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Temporali e fuochi d’artificio, i rimedi per l’ansia degli amici a quattro zampe

Come affrontare d’estate il panico dei cani durante temporali e fuochi d’artificio. I rimedi più efficaci secondo un sondaggio dell’Università di Berna.

Nessuno teme l’estate più dei cani. I tuoni martellanti degli improvvisi temporali, i fuochi d’artificio di ferragosto, tutto quel rumore li fa impazzire. Secondo alcune stime, il 50% dei cani sperimenta ansia o panico da rumore, e il fenomeno si intensifica proprio d’estate.
Negli anni la scienza e il marketing hanno offerto vari rimedi per aiutare il più fedele compagno dell’uomo, miscele omeopatiche, erbe, feromoni, CD di temporali mischiati a Beethoven; “cappottini calmanti”, sedute di training e condizionamento positivo, e persino Prozac e Valium. Al Canine Science Forum di Budapest, i ricercatori della Scuola Veterinaria dell’Università di Berna hanno presentato i risultati di un sondaggio su 1.225 padroni a cui è stato chiesto che tipo di strategie attuassero per calmare i loro cani in preda al panico da rumore, durante temporali e fuochi d’artificio.
Circa il 70 % degli intervistati ha trovato efficaci i farmaci prescritti o le sedute di rilassamento (che male non fanno neppure ai padroni) o contro-condizionamento, in cui i cani vengono esposti al rumore dei fuochi d’artificio insieme a qualcosa di positivo. Al contrario olii essenziali, omeopatia, erbe e feromoni sarebbero efficaci solo per il 30%, mentre l’uso domestico di CD desensibilizzante funziona solo per il 50 % di essi. La strategia scelta dal 44 % per cento dei padroni consultati è invece l’americano Thundershirt, una sorta di cappottino che una volta indossato avvolge il cane con lo stesso effetto di un abbraccio.
Secondo i veterinari americani, tuttavia, la strategia migliore, più naturale e dagli esiti duraturi, è la desensibilizzazione attraverso registrazioni calibrate del rumore offensivo accanto a condizionamento positivo, ma questo tipo di pratica per ottenere risultati richiede coerenza, tempo e pazienza, e si sa, gli umani spesso non ne hanno.

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