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La saponetta tradizionale non trasmette infezioni ed è igienica quanto il sapone liquido

La saponetta, anche se usata da altri, non è un pericolo per la salute rispetto al sapone liquido e non è fonte di infezioni. A dimostrarlo numerosi studi condotti negli ultimi cinquant’anni.

Con la sempre più alta diffusione e frequentazione di spazi condivisi come, ad esempio, i centri benessere, si è recentemente riproposta la questione della sicurezza nell’uso del tradizionale sapone in barrette rispetto al sapone liquido, si è infatti diffuso il timore che lavarsi le mani con una saponetta già utilizzata da altri possa trasmettere infezioni.
Tale timore è però infondato, e a fare chiarezza in merito è stato qualche giorno fa il dott. Richard Klasco (membro del Dipartimento di Medicina d’Urgenza della Medical School di Harvard), che sulle pagine del New York Times ha ribadito che la saponetta non ha la capacità di trasmettere malattie e il suo uso non causa rischi per la salute, nemmeno se avviene in luoghi molto frequentati come i centri benessere, e a provarlo sono i numerosi studi effettuati negli ultimi cinquant’anni.
Lo studio più rigoroso sul tema fu pubblicato nel 1965. Gli scienziati condussero una serie di esperimenti in cui intenzionalmente contaminarono le loro mani con circa cinque miliardi di batteri, ceppi patogeni come Stafilococco ed Escherichia Coli. Dopo la contaminazione, ognuno di essi si lavò le mani con una saponetta e con quella stessa saponetta fece lavare una seconda persona non contaminata. Ebbene non vi fu alcun trasferimento di batteri tra i due soggetti, dunque gli studiosi conclusero che ‹‹il livello di batteri che possono arrivare sulle saponette, anche in condizioni di utilizzo estreme (uso intenso, piatti di sapone non drenanti progettati male, ecc.), non costituisce un rischio per la salute››.
Nel 1988 un produttore di sapone commissionò un altro studio che sostanzialmente confermò questi risultati. Gli scienziati inocularono Escherichia coli e Pseudomonas nelle barrette di sapone, e con queste fecero lavare le mani a 16 soggetti, ma dopo il lavaggio nessuno di essi mostrò livelli rilevabili di batteri. Così gli scienziati conclusero che ‹‹nel lavaggio quotidiano delle mani con saponette precedentemente utilizzate, il rischio è molto basso››.
Da allora studi occasionali hanno documentato la presenza di batteri ambientali sulle saponette, ma nessuno di essi ha dimostrato che queste diventino fonte di infezione. Al contrario, studi recenti continuano a dimostrare la capacità del semplice saponetta di combattere le infezioni, persino durante epidemie di infezioni gravi come il virus Ebola.
Ma una bottiglia di sapone liquido sarebbe una scelta migliore della saponetta? A partire dagli anni 80, scienziati con interessi proprietari contrastanti si sono scontrati sui presunti benefici del sapone in barretta rispetto al sapone liquido. Gran parte della contesa ruotava attorno al numero di batteri trovati sulla superficie della saponetta o della bottiglia di sapone. Ma la domanda chiave rimane non se i batteri ambientali sono presenti ma se essi rappresentano un rischio di infezione.
I Centri nazionali per il controllo e la prevenzione delle malattie, seguendo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano il lavaggio delle mani con il sapone come difesa primaria contro le infezioni, senza distinzione tra l’uso del sapone in barrette e quello in forma liquida. Pertanto, l’unico errore da non commettere, è quello di rinunciare a lavarsi le mani a causa di una paura infondata di contaminazione.
Come lavarsi correttamente le mani secondo l’OMS? Bagnare le mani con acqua corrente pulita (calda o fredda) e applicare sapone su tutta la loro superficie, strofinandole insieme, con gesti che puliscano a fondo i palmi, i dorsi, le dita, le zone tra le dita e sotto le unghie. Continuare questa operazione per almeno 20 secondi. Infine risciacquare le mani sotto l’acqua corrente pulita, chiudere le manopole del lavandino con una salvietta pulita e asciugare le mani con un asciugamano pulito. Tutta l’operazione deve durare almeno 40-60 secondi, il tempo di canticchiare due volte la canzoncina di “Buon Compleanno”.

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