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Quale è il ruolo della Vitamina D per il benessere dell’organismo?

La Vitamina D ha un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo umano. Si tratta di un nutriente liposolubile, noto anche come “vitamina del sole”, che è essenziale per la salute delle ossa, del sistema immunitario e per il mantenimento dell’equilibrio del metabolismo. La Vitamina D contribuisce alla regolazione dei livelli di calcio e fosforo nel sangue, componenti chiave per la salute delle ossa. A ciò si aggiunge il ruolo nel sistema immunitario, contribuendo a rafforzare le difese dell’organismo contro le infezioni. La Vitamina D è coinvolta in numerosi processi metabolici, per mantenere l’equilibrio del metabolismo.

Vitamina D: fonti e assunzione.

La principale fonte di Vitamina D è l’esposizione al sole. Infatti, quando la pelle è esposta ai raggi ultravioletti B (Uvb), l’organismo inizia a produrre Vitamina D. Tuttavia, è necessario sottolineare che l’esposizione al sole deve essere moderata e sicura, per evitare danni alla pelle come scottature o, nel lungo termine, tumori cutanei. Oltre al sole, la Vitamina D può essere assunta anche con l’alimentazione. Alcuni alimenti, come il pesce grasso – salmone, sgombro, aringa –, il tuorlo d’uovo e alcuni funghi, sono ricchi di Vitamina D. In molti Paesi, alimenti come il latte e i cereali sono arricchiti con Vitamina D.

Carenza di Vitamina D: sintomi e rischi.

La carenza di Vitamina D può portare a vari problemi di salute. I sintomi più comuni includono stanchezza, dolori muscolari e debolezza. Una carenza prolungata di Vitamina D può portare a condizioni più gravi, come l’osteoporosi o il rachitismo nei bambini. È importante, quindi, assicurarsi di assumere una quantità adeguata di Vitamina D. In caso di dubbi o sintomi di carenza, è consigliato consultare un medico o un farmacista. Si ricorda, infine, che questo articolo è stato redatto con l’intento di fornire informazioni generali sulla Vitamina D. Non sostituisce in alcun modo il consiglio del farmacista o del medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi, è necessario consultare il proprio medico curante o lo specialista di riferimento.

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Giornata mondiale del cuore: il contributo dei farmacisti per la salute cardiovascolare

Ogni anno, il 29 settembre, si celebra la Giornata mondiale del cuore, momento per enfatizzare l’importanza della prevenzione e del controllo delle patologie cardiovascolari. In questo scenario, il ruolo dei farmacisti diventa di vitale importanza. I farmacisti non si limitano alla semplice dispensazione di farmaci, ma rendono un contributo cruciale alla salute cardiovascolare dei pazienti. I farmacisti sono un punto di riferimento per la comunità, in grado di fornire informazioni sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari e sulla gestione dei farmaci. La competenza dei farmacisti, e la loro disponibilità a rispondere alle domande dei pazienti, li rendono figure chiave nella lotta contro le malattie del cuore.

Prevenzione e controllo delle patologie cardiovascolari.

I farmacisti possono fornire consigli utili su come mantenere un cuore sano, come attraverso una corretta alimentazione e uno stile di vita attivo, possono aiutare i pazienti a gestire i loro farmaci, monitorando l’aderenza alla terapia e fornendo informazioni sulla corretta assunzione dei farmaci.

Il ruolo dei farmacisti nella gestione dei farmaci.

I farmacisti svolgono un ruolo anche nella gestione dei farmaci per le patologie cardiovascolari. Possono indirizzare i pazienti su come assumere correttamente i loro farmaci, sulla base della prescrizione medica, e monitorare eventuali effetti collaterali, interagendo con i medici per ottimizzare la terapia. I farmacisti possono fornire informazioni su come i farmaci interagiscono tra loro e con altri fattori, come il cibo e l’alcol. Ciò nonostante, è utile ricordare che il consiglio del farmacista non sostituisce il consulto con il medico curante. In caso di persistenza della problematica presentata, è necessario consultare il proprio medico curante o lo specialista di riferimento.

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Omocisteina e iperomocisteinemia: quali implicazioni per la salute?

L’omocisteina è un aminoacido non proteico, normalmente presente nel sangue, che deriva dal metabolismo della metionina, un altro aminoacido essenziale. La sua presenza è regolata da diversi fattori, tra cui la dieta, l’attività fisica e la genetica. Quando i livelli di omocisteina nel sangue aumentano oltre la norma, si verifica una condizione chiamata iperomocisteinemia.

Iperomocisteinemia: anomalia da non sottovalutare.

L’iperomocisteinemia è una condizione caratterizzata da un eccesso di omocisteina nel sangue. L’anomalia può essere causata da diversi fattori, tra cui una dieta povera di vitamine B6, B9 (folato) e B12, che sono essenziali per il metabolismo dell’omocisteina. Altri fattori possono includere l’uso di alcuni farmaci, l’insufficienza renale e alcune condizioni genetiche. L’iperomocisteinemia può avere diverse implicazioni per la salute, tra cui un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e neurologiche.

Gestione dell’iperomocisteinemia: dieta e del monitoraggio dei livelli di omocisteina.

