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Ricette scritte a penna? Il ministero pubblica “Raccomandazione” per prevenire errori

Il ministero della Salute ha diramato una “Raccomandazione” per gli operatori sanitari al fine di prevenire errori e danni dovuti ad una interpretazione errata.

Quante volte, molte di queste con fatica, abbiamo provato a leggere ed interpretare una ricetta scritta a mano? Quante altre volte, invece, abbiamo chiesto aiuto a chi l’aveva scritta inizialmente? Come noto, la prescrizione di una ricetta è l’atto con cui i professionisti sanitari abilitati, principalmente medici, possono indicare informazioni esatte su durata della terapia, modalità di somministrazione e il dosaggio di un farmaco necessario a curare una situazione patologica temporanea o permanente. Spesso, vista anche l’urgenza con la quale è necessario dover ricorrere alla terapia, la prescrizione viene effettuata con una certa velocità. Tale velocità, soprattutto con le ricette scritte a penna, potrebbe generare confusione relativa alla lettura, la comprensione e l’interpretazione del corretto dosaggio e quindi la corretta terapia da seguire, da parte dello stesso o di altri professionisti sanitari deputati a farlo.
In soccorso a questo problema, con l’obiettivo di mettere fine a tali potenziali problemi, è giunto il ministero della Salute il quale, con la «Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli», ha evidenziato che «l’uso non standardizzato di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, può indurre in errore e causare danni ai pazienti». «L’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli – si legge nel documento -, sebbene sia una prassi consolidata durante le fasi di gestione del farmaco in ospedale e sul territorio, può indurre in errore e causare danni ai pazienti». Tale Raccomandazione quindi «fornisce indicazioni per prevenire gli errori in terapia conseguenti all’utilizzo di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, e migliorare la sicurezza nella gestione dei farmaci».

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