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Sapone, prodotto indispensabile per l’igiene di ogni giorno

I saponi sono cosmetici impiegati quotidianamente da tutti, dall’infanzia alla vecchiaia. Si analizzano ingredienti, vantaggi e svantaggi dei detergenti classici e sintetici.

Un buon detergente deve avere la capacità di eliminare le secrezioni e lo sporco depositati sulla superficie cutanea e di rimuovere le cellule morte e in fase di desquamazione, senza risultare troppo aggressivo. Non deve cioè alterare la barriera protettiva idrolipidica della pelle, né irritare o provocare reazioni di sensibilizzazione, rispettando anche la cute più delicata di bambini, anziani e soggetti allergici e mantenendo le condizioni fisiologiche, quali pH e flora microbica. La detersione per mezzo di un sapone richiede un risciacquo, mentre per latti o creme detergenti, il cui uso è riservato a regioni cutanee limitate come il viso, l’acqua non sempre occorre. Gli struccanti sono preparati in grado di rimuovere il make-up: per alcuni è essenziale il risciacquo, per altri è sufficiente l’applicazione con un dischetto di cotone, eventualmente facendo seguire questo gesto dall’impiego di un tonico.

I detergenti comuni contengono tensioattivi, sostanze che migliorano le caratteristiche lavanti dell’acqua, ed emulsionanti, in grado di disperdere due fasi altrimenti immiscibili tra loro, cioè acqua e materiale oleoso presente sull’epidermide. L’elenco degli ingredienti spesso comprende sostanze dal potere schiumogeno, non rilevanti ai fini della detersione, che trasmettono al consumatore l’idea di utilizzare un prodotto più efficace. I saponi classici presentano sempre una componente lipidica, di origine vegetale o animale. Nel primo caso si ricordano gli oli di oliva, palma, cocco, mandorle dolci, girasole, arachidi, mais, colza, vinaccioli; tra i grassi animali si citano sego, sugna e cera d’api. Tra i componenti di base figurano anche soda caustica e un liquido in cui questa possa disciogliersi, solitamente l’acqua, in alcuni saponi sostituita in tutto o in parte da birra sgasata, latte intero, succhi di frutta. Per rendere il prodotto più gradevole possono essere aggiunti oli essenziali e fragranze. I saponi classici presentano diversi vantaggi: sono economici, hanno un buon potere detergente, sono biodegradabili. Al contempo, hanno però un pH più alto rispetto a quello fisiologico, che è leggermente acido, e svolgono un’azione sgrassante piuttosto spinta, risultando controindicati in caso di pelle secca.

I detergenti sintetici o syndet hanno pH neutro o debolmente acido, dunque maggiormente affine alle caratteristiche della cute. Sono accompagnati dagli svantaggi di un costo elevato, un effetto delipidizzante ancora più marcato rispetto ai saponi tradizionali e un rischio potenziale di provocare dermatiti nei soggetti predisposti. Alchil solfati e alchileteri solfati sono tra i tensioattivi più utilizzati nei saponi di sintesi. Esempi sono sodio lauril solfato e sodio lauriletere solfato, indicati tra gli ingredienti con le sigle SLS e SLES. Si tratta di molecole che, sulla base delle conoscenze attuali, alle concentrazioni usate in cosmesi sono del tutto sicure, nonostante vengano frequentemente demonizzate per il loro sospetto potere cancerogeno, mai dimostrato. Tuttavia, nella loro funzione detergente, possono rivelarsi irritanti per le pelli intolleranti. Nella formulazione dei saponi sintetici possono essere addizionati acqua demineralizzata, etanolo o glicerina; coloranti; sbiancanti ottici, per accentuare il bianco del prodotto, in quanto tutti i saponi tendono ad una colorazione giallastra; sostanze di natura lipidica, quali squalene o lanolina, dall’azione emolliente; antiossidanti, per prevenire l’irrancidimento dei grassi contenuti.

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