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I cani fiutano lo stress

È ormai assodato che i cani abbiano delle abilità eccezionali e siano molto di più che degli “amici a 4 zampe”. Sono in grado di fiutare alcune malattie come il diabete, l’ipoglicemia, l’emicrania e una serie di tumori (al seno, alla prostata, ai polmoni). Ma un recente studio della Queen’s University di Belfast pubblicato su PloS One ha dimostrato che percepiscono anche lo stress negli esseri umani, annusandone respiro e sudore.

Cani e disturbi psicologici nell’uomo.

Dato il notevole senso dell’olfatto dei cani domestici e la loro stretta storia di addomesticamento con gli esseri umani, è possibile che rilevino odori associati a cambiamenti all’interno del corpo umano. L’uso dei cani per supportare condizioni psicologiche umane come ansia, attacchi di panico e Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) sta crescendo, con liste di attesa per i cani di servizio da PTSD in alcuni casi lunghe mesi o anni. È stato segnalato che i cani migliorano la qualità della vita di un individuo, le connessioni sociali e riducono il numero di attacchi di panico o sintomi di PTSD: riescono a “calmare” questi pazienti, e a interromperne gli stati d’ansia. Tuttavia, attualmente mancano prove empiriche su quali meccanismi potrebbero essere utilizzati dai cani per rispondere all’esperienza psicologica del loro proprietario.

L’esperimento: come i cani riconoscono lo stress.

Obiettivo della ricerca è stato quello di verificare se i cani siano in grado di distinguere tra odori di base di un individuo in condizioni di rilassatezza e gli odori di quello stesso individuo sottoposto a una situazione stressante. All’esperimento hanno partecipato 36 persone e 4 cani. I ricercatori hanno ottenuto campioni di odori e di respiro dei partecipanti prima e dopo un compito stressante (risoluzione di esercizi matematici). Ai cani, addestrati a reagire a determinati comandi, è stato chiesto di identificare il campione di odore/respiro “stressato” adottando un comportamento di allerta. I cani eseguivano il comportamento di allerta di fronte ai campioni di stress, distinguendoli quindi dagli altri odori, con prestazioni che variavano dal 90,00% al 96,88% di precisione.

Risultati dell’esperimento.

Gli esiti di questo esperimento suggeriscono che i processi fisiologici associati a una risposta allo stress psicologico acuto producono cambiamenti nei composti organici volatili (emanati dal respiro e/o dal sudore) e che i cani sono in grado di avvertirli. Tali risultati si aggiungono alla nostra comprensione delle relazioni uomo-cane e potrebbero avere applicazioni ai cani guida per il supporto emotivo e il Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Inoltre, corroborano le conclusioni di studi precedenti, secondo i quali i cani sono capaci di notare i cambiamenti fisiologici umani associati a stati psicologici. Infine, evidenziano l’importanza di considerare le capacità dell’olfatto canino sia nelle relazioni umane con i cani da compagnia che nell’addestramento dei cani di servizio.

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Tenersi in forma, tutti i benefici dell’autunno per fare movimento

Ogni stagione dell’anno presenta diversi vantaggi per praticare sport e attività motorie nel migliore dei modi. Magari in autunno può essere più difficile trovare le motivazioni, il clima spesso non è dei migliori e la stanchezza del cambio di stagione può indurre a essere più pigri e sedentari. Tuttavia bisogna contrastare questa sensazione, comune e naturale, pensando ai diversi vantaggi che offre questo periodo dell’anno per tenersi in forma. Per chi ama lo sport all’aria all’aperta, o semplicemente fare qualche camminata, il primo vantaggio è la possibilità di uscire a qualsiasi ora. D’estate le temperature non permettono una grande scelta per praticare movimento fuori casa, il che può essere limitante. In autunno, invece, si può optare per una passeggiata anche in pausa pranzo, ottimizzando così i tempi e smaltendo magari qualche chilo di troppo accumulato durante le vacanze. Inoltre, impostare un’attività regolare in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico o lavorativo è un buon metodo per non differire troppo questa scelta, più difficile da mettere in pratica via via che ci si avvicina all’inverno.

Tante attività per ogni esigenza.

Da settembre in poi ripartono tutte le attività organizzate e la scelta, per chi volesse iniziare uno sport, è molto ampia. Iscriversi in palestra o a un corso è un modo per assumere formalmente un impegno che potrebbe stimolarci di più, anche nei giorni in cui non si trova la motivazione e la voglia di fare movimento. In concomitanza con l’inizio dei corsi, inoltre, è possibile fruire di molta più scelta e provare anche qualche nuova disciplina. Il clima autunnale, ancora poco rigido, rende meno gravoso spostarsi da casa e dedicarsi anche ad attività come il nuoto, sicuramente meno invitante nella stagione più fredda. Per chi non teme la pioggia o il fresco, invece, è ancora comunque piacevole anche stare all’aria aperta, sfruttando anche i benefici degli ultimi raggi solari (che permettono di sintetizzare la vitamina D) e respirando aria che spesso dopo la pioggia è più pulita.

