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Influenza stagionale o Covid: in che modo distinguerli?

Febbre, tosse, disturbi gastroenterici: il coronavirus e i virus che provocano le influenze di stagione sono caratterizzati da una sintomatologia sovrapponibile, ma anche da alcuni segni tipici.

Febbre, tosse secca e, talvolta, vomito e diarrea sono sintomi comuni alle infezioni causate sia da Covid-19 che dai virus dell’influenza stagionale. Nell’influenza la febbre di solito supera i 38°C e i sintomi respiratori come tosse, mal di gola, raffreddore sono accompagnati da dolori a muscoli e ossa. Anche negli individui affetti da Covid segni caratteristici della malattia sono l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 37.5°C e la tosse secca con difficoltà respiratorie più o meno gravi, mentre la perdita o la riduzione del senso dell’olfatto, in termini medici definiti anosmia e iposmia, così come la perdita o l’alterazione del gusto, chiamati ageusia e disgeusia, sono tipici di Sars-Cov-2.

Le stagioni autunnale e invernale, con il loro clima rigido, portano a trascorrere la maggior parte del tempo in luoghi chiusi e questa abitudine può anche scatenare starnuti e tosse insistenti nei soggetti allergici. In questo periodo non mancano inoltre i virus che colpiscono l’apparato digerente provocando dissenteria, presente in alcuni malati di Covid. Come distinguere dunque l’infezione da coronavirus da quelle provocate dagli altri virus in circolazione? Innanzitutto i sintomi dell’influenza esordiscono più rapidamente, con un periodo di incubazione che va da uno a quattro giorni, a differenza del Covid che ha tempi di incubazione variabili dai due agli undici giorni, fino ad un massimo di quattordici giorni. Per quanto riguarda i sintomi gastrointestinali, quelli causati dai virus diversi da Sars-Cov-2 sono in genere transitori e durano non più di 2-3 giorni.

In caso di febbre, l’unico modo per togliere ogni dubbio è effettuare il tampone rinofaringeo, ma anche in assenza di febbre si raccomanda di stare a casa dal lavoro e da scuola e di consultare il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta per una diagnosi differenziale. Evitare di recarsi al pronto soccorso: i sintomi dell’influenza vanno infatti gestiti da casa e, in molti casi, pure i sintomi del Covid sono governabili a livello domiciliare, a meno che non compaiano severe complicanze respiratorie. Il medico curante, se lo ritiene necessario, può avviare le procedure previste dal ministero della Salute, tamponi compresi.

Per facilitare la diagnosi, permettendo al medico di distinguere tra virus che sono causa di sintomi molto simili, uno strumento efficace è il vaccino antinfluenzale. La campagna vaccinale 2020-21, iniziata in anticipo rispetto agli anni passati, è stata estesa alla popolazione di età compresa tra i 60 e i 64 anni. Hanno diritto a ricevere gratuitamente il vaccino antinfluenzale, oltre agli over 60, le persone al di sotto di questa soglia di età affette da patologie croniche che aumentino il rischio di complicanze da influenza, gli operatori sanitari, gli addetti ai pubblici servizi, le donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino in gravidanza o nel post-partum. Coloro che non rientrino in queste categorie ma che desiderino vaccinarsi a pagamento su base volontaria dovranno attendere che le farmacie territoriali ricevano le dosi, una volta terminata la campagna rivolta alle categorie più a rischio presso i servizi vaccinali delle aziende sanitarie e gli ambulatori dei medici di base e dei pediatri.

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