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Fisioterapia, guida Aifi sulla riabilitazione del pavimento pelvico

L’ Associazione italiana di fisioterapia (Aifi) ha realizzato la guida “Pavimento pelvico: fisioterapia e riabilitazione”, a cura degli esperti del Gruppo di interesse specialistico (Gis) pavimento pelvico della Regione Puglia. Si tratta di un compendio utile a cittadini, fisioterapisti e medici, nel quale vengono descritte la struttura, le funzioni, le problematiche e le terapie di questa parte anatomica. «Il pavimento pelvico – spiegano gli esperti Gis-Aifi – è l’insieme di tessuto muscolare e connettivale che coincide con la zona genitourinaria-anale e partecipa alle funzioni urinarie, defecatorie, sessuali, riproduttive, biomeccaniche, statiche e pelviche. La riabilitazione del pavimento pelvico è quel settore della medicina riabilitativa indirizzato alla valutazione e al trattamento delle disfunzioni dell’area pelvi-perineale di natura urologica, ginecologica, andrologica, colon-proctologica e algologica correlabili ad alterata funzionalità del pavimento pelvico».

Problematiche che possono interessare il pavimento pelvico.

Come spiega la guida, sono diverse le disfunzioni e le problematiche che possono affliggere il pavimento pelvico nell’uomo, nella donna e nei bambini in età pediatrica. Si va dal dolore cronico o persistente, percepito e definito a livello della pelvi per almeno sei mesi, all’ inabilità di una persona di avere una risposta sessuale; dall’ incontinenza con perdita involontaria di urina attraverso l’uretra, all’ incontinenza fecale. Nella donna, inoltre, si possono presentare disturbi specifici in gravidanza, durante o a seguito del parto o semplicemente con l’invecchiamento e il sopraggiungere della menopausa, tutte situazioni che possono compromettere l’integrità del pavimento pelvico, con ripercussioni sul suo funzionamento. Varie problematiche possono poi insorgere negli atleti che praticano sport intensi, come il sollevamento pesi, l’atletica, il salto o la ginnastica, attività potenzialmente in grado di compromettere la funzionalità del pavimento pelvico se vengono praticati in forma professionale o con troppa assiduità. In età pediatrica, infine, il problema dell’incontinenza urinaria diurna o notturna colpisce il 20% della popolazione infantile.

Come interviene lo specialista?.

Tutti i disturbi sopra descritti vanno a interferire a vario livello sul benessere e la salute degli individui, che non sempre sono informati sulle varie possibilità riabilitative. Per questo, l’Aifi spiega i diversi step attraverso cui i fisioterapisti possono diagnosticare le problematiche sopra descritte, attraverso una corretta anamnesi, una valutazione funzionale, l’esame obiettivo, l’esecuzione di test cartacei, il biofeedback o la rehabilitation ultrasound imaging (Rusi), un’ecografia usata per esaminare e valutare la morfologia e la funzionalità del muscolo e dei tessuti molli correlati, durante l’esercizio e le attività fisiche. Una volta diagnosticato il disturbo, potrà essere stabilito l’esercizio terapeutico in grado di migliorare o risolvere il problema. Per maggiori informazioni: gispavimentopelvico@aifi.net.

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Tessera sanitaria, il vademecum per i pazienti su uso e casi speciali

L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione dei cittadini un vademecum dedicato all’uso e alla gestione della tessera sanitaria. Si tratta di un documento che sta acquisendo crescente importanza perché consente la fruizione di un numero sempre maggiore di servizi e non solo in ambito sanitario. Se dotata di microchip, infatti, funziona come Carta nazionale dei servizi (Cns), permettendo l’accesso ai servizi online delle pubbliche amministrazioni. Proprio per via delle varie evoluzioni di questo strumento, l’Agenzia ha ritenuto opportuno fornire ai cittadini un compendio su tutte le sue funzioni ma anche su come comportarsi in casi eccezionali, quali lo smarrimento, il rinnovo, l’uso all’estero e quant’altro. Date poi le nuove esigenze dettate dalla pandemia, l’Agenzia delle Entrate ha definito questa guida «un piccolo gesto di attenzione verso tutti i cittadini, per garantire un accesso semplice e veloce alle prestazioni sanitarie».