Il movimento è sempre benefico.

A prescindere dalla stagione è sempre opportuno ricordare i numerosi benefici dell’attività fisica per la salute. E prima di elencare quelli per il corpo, sottolineiamo quelli per la mente, visto che spesso i disturbi psicologici si acuiscono proprio in autunno. Il movimento stimola la produzione di endorfine, ormoni del buon umore, dando un grande contributo al benessere psicologico. Permette inoltre di rilassare corpo e mente, migliora la qualità del sonno e aiuta a mantenere il peso forma. A livello fisico, poi, porta grandi benefici all’apparato locomotorio, tonificando i muscoli e migliorando la mobilità. Di grande importanza, infine, sono i benefici per l’apparato cardio-vascolare, per la circolazione sanguigna e la regolarizzazione della pressione arteriosa. Un’attività motoria costante riduce il rischio di contrarre patologie croniche come diabete e ipertensione ed è quindi sempre fondamentale fare il possibile per praticarla abitualmente, in qualsiasi stagione dell’anno.

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Donare il sangue: ci sono rischi per la salute?

Donare il sangue è una scelta volontaria e gratuita, un gesto di profonda solidarietà verso il prossimo, un vero e proprio salvavita naturale. Aver compiuto 18 anni, pesare almeno 50 Kg e godere di buona salute sono le condizioni indispensabili per diventare donatori. Chi non può donare il sangue? Alcune categorie di persone sono escluse in modo permanente oppure temporanea dalla facoltà di donare il proprio sangue. Sono soggetti ad esclusione permanente coloro i quali sono affetti da malattie autoimmuni, malattie cardiovascolari, patologie del sistema nervoso centrale, tumori, diabete insulino, alcune malattie infettive come l’epatite B, l’epatite C, l’AIDS, ecc. Anche chi è affetto da dipendenze da alcool e droga non può donare, così come chi adotta abitualmente comportamenti sessuali non protetti e a rischio di trasmissione di malattie infettive.

Sospensione temporanea dalla donazione di sangue.

Sono invece soggetti ad esclusione temporanea dalla donazione di sangue coloro che sono affetti da tubercolosi e toxoplasmosi, chi è stato casualmente esposto a contaminazione, chi ha effettuato da poco una trasfusione di sangue, chi ha avuto un trapianto di tessuti o di cellule o ha subito un intervento chirurgico complesso. Parimenti, sono sospesi dalla donazione di sangue chi ha piercieng, tatuaggi, ha avuto rapporti sessuali occasionali a rischio, chi ha la pressione arteriosa troppo bassa o troppo alta oppure valori del ferro troppo bassi al momento della vista pre-donazione.

È rischioso donare il sangue?.

Un adulto in buona salute non rischia nulla donando il sangue. La quantità di sangue donata ad ogni prelievo è molto bassa (450 cm³ +/-10%). L’intervallo di tempo tra una donazione e l’altra è di almeno 90 giorni. Un uomo può donare sangue non più di 4 volte all’anno, una donna in età fertile non più di 2. Sono previste visite di controllo periodiche prima di ogni donazione, a tutela della salute del donatore e di chi riceverà il sangue che ha donato.

Esistono controindicazioni per le donne?.

Non esistono effetti collaterali per le donne che donano il sangue. Il limite massimo delle donazioni che possono fare è già stabilito per legge a 2 volte l’anno, proprio in virtù delle perdite dovute al ciclo mestruale nelle donne in età fertile. Gli esami effettuati prima di ogni donazione garantiscono le donatrici sul loro stesso stato di salute.

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Cancro alla prostata: ridurre il rischio abbassando il colesterolo

La prima terapia da seguire per abbassare alti livelli di colesterolo è una dieta mirata, vale a dire un regime alimentare equilibrato, sano, povero di carni lavorate e di formaggi stagionati, ricco di vegetali (verdure, legumi), frutta (fresca e secca) e pesce azzurro. A ciò va aggiunto un cambiamento nello stile di vita, da sedentario ad attivo, e l’eliminazione di alcool e fumo dalla propria quotidianità. L’obiettivo primario è diminuire i grassi saturi, ovvero quelli più difficili da metabolizzare dall’organismo e tendenti ad accumularsi nel sangue, causando un aumento del colesterolo.

Colesterolo e cancro alla prostata.

