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Fibromialgia: imparare a riconoscerla e a gestirne i sintomi

La sindrome fibromialgica è una condizione di dolore cronico a carico dell’apparato locomotore che può essere gestita con terapie farmacologiche, fisiche e psicologiche.

La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata da dolore a muscoli, tendini e legamenti. Si parla anche di sindrome fibromialgica, per indicare il complesso di segni e sintomi tipici. Oltre al dolore diffuso, infatti, possono manifestarsi spasmi muscolari, rigidità articolare, stanchezza cronica, ansia, depressione, disturbi del sonno, cefalea, vertigini, colon irritabile.

La popolazione maggiormente colpita è quella femminile di età compresa tra i 25 e i 60 anni. La fibromialgia è classificata come patologia reumatica extra-articolare, in quanto a seguito dell’esecuzione di esami diagnostico-strumentali non si riscontra la presenza di processi infiammatori e degenerativi a carico delle articolazioni.

Considerate la varietà dei sintomi, tutti aspecifici, e l’assenza di lesioni d’organo, possono passare mesi o anni prima che il paziente arrivi alla diagnosi e questo si verifica solamente dopo avere escluso altre condizioni morbose, come le malattie autoimmuni e tiroidee.

Non abbiamo a disposizione test laboratoristici o esami strumentali che consentano una diagnosi differenziale, ma lo specialista in reumatologia può giungere alla diagnosi di fibromialgia attraverso la palpazione dei cosiddetti tender points, punti localizzati a livello di un muscolo, dell’inserzione di un tendine sul muscolo e di prominenze ossee che evocano un dolore intenso nel paziente fibromialgico a seguito di digitopressione.

Purtroppo le cause all’origine del dolore cronico rimangono sconosciute e ad oggi non esiste una terapia specifica che porti alla guarigione. Si sa per certo che si tratti di una malattia multifattoriale per la quale vi è una predisposizione familiare, con aumentata percezione del dolore a livello del sistema nervoso centrale, spesso secondaria a malattie di origine autoimmune, il cui esordio può coincidere con eventi di natura infettiva o verificarsi a seguito di periodi prolungati di stress psicofisico.

È possibile intervenire sui sintomi con farmaci analgesici, che vanno dal paracetamolo al tapentadolo, un oppioide, e principi attivi dall’azione antinfiammatoria-antidolorifica, quali acido acetilsalicilico, ibuprofene, ketoprofene. L’associazione con farmaci miorilassanti e alcune classi di antidepressivi consente il controllo della sintomatologia dolorosa e una migliore qualità del sonno.

Per alleviare il dolore che interessa l’apparato locomotore è utile inoltre apportare cambiamenti nello stile di vita, praticando con costanza attività fisica di intensità leggera o moderata, per esempio yoga, pilates, tai chi, qi gong, evitando per quanto possibile gli stress, dedicando la giusta quantità di ore al riposo notturno ma soprattutto curandone la qualità.

In caso di difficoltà nell’addormentamento o di sonno irregolare sono d’aiuto rimedi naturali, tra cui si ricordano la melatonina e gli estratti di valeriana, passiflora, biancospino, escolzia, withania, lavanda, reperibili in farmacia senza obbligo di prescrizione, mentre nei casi di insonnia più severa il medico può prescrivere farmaci ipnoinducenti.

Importante è anche seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, distribuendo equamente le calorie della giornata nei tre pasti principali, magari rompendo il digiuno con una merenda mattutina e una pomeridiana per non appesantirsi troppo a pranzo e cena. Fisioterapia e psicoterapia possono dare una mano al soggetto affetto da fibromialgia rispettivamente per migliorare il tono muscolare e per gestire i sintomi psichiatrici.

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