Usi della tessera sanitaria.

Come è noto, la tessera sanitaria è il documento personale che viene rilasciato a tutti i cittadini che hanno diritto alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale. Viene attribuita dal Comune a ogni nuovo nato, dopo la dichiarazione di nascita effettuata dai genitori. Si utilizza per la scelta del medico di base, per l’acquisto dei farmaci, per prenotare ed eseguire prestazioni specialistiche e diagnostiche. Ma è anche il documento ufficiale che riporta il codice fiscale del cittadino. Sul retro della carta, invece, sono stampati i riferimenti della Tessera europea assistenza malattia (Team), con la quale si ha diritto all’assistenza sanitaria nell’Unione Europea, in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, secondo le normative vigenti nei singoli paesi. La tessera ha validità di sei anni dalla sua emissione e, una volta scaduta, ne viene recapitata una nuova al domicilio del cittadino. Per gli stranieri con permesso di soggiorno, invece, la durata coincide con la scadenza di quest’ultimo.

Come risolvere problemi e casi speciali.

La guida passa in rassegna alcune situazioni particolare, per le quali i cittadini potrebbero non sapere come comportarsi. Se la tessera contiene errori, per esempio, è possibile segnalarlo a qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, presentando un documento d’identità in corso di validità. Se fosse scaduta ma si è in possesso di prescrizione con ricetta rossa o ricetta elettronica nazionale, le prestazioni sanitarie sono comunque garantite. In caso di smarrimento, furto o deterioramento, è possibile chiedere un duplicato: nei primi due casi (furto o smarrimento) è necessario presentare denuncia alle autorità competenti. Per avere un duplicato, invece, si può inoltrare richiesta all’Agenzia delle Entrate (attraverso il sito, inviando e-mail o Pec o presentandosi fisicamente presso gli uffici dell’ente), oppure facendo domanda presso la Asl di competenza o attraverso il portale “Sistema Tessera Sanitaria” (https://sistemats1.sanita.finanze.it/portale/it/web/guest/tessera-sanitaria-cittadini). Ognuna di queste operazioni e altre informazioni sono riportate sul vademecum.

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Stanchezza cronica: possibili cause e rimedi

Ognuno di noi nella vita ha sperimentato periodi di stanchezza più o meno intensa: si pensi alla fatica legata al lavoro, sia fisico che mentale, e allo studio, alla spossatezza conseguente ad uno sforzo importante, come accade nello sport, o che si presenta ai cambi di stagione, durante la convalescenza a seguito di una malattia infettiva o di un intervento chirurgico, in gravidanza e menopausa.

Lo stress può determinare una forte stanchezza, fisica e cognitiva, e può interessare non soltanto i soggetti attivi dal punto di vista lavorativo ma anche bambini e anziani. Solitamente è sufficiente concedersi le giuste ore di sonno, prestare attenzione all’alimentazione, praticare movimento con regolarità e dedicare una parte della giornata ad attività rilassanti per recuperare in breve tempo le forze necessarie ad affrontare gli impegni quotidiani.

Per fronteggiare i momenti in cui ci si senta particolarmente privi di energie può essere utile ricorrere all’impiego di preparati a base di estratti di ginseng, ginkgo biloba, eleuterococco o ginseng siberiano, dall’azione tonica-energizzante e dalle proprietà adattogene, in grado cioè di rendere l’organismo più resistente ai fattori stressogeni. Anche la pappa reale, con il suo pool di molecole attive, rappresenta un ottimo ricostituente.

Al di là della debolezza momentanea, esistono numerose condizioni che possono provocare forme di stanchezza cronica che non trovano soluzione nel riposo, con notevoli implicazioni negative sulla qualità della vita.

L’astenia costituisce un sintomo aspecifico comune a diverse patologie, tra cui si ricordano malattie endocrine come il diabete e l’ipotiroidismo, anemie, morbo celiaco, infezioni croniche, per esempio Aids ed epatiti virali, carenze nutrizionali, patologie a carico del sistema nervoso e dell’apparato locomotore, disturbi psichiatrici e, non ultimi, processi tumorali.