Seguire una dieta bilanciata per moderare i livelli di colesterolo aiuta non soltanto a proteggersi da malattie cardiovascolari ma, nell’uomo, anche ad assottigliare la probabilità di sviluppare un tumore alla prostata. A dimostrarlo un recente studio italiano i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Food & Function. Studi precedenti avevano già evidenziato come gli uomini che seguono un’alimentazione ricca di grassi saturi e di cibi di origine animale siano soggetti più facilmente a sviluppare un cancro alla prostata.

Che cos’è il tumore alla prostata.

Il tumore alla prostata si forma quando le cellule di questa ghiandola dell’apparato genitale maschile cominciano a crescere in modo esponenziale. In Italia il cancro alla prostata è il più diffuso tra gli uomini: rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nella popolazione maschile. Ciononostante, difficilmente la malattia porta il paziente alla morte, specie quando si interviene tempestivamente o, meglio ancora, si previene con i giusti accorgimenti (alimentazione, stile di vita). I principali fattori di rischio sono: l’età avanzata (> 65 anni), la familiarità (presenza nell’albero genealogico di parenti che lo hanno avuto), mutazioni genetiche, dieta e stile di vita.

L’importanza di una dieta ricca di fibre.

In questo studio i ricercatori italiani hanno testato la capacità dei partecipanti di seguire una dieta ricca di fibre e povera di grassi saturi, per poi analizzare l’associazione tra dieta e insorgenza del cancro alla prostata. I risultati ottenuti dimostrano che maggiore era stata l’aderenza alla dieta assegnata, minore sarebbe stato il rischio di ammalarsi di cancro alla prostata. L’adesione a un regime alimentare a base vegetale è quindi una misura molto utile per evitare il manifestarsi di un tumore alla prostata. Simili dati scientifici non fanno che rafforzare la validità di tutte quelle linee guida nutrizionali che promuovono la riduzione del colesterolo nel sangue attraverso un aumento del consumo di frutta e verdura e una parallela diminuzione del consumo di carni e grassi saturi.

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Cambio di stagione, i rimedi per prevenire i malesseri autunnali

Sono noti a tutti i problemi di salute tipici del passaggio dalla stagione calda a quella fredda, eppure ogni anno si arriva spesso impreparati. Questo accade per varie ragioni, ma nell’ultimo decennio, un grosso contributo all’insorgere improvviso dei disturbi stagionali è dato da un cambio sempre più improvviso di clima e di temperature, al punto da non lasciare il tempo nemmeno di riorganizzare l’abbigliamento. Così, oltre che per la debolezza generata dal ritorno alle attività quotidiane dopo le vacanze estive e dal cambio di stagione, talvolta ci si ammala anche per una giornata di freddo imprevista nella quale siamo ancora vestiti con abiti leggeri. In questi casi, se le difese immunitarie non sono abbastanza alte, arrivano i primi raffreddori, le prime febbri, i mal di gola e la tosse. Questi malanni, per lo più caratterizzati da sintomi respiratori, tendono anche a diffondersi per contagio. È quindi probabile che la vicinanza di persone raffreddate ad altre sane possa contagiare queste ultime, per cui le malattie si diffondono facilmente.

Prevenire i mali di stagione.

Le malattie della stagione fredda possono essere provocate da varie cause. A volte si tratta solo di un’irritazione delle mucose, altre volte invece il disturbo è scatenato da un virus o un batterio. In tutti i casi, comunque, per tenere alte le difese naturali è sempre fondamentale iniziare dalla dieta, con abbondanti porzioni di frutta e verdure stagionali per non incorrere in carenze vitaminiche o di sali minerali. Chi è più soggetto ad ammalarsi e si trova ogni anno vittima di influenze e altri disturbi, può anche valutare di assumere integratori specifici per rafforzare le difese immunitarie o ricorrere per tempo ai vaccini antinfluenzali presso il proprio medico di base o il farmacista di fiducia. Un segno di basse difese immunitarie è spesso anche la formazione di herpes labiale, tipico di momenti della vita di forte stress.

Come intervenire se i malanni arrivano.

Ai primi sintomi di mali stagionali è bene correre ai ripari, chiedendo consiglio al farmacista per una prima valutazione, in caso si possa intervenire con farmaci da banco. Questi vanno sempre utilizzati in modo consapevole e responsabile, per cui il parere di un professionista della salute è fondamentale, sia per prevenire le influenze sia per curare i disturbi più lievi evitando di peggiorare la situazione. Diversi tipi di rimedi sono infatti disponibili per l’automedicazione, dagli antinfiammatori non steroidei ai decongestionanti nasali e la scelta deve essere accurata. Se poi i disturbi non passano è possibile che dipendano da infezioni batteriche o virali per cui è necessario contattare il medico curante.