Si chiama “Falsi miti e bufale” la nuova sezione aperta sul portale istituzionale IsSalute.it, punto di riferimento a cura dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha l’obiettivo di veicolare e smentire le false credenze su abitudini e stili di vita.
E proprio di falsi miti si parla nell’area relativa all’attività fisica, contenente tante vecchie e nuove credenze in tema di sport e movimento.
MANGIO QUEL CHE VOGLIO, TANTO POI VADO IN PALESTRA: per dimagrire non basta muoversi, ma è fondamentale “bilanciare le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle consumate con il movimento”.
L’ATTIVITA’ FISICA IN GRAVIDANZA E’ PERICOLOSA: la giusta attività aerobica di moderata-bassa intensità e che non comporti rischio di cadute aiuta a ridurre il rischio di vene varicose, gonfiore di mani e piedi, previene mal di schiena e diabete gestazionale.
NON FACCIO ATTIVITA’ FISICA PERCHE’ HO L’ARTROSI: erroneamente chi ne soffre ritiene di dover utilizzare le articolazioni colpite il meno possibile. Ma in realtà ginnastica dolce, pilates, stretching o yoga “migliorano il decorso della patologia, la motilità articolare e la qualità della vita”.
I BAMBINI FANNO GIA’ SUFFICIENTE ATTIVITA’ FISICA GIOCANDO: è anche a causa di questo retropensiero che in Italia siamo ai primi posti in Europa per sovrappeso infantile, mentre secondo l’Oms dovrebbero praticare sport almeno 3 volte a settimana.
SONO TROPPO VECCHIO PER METTERMI LA TUTA: Molti anziani pensano che l’attività fisica alla loro età possa rappresentare un pericolo ma, al contrario, giova al peso, alla salute e anche alla mente, perché favorisce la socializzazione.
L’ESERCIZIO FISICO E’ EFFICACE SE DOLOROSO: bollino rosso anche qui, perché “il dolore è un segnale d’allarme e non di efficacia”, è il “mezzo con cui il corpo ci indica che si sta lavorando male oppure che si sta facendo uno sforzo troppo intenso”.
IL RESPONSABILE DEI DOLORI POST ALLENAMENTO E’ L’ACIDO LATTICO: credenza diffusa ma errata, visto che la sensazione di dolore deriva da “microlesioni delle fibre muscolari, che possono danneggiarsi durante un esercizio fisico intenso e ai processi infiammatori riparativi che ne conseguono”.
PIU’ SUDO, PIU’ DIMAGRISCO: a questo scopo molti investono tempo e soldi in saune o indumenti di materiale plastico per l’allenamento. In realtà “attraverso il sudore perdiamo solo liquidi e sali minerali. Ma non è possibile perdere grasso, poiché il sudore non lo contiene”.
SE FACCIO ADDOMINALI LA PANCETTA SPARISCE: Rinforzare i muscoli addominali, ma da solo “non comporta la perdita del grasso che ricopre i muscoli coinvolti nell’esercizio”. Quello dipende infatti “da fattori genetici, ormonali, scorretta alimentazione e sedentarietà”.
FARE SPORT RICHIEDE TEMPO E DENARO: il 40% degli italiani dice di non fare attività fisica per mancanza di tempo e il 15% per mancanza di soldi. Ma, concludono gli esperti Iss, “essere attivi significa compiere anche semplici e piacevoli gesti quotidiani come camminare, ballare e fare giardinaggio”
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Il servizio informativo per i pazienti del centro “L’Incontro” a Teano (CE).
Buone nuove per gli amanti della frutta secca: potrà essere infatti utilizzata come scudo contro eventuali alterazioni del ritmo cardiaco, attinenti alla problematica della fibrillazione atriale. A riferirlo è Ansa Salute che cita uno studio del Karolinska Institutet e dell’Università di Uppsala, in Svezia, pubblicato sulla rivista scientifica Heart.
I ricercatori hanno preso in esame le risposte fornite ad un questionario sulla frequenza alimentare ed informazioni sullo stile di vita di più di 61.000 svedesi, tra i 45 e gli 84 anni.
Lo studio di lungo corso ha riguardato il monitoraggio dei candidati per ben 17 anni, fino al 2014, tenendo in considerazione 4983 infarti, 3160 casi di insufficienza cardiaca e 7550 casi di fibrillazione atriale.
Ebbene, è stato visto che coloro che mangiavano frutta secca avevano un minor rischio di fibrillazione atriale. Il rischio ridotto incrementava con l’incremento di consumo di frutta secca.
Gli studiosi hanno motivato ciò grazie alle caratteristiche della frutta secca, in particolar modo noci, ricche di acidi grassi insaturi, proteine, fibre, minerali, vitamina E, folati ed altri composti bioattivi tra cui fenoli e fitosteroli.
Il consumo della frutta secca può influenzare la salute cardiovascolare agendo sui livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, riducendo il rischio di aumento di peso attraverso attività anti-ossidante e anti-infiammatoria.
Un altro recente studio aveva evidenziato l’ottima azione anche degli omega 6. Lo studio pubblicato in “The American Journal of Clinical Nutrition” aveva scoperto che le persone con la più bassa percentuale di omega 6 nel sangue avevano un rischio cardiovascolare maggiore di coloro che invece avevano più omega 6.