Anche l’impiego di determinati farmaci può essere causa di sedazione e stanchezza profonda. Il dolore cronico, direttamente e indirettamente, ostacolando un adeguato riposo notturno, è uno dei principali fattori che determinano una maggiore affaticabilità. Altre due condizioni fortemente debilitanti sono la sindrome da stanchezza cronica e la sindrome delle gambe senza riposo, caratterizzata da un’ampia sintomatologia che colpisce gli arti inferiori nel corso della notte, con sonno scarsamente ristoratore e conseguente stanchezza al risveglio.

La prostrazione da cancro è sovente indicata con il termine inglese fatigue e si manifesta nella maggior parte degli individui sottoposti a cicli di radio- e chemioterapia, proseguendo anche per parecchi anni dopo il termine delle cure. Purtroppo ad oggi non sono molti gli strumenti che la scienza offre per attenuare la stanchezza legata al cancro.

Per i malati oncologici, già provati emotivamente, sono consigliati la pratica di esercizio fisico moderato ma costante, discipline come yoga, pilates, tai chi e qi gong e tecniche di rilassamento e meditazione, in quanto la sedentarietà non fa altro che aumentare la percezione della stanchezza, in un circolo vizioso che può essere interrotto anche grazie a un eventuale aiuto psicologico. Si ricorda che l’attività fisica stimola la secrezione dei cosiddetti ormoni della felicità, cioè serotonina e dopamina. Ove il medico ne ravvisi la necessità, vi può essere l’indicazione ad un supporto psichiatrico.

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Contusioni: cosa sono, come si curano

Non capita solamente alle persone dedite alla pratica di attività sportiva di subire dei traumi fisici. Certamente i cosiddetti sportivi della domenica sono maggiormente soggetti ai dolori di natura traumatica, poiché possono andare incontro a cadute provocate da distrazione, scarso allenamento, sforzi troppo intensi, movimenti scorretti. Ma occorre prestare attenzione anche durante lo svolgimento delle attività quotidiane più banali per scongiurare il rischio di infortuni: gli incidenti domestici in cui si inciampa o si colpiscono spigoli o superfici sporgenti sono tutt’altro che rari.

Le contusioni sono provocate dall’urto di oggetti duri contro parti del corpo più o meno estese. Ciò che si verifica in questo frangente è uno stravaso di sangue con accumulo di liquidi sotto la cute. La zona interessata risulta dolente, si rigonfia e assume il colore bluastro tipico di quello che nel linguaggio comune è chiamato livido, in termini tecnici ematoma.

Mentre nelle ferite la pelle viene lesionata, nelle contusioni la rottura di vasi ematici e linfatici causa un’emorragia sottocutanea. La fuoriuscita di proteine dal circolo sanguigno e linfatico richiama acqua e si forma il caratteristico gonfiore, spesso accompagnato anche da una reazione infiammatoria, con rigidità e difficoltà nel movimento della regione colpita.

Il livido, non sempre visibile, emerge in genere a poche ore di distanza dall’evento traumatico e la sua estensione dipende dall’entità, dalla profondità e dalla tipologia dei tessuti coinvolti. Nella maggior parte dei casi l’ematoma si riassorbe spontaneamente.

Talvolta possono verificarsi danni ai tessuti sottostanti. Questo avviene quando il ristagno di liquidi, anziché riassorbirsi in maniera spontanea, complica il naturale processo di guarigione e si espande, causando infezioni o cicatrizzazioni anomale. Si parla quindi di processi fibrotici e di calcificazioni. In quest’ultimo caso si osserva la formazione di un deposito di sali simile a una struttura ossea, che provoca dolore intenso e può essere invalidante.

Quando si subisce un trauma, occorre prima di tutto limitare il danno tramite l’applicazione di ghiaccio, che ha effetto antalgico, attenua lo spasmo muscolare riflesso e determina una vasocostrizione locale che limita il flusso ematico, facilitando il riassorbimento degli essudati nel distretto trattato.

