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Glaucoma, le apnee notturne aumentano il rischio di 10 volte

Oltre a seri problemi cardiaci, le apnee ostruttive del sonno possono portare ad una perdita progressiva e irreversibile della vista. La ricerca del Glaucoma Research Foundation.

Secondo la Glaucoma Research Foundation, i pazienti con apnee notturne presentano un rischio di 10 volte maggiore di sviluppare il glaucoma, una grave malattia dell’occhio caratterizzata da un progressivo danno al nervo ottico, causato in parte da un forte aumento della pressione interna all’occhio. In Italia colpisce circa mezzo milione di persone e il trend appare in crescita a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione. Se non diagnosticato, il glaucoma è irreversibile e può portare alla perdita della vista, tuttavia se individuato in tempo si può trattare in modo efficace, ma è necessario non sottovalutare i primi sintomi.
Le apnee ostruttive del sonno sono un fenomeno che accomuna circa 12 milioni di italiani dai 40 anni in su, con sintomi che includono sonnolenza diurna, colpi di sonno, mancanza di concentrazione e mal di testa. Le persone che soffrono di apnee ostruttive durante il sonno sperimentano ripetute pause del respiro, anche decine di volte per notte e per diversi secondi. E’ ormai ampiamente noto che queste interruzioni hanno effetti a cascata sul corretto funzionamento della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco, aumentando il rischio di ipertensione, infarto, ictus e problemi cardiaci, tuttavia recentemente i ricercatori hanno scoperto che le apnee notturne possono avere effetti negativi anche sulla vista e in particolare sulla pressione oculare, causando lo sviluppo del glaucoma.
“Si tratta di una connessione particolarmente subdola e pericolosa che rende ragione ulteriore di trovare un trattamento efficace per questo disturbo del sonno. In particolare i soggetti con apnea diagnosticata dovrebbero sottoporsi a controlli periodici regolari per intercettare al più presto eventuali segni di malattie oculari e impostare una terapia che ne rallenti la progressione” spiega il Professor Luciano Quaranta, Responsabile del Centro per il Glaucoma degli Spedali Civili di Brescia “per individuare se le apnee avessero conseguenze a livello oculare è stata utilizzata una innovativa lente a contatto che ‘registra’ le fluttuazioni della pressione intraoculare in continuo grazie ad un particolare sensore (CLS) che intercetta e registra le variazioni della curvatura e nella circonferenza della cornea che si verificano in risposta ai cambiamenti pressori. L’uso di queste speciali lenti a contatto avviene in concomitanza con la polisonnografia, l’esame che registra i cambiamenti notturni e le apnee, in modo da verificare se la pressione dell’occhio aumenta in corrispondenza dell’episodio di apnea.“

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