La gestione dell’iperomocisteinemia richiede un approccio multifattoriale. Una dieta equilibrata, ricca di vitamine B6, B9 e B12, può aiutare a regolare i livelli di omocisteina nel sangue. Inoltre, il monitoraggio regolare dei livelli di omocisteina può aiutare a identificare tempestivamente eventuali anomalie e a intervenire in modo appropriato. È utile ricordare che la gestione dell’iperomocisteinemia dovrebbe sempre essere supervisionata da un professionista sanitario. L’articolo è stato redatto con l’intento di fornire informazioni generali su omocisteina e iperomocisteinemia, e non sostituisce in alcun modo il consiglio del farmacista o del medico curante. In caso di persistenza della problematica presentata, è necessario consultare il proprio medico curante o lo specialista di riferimento.

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Sansevieria trifasciata Laurentii: un alleato naturale per la purificazione dell’aria di casa

La qualità dell’aria nelle abitazioni è un elemento fondamentale per il benessere generale. Un ambiente domestico con un’aria pulita e salubre può contribuire a migliorare la qualità della vita, riducendo l’esposizione a potenziali inquinanti. In questo contesto, la Sansevieria trifasciata Laurentii, pianta ornamentale di origine africana, può svolgere un ruolo nella purificazione dell’aria di casa (o dell’ufficio).

Sansevieria trifasciata Laurentii: un purificatore d’aria naturale.

La Sansevieria trifasciata Laurentii, conosciuta anche come “lingua di suocera”, è una pianta che ha la capacità di assorbire e neutralizzare alcune sostanze nocive presenti nell’aria. La pianta è in grado di filtrare l’aria da composti organici volatili come il benzene, il formaldeide e il tricloroetilene, che possono essere rilasciati da mobili, vernici e prodotti per la pulizia. Inoltre, la Sansevieria trifasciata Laurentii ha la particolarità di produrre ossigeno anche durante la notte, a differenza della maggior parte delle piante che lo fanno solo durante il giorno.

Benefici della Sansevieria trifasciata Laurentii per la salute.

L’uso della Sansevieria trifasciata Laurentii come purificatore d’aria naturale può portare diversi benefici per la salute. La riduzione dell’esposizione a sostanze nocive può contribuire a prevenire problemi respiratori e allergie. L’ossigeno prodotto durante la notte può favorire un sonno migliore e più riposante. Nonostante ciò, è importante ricordare che la presenza di questa pianta non può sostituire una buona ventilazione e pulizia dell’ambiente domestico. Questo articolo è stato redatto con l’intento di fornire informazioni generali sulla Sansevieria trifasciata Laurentii e i suoi potenziali benefici per la qualità dell’aria domestica. Non sostituisce in alcun modo il consiglio del farmacista o del medico curante. In caso di persistenza della problematica presentata, si consiglia di consultare un professionista della salute.

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L’impatto dell’alcol durante la gravidanza: conseguenze per la madre e il nascituro

L’assunzione di alcol e droghe durante la gravidanza può avere ripercussioni negative sulla salute della gestante e del feto. Le donne, durante il periodo fertile, sono più inclini a sviluppare un disturbo da uso di sostanze rispetto agli uomini. Ciò perché esiste una differenza di genere nell’ambito della “dipendenza”, che le rende più vulnerabili a passare dall’uso occasionale, all’uso problematico e, infine, al disturbo da uso di sostanze conclamato. Ad accendere i riflettori su questa problematica è la Società italiana di neonatologia (Sin), in occasione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, che si è celebrata il 9 settembre 2023.

Consumo di alcol in gravidanza: un problema globale.

Il consumo di alcol durante la gravidanza è una pratica diffusa in molti Paesi, con circa il 10% delle donne che consuma alcol durante la gravidanza, secondo i Rapporti Istisan 23/3. Non essendo stata definita una dose di alcol sicura durante la gravidanza, la Società italiana di neonatologia ha ricordato l’importanza dell’astensione totale durante tutto il periodo gestazionale. L’abuso cronico di alcol può causare gravi problemi alla madre e al neonato, aumentando il rischio di aborto spontaneo, morte intrauterina, sindrome della morte improvvisa in culla, parto pretermine, basso peso alla nascita e, soprattutto, può essere responsabile dell’insorgenza di difetti di sviluppo fetale e di disabilità dello sviluppo neurocognitivo infantile.

Disturbi dello spettro alcolico fetale e sindrome da astinenza neonatale.

Le disabilità causate dall’esposizione all’etanolo in utero sono conosciute come Disturbi dello spettro alcolico fetale (Fasd) e la Sindrome feto alcolica (Fas), ne rappresenta la forma clinica più grave. L’alcol può causare anche la Sindrome da astinenza neonatale (San), una condizione patologica causata dalla cessazione improvvisa dell’effetto di queste sostanze, assunte cronicamente dalla madre in gravidanza e trasferite al feto attraverso la placenta. Nonostante l’esistenza di interventi efficaci per mitigare e prevenire i rischi legati all’alcol, molte donne in gravidanza in Europa continuano a bere e le azioni a livello regionale e nazionale sono ancora insufficienti. Questo articolo non intende sostituire il consiglio del farmacista o il consulto con il medico curante. In caso di persistenza della problematica presentata, si consiglia di consultare un professionista sanitario.