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Cataratta, quando la vista peggiora per l’opacizzazione del cristallino

La cataratta è la perdita di trasparenza del cristallino, causa visione offuscata e può essere trattata solamente mediante intervento chirurgico, dopo il quale è bene seguire alcuni accorgimenti.

La cataratta consiste nella progressiva opacizzazione del cristallino, la struttura dell’occhio che con la cornea, vale a dire la porzione anteriore del bulbo oculare, consente la messa a fuoco. Questo processo patologico, che può verificarsi in uno o in entrambi gli occhi, porta alla riduzione dell’acuità visiva. La cataratta è caratterizzata da visione sbiadita, disturbi visivi in presenza di luci intense, visione alterata dei colori, diplopia, ossia visione doppia, problemi nella visione notturna.

Si sviluppa soprattutto con l’avanzare degli anni: si parla di cataratta senile per indicare la fisiologica riduzione della limpidezza del cristallino e la perdita della sua elasticità. Fattori predisponenti a qualsiasi età sono lesioni oculari, condizioni patologiche come il diabete, l’ipertensione arteriosa, il glaucoma e altre malattie oculari, terapie con corticosteroidi per periodi prolungati o impiego di farmaci miotici, che provocano cioè il restringimento del diametro della pupilla, l’abitudine al fumo di sigaretta e al consumo di bevande alcoliche, l’esposizione eccessiva alla luce solare.

Nel caso in cui il peggioramento della vista sia tale da determinare difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, per esempio alla guida dell’automobile o durante la lettura, può non essere più sufficiente aumentare la gradazione delle lenti degli occhiali e si rende necessaria la sostituzione del cristallino con una lente artificiale. Ciò è possibile attraverso un intervento chirurgico che generalmente viene effettuato con anestesia locale. Se la problematica interessa entrambi gli occhi, il medico specialista in oculistica sottoporrà per primo all’intervento l’occhio che presenta un livello più avanzato di cataratta.

Dopo l’operazione l’occhio va protetto con apposite conchiglie reperibili in farmacia, che hanno lo scopo di impedire traumi, infezioni ed esposizione alla luce e alle correnti d’aria. Su indicazione del chirurgo vanno inoltre utilizzati colliri contenenti antibiotici e antinfiammatori. Nonostante sia del tutto normale avvertire una sensazione di fastidio all’occhio appena operato, in particolare prurito e dolore, i sintomi possono essere attenuati assumendo antidolorifici, preferendo il paracetamolo ai farmaci antinfiammatori non steroidei per scongiurare episodi emorragici.

La guarigione avviene nell’arco di un mese. Il paziente deve essere sottoposto a controlli di solito a distanza di un giorno, una settimana e un mese dall’intervento. Subito dopo l’operazione chirurgica vanno evitati gli sforzi fisici e occorre riparare gli occhi dalle radiazioni solari con lenti scure, utili anche per difenderli dai colpi di vento, e prestare attenzione a non sdraiarsi dalla parte dell’occhio che ha subito l’intervento e a non bagnarlo, avendo cura di detergere palpebre e ciglia con salviette umettate usa e getta o garze sterili imbevute di soluzione fisiologica.

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