Per accelerare la guarigione sono consigliati il riposo e l’astensione momentanea dalle attività fisiche. Se il trauma interessa un’articolazione si può ricorrere al bendaggio per mantenere immobilizzata la parte, che andrebbe tenuta sollevata per favorire il riassorbimento dei liquidi accumulati. In caso di ematomi particolarmente estesi o profondi, il medico può prescrivere l’utilizzo di eparina per prevenire la formazione di coaguli.

Per ematomi più circoscritti sono efficaci i prodotti a base di arnica, escina, bromelina, in forma di pomate da massaggiare sulla zona o di preparati da assumere per bocca. Se il dolore è molto intenso può essere utile la somministrazione di antinfiammatori e antidolorifici per via sistemica.

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Eutirox: prevista una nuova formulazione da maggio 2021

La levotiroxina è il principio attivo alla base della specialità medicinale commercializzata con il nome di Eutirox, farmaco somministrato per via orale nel trattamento dell’ipotiroidismo. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato sul proprio sito una nota informativa in merito all’approvazione e commercializzazione, a partire dal prossimo maggio, di una nuova formulazione del medicinale per tutti i dosaggi. Nella nuova formulazione, che non contiene il lattosio come eccipiente, la molecola attiva risulta maggiormente stabile. «Il passaggio dalla vecchia formulazione di Eutirox alla nuova prevede un’attenzione particolare», si legge nella nota, «in quanto […] anche la sola modifica degli eccipienti potrebbe determinare squilibri tiroidei con conseguente necessità di valutazione clinica e di laboratorio».

Queste avvertenze sono d’obbligo per un medicinale caratterizzato da indice o rapporto terapeutico ristretto: ciò significa che dose efficace e tossica differiscono di poco e pertanto il farmaco risulta scarsamente maneggevole. Da qui, l’esigenza di un regime terapeutico su misura per il singolo paziente.

Le modifiche non riguarderanno solamente la composizione degli eccipienti, ma anche la grafica delle nuove confezioni. I cambiamenti saranno a carico del confezionamento esterno e del blister, dove verrà riportata la scritta “Composizione in eccipienti modificata”. Sulla scatola comparirà il numero di supporto telefonico insieme al sito web e al Qr code, tramite i quali si potranno consultare il foglio illustrativo e il foglio informativo del medicinale. Pure l’aspetto delle compresse sarà diverso: al posto dell’incisione a forma di croce presente attualmente su uno dei due lati, nelle nuove compresse si troverà una linea di incisione su ambo i lati.

Nonostante la molecola attiva sia la medesima, le differenze nei componenti inerti utilizzati per la formulazione possono influenzarne l’assorbimento nei soggetti sensibili. Occorre terminare eventuali confezioni della vecchia formulazione, che coesisterà sul mercato con la nuova per un periodo non superiore ai tre mesi, senza tornare all’assunzione della vecchia formulazione una volta assunta la nuova. Bisogna ricordarsi inoltre di procurarsi una scorta adeguata della stessa formulazione se si decide di intraprendere viaggi.

Le modalità di assunzione del farmaco sono immutate. È fondamentale rivolgersi al medico se si notassero squilibri della tiroide, i cui sintomi sono però poco specifici e variabili da persona a persona. In caso di ipotiroidismo i segni più comuni sono astenia e costipazione, mentre nell’ipertiroidismo sono frequenti ipersudorazione, aumento della frequenza cardiaca, palpitazioni e agitazione.

Oltre alla nota rivolta agli operatori sanitari, l’Aifa ha approntato un documento informativo destinato ai pazienti in cura con Eutirox. Entrambi sono consultabili alla pagina istituzionale www.aifa.gov.it. In particolare, nella nota l’azienda produttrice Merck Serono esorta medici e farmacisti rispettivamente al monitoraggio dei pazienti che passano alla nuova formulazione e all’informazione circa le modifiche che verranno apportate. Queste raccomandazioni sono essenziali soprattutto per gli individui più vulnerabili, come i soggetti affetti da carcinoma tiroideo o interessati da patologie cardiovascolari, donne in gravidanza, bambini e anziani.