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Fattori di crescita, nuova avvertenza riguardante l’aortite

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha diramato una nota informativa importante riguardante l’uso di fattori di crescita.

Con riferimento ai fattori stimolanti le colonie granulocitarie, alcune case farmaceutiche che commercializzano in Italia determinati farmaci, in accordo con l’Agenzia Italiana del Farmaco, hanno diramato una nota informativa importante per segnalare la possibile presenza del rischio di aortite.
La segnalazione riguarda i farmaci a base di filgrastim, pegfilgrastim, lenograstim e lipegfilgrastim. Infatti, come si legge nel comunicato, «sono stati segnalati casi rari di aortite in seguito a somministrazione di G-CSF in soggetti sani e in pazienti oncologici. Tra i sintomi vi sono febbre, dolore addominale, malessere, dolore dorsale e aumento dei marcatori dell’infiammazione (per es., proteina C-reattiva e conta dei leucociti). Nella maggior parte dei casi, l’aortite è stata diagnosticata con tomografia computerizzata (TC) e si è generalmente risolta dopo l’interruzione del G-CSF».
Qualora il paziente abbia «segni e dei sintomi dell’aortite» e necessario che informino «il medico se accusano febbre, dolore addominale, malessere e dolore alla schiena».
I nomi commerciali dei medicinali a base di fattori stimolanti le colonie granulocitarie sono Granulokine, Neulasta, Ratiograstim, Tevagrastim, Zarzio, Filgrastim Hexal, Nivestim, Accofil, Grastofil, Granocyte, Lonquex, Myelostim. Pertanto sebbene «l’incidenza di aortite con filgrastim, lenograstim, lipegfilgrastim e pegfilgrastim è bassa e gli studi epidemiologici sono limitati», è necessario, nella valutazione dell’aortite, se causata da un medicinale, «considerare i G-CSF quali possibili medicinali responsabili».
Qualora fossero necessari ulteriori chiarimenti in merito a questi contenuti, o qualora il paziente stia somministrando questi farmaci, può recarsi in ogni momento dal medico curante o dal farmacista di fiducia.

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