I ricercatori hanno studiato 433.268 persone di età tra i 37 e i 73 anni, che si auto definivano tipi “mattinieri”, tipi “mezzi mattinieri”, tipi “pre-serali”, tipi “serali”, e le hanno seguite per una media di sei anni e mezzo, analizzando le cause di morte, partendo dai relativi certificati.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Chronobiology International”, ha preso in considerazione anche altre variabili, tra cui età, sesso, fumo, indice di massa corporea, durata del sonno ed altri elementi.
Ebbene, è emerso che le persone appartenenti al gruppo dei tipi “serali”, se comparate con quelle del gruppo appartenenti ai tipi “mattinieri”, hanno una percentuale più alta del 10% di essere soggetti ad eventi avversi e patologie, tra cui la morte.
Ogni incremento dello status da “mattinieri” a quello “serali” è stato associato ad un incrementato rischio di malattia.
Le persone “nottambule” sono vicine quasi al doppio del rischio, rispetto alle persone “mattiniere”, di avere dei disordini psicologici e il 30% il rischio maggiore di sviluppare diabete. Il rischio invece di problemi respiratori è più alto del 23%, mentre per i rischi gastrointestinali è del22 %.
La direttrice dello studio, Dr.ssa Knutson, professoressa associata di neurologia alla Northwestern University, ha detto che “sebbene essere dei tipi notturni è in parte attribuibile a motivi di natura genetica, le persone possono fare piccoli miglioramenti graduali, come per esempio andare a letto prima, evitare l’uso di smartphone prima di dormire, ed eventualmente provare ad uscire da soli dalla confort zone dei nottambuli”. La causa dell’incremento di mortalità resta incerta, la Dr.ssa Knutson tuttavia ha aggiunto, “coloro che vivono di notte dovrebbero sapere che potrebbero avere alcune conseguenze sulla salute”.
L’inquinamento dell’aria, anche di breve durata, potrebbe incrementare il numero di infezioni alle vie respiratorie inferiori, e gli effetti potrebbero ripercuotersi soprattutto sui bambini: è questo in sintesi il risultato di un recente studio.
Le infezioni acute dei polmoni e delle vie respiratorie, generalmente causate da virus, sono una delle principali cause di malattie, nei piccoli.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine”, ha tenuto sotto osservazione 146.397 persone, il 77 % delle quali costituite da piccoli al di sotto dei due anni, che erano stati precedentemente curati in strutture ospedaliere e cliniche nello stato dello Utah (Stati Uniti).
I ricercatori hanno quindi raccolto i dati sui livelli del particolato, ovvero piccole particelle dell’aria, PM 2.5, dai sensori posizionati sulle stazioni di monitoraggio presenti nella regione di residenza delle persone osservate.
Ebbene, è emerso dal monitoraggio che all’inizio di ogni seconda settimana, dopo l’incremento dei livelli di particolato nell’aria, i ricercatori hanno scoperto un corrispondente aumento delle infezioni alle vie respiratorie, picco ulteriormente aumentato nella terza settimana dopo l’incremento dei PM 2.5.
Gli scienziati hanno calcolato che ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo di PM 2.5 è associato ad un 15-23 percento di incremento delle infezioni alle vie respiratorie.
Secondo il responsabile dello studio Dr. Horne, “non c’è alcun motivo di grave preoccupazione”, tuttavia, “quando l’inquinamento nell’area è alto, bisognerebbe evitare di lasciare macchine avviate, restar distanti dalle autostrade, restare a casa oppure uscire in prima mattina quando il particolato è generalmente più basso.”
Con riferimento alla dichiarazione dei redditi precompilata, l’Agenzia delle Entrate preleva parte dei dati relativi alle spese sanitarie direttamente dal portale Sistema tessera sanitaria, nel quale sono contenute le spese sanitarie e veterinarie effettuate dall’assistito per le quali l’assistito non ha esercitato l’opposizione al trattamento dei dati personali. In sostanza, l’Agenzia rende disponibile al contribuente il totale complessivo delle spese agevolabili, comprese quelle sostenute dai familiari a carico, al netto dei rimborsi, comprese le spese per i prodotti effettuate in farmacia.
I dati forniti dal sistema infatti sono quelli relativi alle ricevute di pagamento, alle fatture ed agli scontrini, che in farmacia vengono propriamente detti “Scontrini Parlanti”, che riportano i dati fiscali del paziente e sulla base dei quali le farmacie inviano per via telematica le spese di riferimento al Sistema tessera sanitaria.
La novità del 2018, sul periodo d’imposta precedente, è proprio quella relativa alla rettifica dei dati, ovvero la funzionalità che consente al contribuente di effettuare la modifica dei dati delle spese sanitarie e veterinarie direttamente sull’apposita piattaforma.
Il contribuente può entrare nella propria area di riferimento e accettare, modificare o integrare direttamente la dichiarazione. Nell’area autenticata può integrare le informazioni relative alle singole spese ed ai rimborsi, le informazioni di dettaglio relative alle singole spese.
Per tutti i dettagli del caso è opportuno far riferimento direttamente alla circolare dell’Agenzia delle Entrate pubblicata il 9 aprile 2018 al link seguente (clicca per aprire la pagina), o al proprio fiscalista di fiducia.