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Cancro al seno in stadio precoce, studio conferma che potrebbe non essere necessaria chemioterapia

La misurazione dell’attività di un gene implicato nel cancro al seno, in stadio precoce, potrebbe far evitare la chemioterapia.

Molte donne con cancro seno in stadio precoce che ricevono la chemioterapia secondo gli standard attuali, potrebbero non averne bisogno. E’ quanto confermato da uno studio internazionale che potrebbe avere ripercussioni sull’intero trattamento medico.
E’ quanto riportato dal giornale statunitense New York Times, che cita i risultati dello studio “Adjuvant Chemotherapy Guided by a 21-Gene Expression Assay in Breast Cancer” https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1804710, pubblicato sulla rivista scientifica “The New England Journal of Medicine”.
Secondo il Dr. Mayer, del Vanderbilt University Medical Center, tra gli autori dello studio, grazie ai risultati di questa ricerca, «possiamo risparmiare migliaia e migliaia di donne dal prendere trattamenti tossici di cui non beneficerebbero». L’autore aggiunge inoltre che lo studio «può cambiare gli standard delle cure».
Lo studio ha scoperto che grazie a dei test sui campioni di tumore c’è la possibilità di identificare le donne che con sicurezza possono saltare la chemioterapia e somministrare solo un farmaco che inibisca l’azione degli ormoni estrogeni o fermi il corpo dal produrli. Il farmaco che agisce sul blocco degli ormoni, tamoxifene e correlati, sono chiamati “terapia endocrina” e rappresentano parte essenziale del trattamento per gran parte delle donne perché abbassa il rischio di recidive, nuovi tumori al seno e morte.
Gli studiosi tuttavia hanno ritenuto evidenziare con una nota precauzionale, che i dati hanno dimostrato che alcune donne sui 50 e più giovani devono fare la chemioterapia anche se i test genetici dicono il contrario. Ancora non è chiaro, ma in questi casi è necessario un consulto specialistico e personalizzato.

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