Categorie
Notizie

Monitoraggio della pressione arteriosa: il servizio utile in farmacia

Il monitoraggio regolare della pressione arteriosa è fondamentale per la prevenzione e il controllo dell’ipertensione. Si tratta infatti di una condizione che può portare a complicazioni cardiovascolari se non adeguatamente gestita. Da sempre le farmacie erogano il servizio di misurazione della pressione arteriosa, per tenere sotto controllo i propri valori in modo semplice e accessibile.

Cambi di stagione e pressione arteriosa

Durante i cambi di stagione, il corpo deve adattarsi a variazioni di temperatura e umidità: entrambe possono influenzare la pressione arteriosa. Il passaggio dall’estate all’autunno può causare sbalzi pressori rendendo ancora più importante il monitoraggio regolare dei valori. Le farmacie mettono a disposizione dei pazienti dispositivi affidabili e personale qualificato per la misurazione della pressione arteriosa. Il servizio è un supporto per il controllo dell’ipertensione.

Consiglio del farmacista non sostituisce il consulto dl medico curante

È utile ricordare che il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di valori pressori persistentemente elevati o di sintomi associati, è necessario contattare il medico curante o il medico specialista di riferimento per una valutazione approfondita e un’adeguata gestione terapeutica.

Categorie
Notizie

Il 41% degli italiani tra 18 e 69 anni ha almeno tre fattori di rischio cardiovascolare

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia, con 217 mila decessi nel 2021, pari al 30,8% del totale. Nonostante l’80% di tali decessi sia evitabile con la prevenzione, una percentuale significativa di italiani presenta almeno tre fattori di rischio cardiovascolare. Lo hanno evidenziato i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) presentati in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, celebrata il 29 settembre 2024.

Prevenzione e stili di vita per la salute del cuore

Rocco Bellantone, presidente dell’Iss, ha osservato l’importanza della prevenzione e del ruolo attivo di medici e cittadini nel promuovere stili di vita salutari per il cuore. I fattori di rischio cardiovascolare modificabili includono ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo, sovrappeso/obesità, sedentarietà e dieta non equilibrata. Nel biennio 2022-2023, la sorveglianza Passi ha rilevato che il 41% degli intervistati presenta almeno 3 di questi fattori, mentre solo il 2% risulta completamente esente da rischi noti.

Riduzione del consumo di sale e differenze socio-demografiche

L’assunzione eccessiva di sale è un ulteriore fattore di rischio cardiovascolare. In Italia, il consumo medio giornaliero di sale si è ridotto del 12-13% tra il 2008 e il 2019, pur rimanendo al di sopra dei valori raccomandati dall’Oms. I dati Passi hanno evidenziato che il 56% degli italiani fa attenzione a ridurre il consumo di sale, con percentuali più elevate tra le donne, le persone più anziane, i residenti nelle regioni settentrionali e gli individui con un livello di istruzione superiore.

Categorie
Notizie

Consumo di sale in Italia: i dati Passi 2022-2023

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato un consumo giornaliero di sale non superiore ai 5 grammi, corrispondenti a circa 2 grammi di sodio. Come è noto, infatti, l’assunzione eccessiva di sale è associata al maggior rischio di patologie cardiovascolari, tumori dell’apparato digerente, osteoporosi e malattie renali. In Italia, tuttavia, i livelli di consumo sono ancora lontani dai valori raccomandati, rendendo necessarie azioni di sensibilizzazione e monitoraggio. A fare chiarezza su queste dinamiche è stato l’Istituto superiore di sanità (Iss) che ha reso disponibili i dati relativi al consumo di sale in Italia.

Consumo di sale e differenze socio-demografiche

Secondo i dati Passi relativi al biennio 2022-2023, il 56% degli adulti italiani tra i 18 e i 69 anni fa attenzione o cerca di ridurre la quantità di sale assunta. La percentuale è più elevata tra le donne (60%), le persone più anziane (64% tra i 50-69enni), i residenti con cittadinanza italiana (56%), gli individui più istruiti e i residenti nelle regioni del Nord (60%). Tra le persone con almeno una patologia cronica, 1 su 3 non presta attenzione al consumo di sale, nonostante l’importanza di ridurne l’assunzione per il controllo della malattia.

Il consiglio medico e l’uso del sale iodato

Solo il 24% degli intervistati ha riferito di aver ricevuto dal medico o da un altro operatore sanitario il consiglio di utilizzare il sale in modo appropriato nella dieta. La percentuale sale al 55% tra le persone con ipertensione o insufficienza renale, ma rimane comunque insufficiente. Particolare attenzione merita l’uso del sale iodato, fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei e lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Una legge del 2005 promuove il consumo di sale iodato in alternativa al comune sale da cucina, senza superare le dosi raccomandate.

