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Bevande alcoliche: ecco perché non abusarne

L’eccessivo consumo di alcol determina serie conseguenze negative per la salute sia nell’intossicazione acuta che a lungo termine, interessando soprattutto sistema nervoso centrale e fegato, ma non solo.

L’etanolo o alcol etilico è una sostanza priva di proprietà nutritive, ma che apporta 7 kcal/g. Rappresenta un tossico per l’organismo e le principali conseguenze del suo eccessivo consumo si manifestano a livello neurologico ed epatico, oltre ad avere proprietà teratogene, cioè cagionare anomalie e malformazioni embrionali.

Nonostante aumenti l’attività di alcune aree con conseguente disinibizione, l’alcol ha effetti depressori sul sistema nervoso centrale. Nell’intossicazione acuta si verificano mancanza di coordinazione motoria, euforia e, nei casi estremi, coma etilico e morte per insufficienza respiratoria.

Per quanto riguarda gli effetti sull’umore, è stata osservata una certa variabilità individuale, tanto che in alcuni soggetti l’abuso di etanolo provoca introversione e non è raro che si alternino fasi euforiche e atteggiamenti aggressivi a stati malinconici e di sottomissione.

Le performance sia fisiche che mentali sono ridotte nei consumatori abituali di bevande alcoliche, spesso con scarsa consapevolezza del problema. Oltre agli effetti acuti, gli alcolisti cronici tendono a sviluppare disturbi neurologici, come alterazioni motorie, neuropatia periferica e demenza, causate dall’etanolo stesso ma anche dai suoi metaboliti e dalla carenza di tiamina o vitamina B1. Infatti, i forti bevitori di frequente soddisfano il proprio fabbisogno calorico con il solo alcol, andando incontro ad uno stato di malnutrizione.

L’etanolo interagisce con svariate classi di farmaci attivi a livello centrale amplificandone gli effetti, motivo per cui è sconsigliato bere alcolici se si assumono benzodiazepine, antidepressivi, antipsicotici e oppioidi. Insieme al deterioramento cerebrale, la conseguenza più seria dell’abuso di alcol è il danno epatico.

La steatosi epatica, ossia l’accumulo di trigliceridi nelle cellule del fegato di cui non è inusuale che sia affetto l’alcolista, può evolvere in epatite, fino alla necrosi e fibrosi, condizioni irreversibili che compromettono la funzionalità dell’organo senza via di ritorno.

Il consumo di alcol è assolutamente da evitare se si pianifica una gravidanza e durante la gestazione poiché, oltre a diminuire la secrezione di ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni della muscolatura uterina, ritardando il parto, può provocare la cosiddetta Sindrome alcolica fetale o Fas.

Questa condizione produce uno sviluppo anomalo del volto del nascituro, una ridotta circonferenza cranica, ritardo nella crescita e diverse malformazioni congenite, per esempio a carico di cuore, occhi e orecchie. La Fas è anche causa di ritardo mentale e problematiche comportamentali, come iperattività e difficoltà nelle interazioni sociali.

Il consumo cronico di alcol è inoltre implicato in numerosi altri effetti avversi, tra cui si ricordano la gastrite, dovuta all’azione irritante diretta e all’aumento riflesso della secrezione acida da parte dello stomaco, l’incremento della produzione ed eliminazione di urina per inibizione del rilascio dell’ormone antidiuretico, la vasodilatazione cutanea, l’impotenza nell’uomo, l’immunosoppressione, con una maggiore suscettibilità alle infezioni, l’aumentato rischio di alcune tipologie di tumore, ad esempio a bocca, esofago e laringe.

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