dell’Oms, adattate al contesto italiano

Firstline integra e rielabora le linee guida fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nell’Aware Antibiotic Book, selezionando alcune patologie nell’ambito dell’assistenza extra-ospedaliera e adattandole alla situazione epidemiologica e alla disponibilità dei farmaci in Italia. Per ciascuna delle dieci infezioni, l’app indica gli agenti patogeni responsabili, i sintomi caratteristici, gli esami diagnostici consigliati e le terapie farmacologiche più appropriate, sia antibiotiche che non.

Uso improprio degli antibiotici e resistenze batteriche

Aifa ha ricordato che gli antibiotici sono farmaci soggetti a prescrizione medica e che l’automedicazione è fortemente sconsigliata. Solo il medico, infatti, può valutare caso per caso la necessità di prescrivere un antibiotico e individuare il farmaco più indicato, considerando diversi fattori come la diagnosi, l’anamnesi, le condizioni cliniche del paziente e le possibili interazioni con altri farmaci. L’app può rivelarsi uno strumento utile per i medici, ma anche per arginare l’uso improprio e “fai da te” da parte dei cittadini, contribuendo così a contrastare il crescente fenomeno delle resistenze batteriche agli antibiotici. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi, è necessario contattare i medici curanti o gli specialisti di riferimento.

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Il sorprendente legame tra alimentazione e salute mentale

Quando si parla di alimentazione e di effetti sull’organismo ci si riferisce principalmente alla salute fisica, trascurando il fatto che la corretta alimentazione può influenzare anche la salute mentale. Diversi studi scientifici, infatti, hanno evidenziato come ciò che si mangia possa incidere sull’umore, le emozioni e il benessere psicologico. L’alimentazione varia, bilanciata e ricca di nutrienti ha dimostrato di promuovere il buon funzionamento cerebrale e di contrastare disturbi quali ansia, depressione e declino cognitivo.

Corretta alimentazione e salute mentale

L’alimentazione “giusta” per la salute mentale dovrebbe privilegiare cibi integrali, ricchi di fibre, vitamine e minerali. Fondamentale è l’apporto di acidi grassi omega-3, presenti soprattutto nel pesce azzurro, nelle noci e nei semi oleosi, che svolgono un’azione antinfiammatoria e neuroprotettiva. Altrettanto importanti sono le vitamine del gruppo B, presenti in cereali integrali, legumi e verdure a foglia verde, coinvolte nella sintesi di neurotrasmettitori che regolano l’umore.

I consigli per un’alimentazione pro-benessere mentale

È suggeribile, dunque, limitare il consumo di zuccheri semplici, grassi saturi e alimenti ultra-processati, che portano a infiammazione e stress ossidativo a livello cerebrale. Moderazione è consigliata anche per caffeina e alcol, che interferiscono con il sonno e l’equilibrio emotivo. Stile di vita attivo, gestione dello stress e mantenimento di relazioni sociali positive possono aiutare al benessere mentale. I consigli forniti hanno carattere generale e non intendono sostituire il consulto con i medici curanti, che resta necessario qualora le problematiche dovessero perdurare o richiedere una valutazione specialistica.