Tendenze all’uso di sale iodato

I dati Passi mostrano che il 77% degli adulti italiani sceglie di utilizzare il sale iodato, con un aumento dal 67% nel 2015. L’uso è maggiore tra le donne (79%), le persone socialmente più avvantaggiate, i cittadini italiani (77%) e i residenti nelle regioni del Nord (80%). Tuttavia, il 20% non usa mai il sale iodato e il 3% non ne conosce l’esistenza, soprattutto tra i più giovani, le persone socialmente svantaggiate e gli stranieri. L’uso del sale iodato è particolarmente importante in gravidanza (82%), durante l’allattamento (76%) e nelle famiglie con bambini di 0-14 anni (78%).

Differenze regionali relative all’uso del sale

Quanto alla situazione regionale, l’analisi dei dati Passi 2022-2023 ha evidenziato alcune differenze riguardo al consumo di sale e sale iodato. La percentuale di adulti che fanno attenzione al consumo di sale varia dal 41,7% della Valle d’Aosta al 68,8% della Basilicata, con un gradiente Nord-Sud meno marcato rispetto ad altri indicatori. Il consiglio di ridurre il consumo di sale da parte degli operatori sanitari oscilla tra l’8,2% della Provincia di Bolzano e il 36,2% della Basilicata. L’uso del sale iodato è più diffuso nelle regioni del Nord, con percentuali superiori all’80% in Veneto, Provincia di Bolzano, Emilia Romagna e Umbria, mentre scende al di sotto del 70% in Sicilia e Sardegna. L’uso abituale del sale iodato raggiunge l’80,7% in Basilicata e l’80,3% in Valle d’Aosta, mentre si attesta al 43,6% in Sardegna e al 49,6% in Abruzzo.

Categorie
Notizie

Allattamento al seno: un impegno per ridurre le disuguaglianze

In occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno 2024, che si celebra in Italia dall’1 al 7 ottobre, l’attenzione si focalizza sulla necessità di migliorare il sostegno all’allattamento per ridurre le disuguaglianze presenti nella società, soprattutto in situazioni di emergenza e crisi. Negli ultimi anni, si è registrato un incremento significativo del numero di bambini sotto i sei mesi allattati esclusivamente al seno, con evidenti benefici in termini di vite salvate e protezione della salute a lungo termine.

Il latte materno: uno scudo prezioso per la salute

Il latte materno si configura come un vero e proprio scudo protettivo per i neonati nei primi mesi di vita e per tutto l’arco dell’esistenza. Con l’allattamento al seno si riduce l’incidenza di patologie cardiovascolari e metaboliche. Essendo un elemento di continuità tra l’ambiente intrauterino e il mondo esterno, l’allattamento materno favorisce la creazione di un legame profondo tra madre e figlio, centrale per lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino.

L’impegno dei neonatologi per promuovere l’allattamento

La Società italiana di neonatologia (Sin) ha ribadito l’importanza di garantire l’allattamento esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per raggiungere questo obiettivo, è necessario eliminare gli ostacoli ancora esistenti, migliorando la rete di sostegno familiare e lavorativo e garantendo la possibilità del rooming-in in tutti gli ospedali. La Sin ha avviato il progetto Policy aziendale sull’allattamento (Paa), che coinvolge numerose Aziende Sanitarie e Società scientifiche, con l’obiettivo di incrementare il tasso di allattamento attraverso interventi mirati, come la promozione del contatto pelle a pelle sin dalla sala parto e il tele-supporto ai genitori.

Categorie
Notizie

L’autunno è arrivato: i consigli per affrontare gli acciacchi di stagione

Le temperature iniziano a calare e il corpo deve adattarsi al cambio di stagione: ben trovato autunno. Si tratta di un periodo di transizione che può portare all’indebolimento delle difese immunitarie, rendendo l’organismo più vulnerabile ai primi acciacchi stagionali: raffreddore, mal di gola e influenza. Seguendo alcuni semplici consigli, è possibile prevenire questi disturbi e affrontare al meglio la stagione autunnale.

Dieta equilibrata e stile di vita sano

La prima misura per prevenire i malanni autunnali è seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura di stagione. Sono alimenti fonti preziose di vitamine e minerali per rafforzare il sistema immunitario. È consigliabile assumere alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, kiwi e broccoli: hanno un’azione antiossidante e protettiva. È importante idratarsi adeguatamente, bevendo almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, e limitare o eliminare alcol e fumo che possono indebolire le difese dell’organismo.

Integratori specifici e rimedi naturali

Può essere utile ricorrere a integratori e a rimedi naturali. In farmacia è possibile trovare integratori a base di vitamina C, zinco e echinacea. Essi possono migliorare il sistema immunitario e prevenire l’insorgenza di raffreddore e influenza. Esistono rimedi totalmente naturali, ad esempio l’assunzione di tisane a base di erbe balsamiche (timo, eucalipto e malva), che aiutano a lenire i sintomi del mal di gola e della tosse.

Consiglio dei farmacisti non sostituisce il consulto dei medici

In caso di dubbi o incertezze, è sempre consigliabile chiedere consiglio ai farmacisti, che saprà indicare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. È utile ricordare, in proposito, che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con il medico curante, ove la problematica presentata dovesse perdurare. In caso di sintomi persistenti o di dubbi sulla propria salute, è necessario contattare il medico di famiglia o lo specialista di riferimento.